Scioperi in Italia 2024: i dati della Commissione di Garanzia presentati oggi alla Camera dei Deputati
Le agitazioni in calo sono in calo, ma la conflittualità rimane elevata. Si sciopera per il mancato rinnovo contrattuale, per i salari, per la sicurezza. Un panorama italiano turbolento, caratterizzato da micro-conflitti a dimensione locale, quando non aziendale, figli di un’estrema frammentazione sindacale. Con il frequente ricorso allo sciopero generali, che si ripercuote sui servizi essenziali minimi.
È questa la fotografia che emerge dalla relazione presentata oggi alla Camera dei Deputati dalla Presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi Paola Bellocchi.
QUANTO SI SCIOPERA IN ITALIA?
Nel 2024 la Commissione ha monitorato complessivamente diverse centinaia di azioni di sciopero nei vari comparti, con dinamiche differenti a seconda dei settori, intervenendo 391 volte.
Nel contesto di un Paese complessivamente meno propenso alle agitazioni sindacali rispetto ai vicini europei, ma caratterizzato da un panorama sindacale turbolento e da un’alta conflittualità che ricade sui servizi essenziali, nell’arco dell’anno sono state registrate “solo” 1080 astensioni dal lavoro contro le 1129 del 2023: un dato in calo, come del resto quello relativo alle sollevazioni di carattere nazionale (17 rispetto alle 11 del 2023).
L’80% delle agitazioni, secondo i dati presentati dalla presidente dell’Autorità Bellocchi, riguarda comunque una dimensione «locale, se non addirittura aziendale». Micro-conflitti che colpiscono soprattutto le aree a maggiore peso economico e industriale, con ricadute rilevanti sull’erogazione dei servizi essenziali: tra le regioni a maggior tasso di fermi lavorativi si trovano infatti Lombardia (82 giornate di sciopero), Lazio e Campania (65 giorni) ed Emilia-Romagna (58).
IN QUALI SETTORI SI SCIOPERA MAGGIORMENTE E PERCHÉ
Quanto ai settori, si registra una forte crescita degli scioperi nel comparto dei trasporti ferroviari (+20% rispetto al 2023 con 119 proclamazioni di cui ben 54 di rilevanza nazionale), energia e utilities (con 77 proclamazioni contro le 22 del 2023).
Al contrario, alcuni comparti tradizionalmente più conflittuali, come le agenzie fiscali (2 scioperi) e la circolazione autostradale (9 scioperi), hanno visto una significativa diminuzione delle agitazioni. Stabile il settore del credito con 15 proclamazioni, mentre in alcuni comparti strategici, come la distribuzione di carburanti, non si è registrata alcuna astensione.
Tra le cause principali, l’assenza di prospettive sul rinnovo contrattuale, la mancata erogazione delle retribuzioni e la scarsa sicurezza sul lavoro.
SANITÀ SOTTO STRESS
Come prevedibile, trend negativi per il settore sanitario (137 astensioni contro le 100 dell’anno precedente), in un comparto che sconta, oltre a una profonda carenza di personale, un clima di generale tensione, aggravato dal preoccupante aumento (+8,6%) delle aggressioni nei confronti degli operatori.
ISTRUZIONE
Secondo l’analisi della Commissione le agitazioni nel settore istruzione/ricerca sono poche (13 giornate in tutto), cicliche e mirate soprattutto a influenzare decisioni politiche, interventi legislativi o questioni contrattuali, oltre che spesso soggette a evoca (41% per la scuola e 50% per l’università). Tendono a svolgersi a livello nazionale, tra settembre e giugno, con conflitti locali quasi assenti. L’alta visibilità di questi scioperi dipenderebbe dalla tendenza a concentrare tutte le astensioni sulla stessa giornata (“sistema di prenotazione”), accentuando così l’effetto simbolico di singole giornate di sciopero, rendendo più visibile l’evento pur nella limitata occorrenza.
L’ACCORDO PER IL GIUBILEO
Tra i successi del 2024 spicca il Protocollo per il Giubileo, promosso dalla Commissione e sottoscritto da 12 sigle sindacali, le associazioni datoriali e diversi ministeri. L’accordo ha stabilito un regime di “franchigie giubilari”, sospendendo gli scioperi in numerosi settori (trasporto aereo, ferroviario, marittimo, sanità, vigili del fuoco, polizia municipale e igiene ambientale) durante le manifestazioni religiose più rilevanti.
ATTIVITÀ INTERPRETATIVA DELLA COMMISSIONE SUGLI SCIOPERI
L’attività interpretativa della Commissione ha esteso l’applicazione della legge 146 a nuovi ambiti: dal trasporto valori per Poste e banche, al servizio clienti nei call center esternalizzati di TIM, fino al rafforzamento del diritto all’istruzione includendo mensa e refezione scolastica come servizi essenziali. In alcuni casi, come quello del Casinò di Sanremo, invece, si è confermata l’esclusione dalla disciplina.
SCIOPERI GENERALI SOTTO OSSERVAZIONE
Gli scioperi generali, sempre delicati per l’impatto su più servizi contemporaneamente, hanno visto la Commissione intervenire per gestire le sovrapposizioni e limitare la concentrazione di astensioni.
All’interno della relazione, particolare attenzione è riservata alle agitazioni del 29 novembre 2024, con quattro proclamazioni simultanee, poi sfociate in un’ordinanza di precettazione da parte del MIT su suggerimento dell’Autorità, che consigliava una riduzione degli scioperi a 4 ore per non ledere i diritti degli utenti.
Alcune organizzazioni sindacali (Cub, Sgb, Cgil, Uil, Filt Cgil, Uiltrasporti) hanno impugnato tali ordinanze dinanzi al Tar del Lazio, contestandone la legittimità e richiedendo sospensive urgenti. La Commissione ha ribadito che la precettazione non mira a sanzionare lo sciopero illegittimo, ma a prevenire gravi danni ai diritti degli utenti.
Come ricostruisce la relazione, il Tar ha quindi confermato la validità dell’intervento ministeriale fondato su esigenze di prevenzione, sottolineando che il potere di precettazione può essere esercitato anche su segnalazione della Commissione (art. 13, comma 1, lett. f, L. 146/1990), o autonomamente dal MIT in casi di necessità e urgenza, purché siano esplicitati i presupposti.