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Siccità: nord Italia a secco. Tutti i piani delle Regioni

Siccità Italia

Crisi idrica in tutto il nord Italia. Dal Veneto alla Liguria, dalla Lombardia al Piemonte: tutte le risposte delle regioni settentrionali a una eccezionale ondata di siccità

Per l’Europa e l’Italia si prospetta una nuova estata caratterizzata da caldo intenso e siccità. Precipitazioni sotto la media, carenza di neve e temperature già troppo alte stanno apparecchiando una situazione che si profila peggiore della scorsa, torrida e lunghissima, estate. A dirlo è un nuovo rapporto del Joint Research Centre (Jrc) della Commissione europea. Le zone a rischio sono l’Italia settentrionale, la Francia e la Spagna, le preoccupazioni riguardano “l’approvvigionamento idrico per uso umano, l’agricoltura e la produzione di energia”.

SICCITÀ: IN VENETO CADUTI SOLO 3 MILLIMETRI DI ACQUA

Senza dover aspettare la prossima estate, alcune regioni del nord Italia, stanno già vivendo disagi causati dalla scarsità d’acqua. Secondo i dati di Arpav in Veneto a febbraio sono caduti 3 millimetri di pioggia contro i 60 della media, e da ottobre è mancato un terzo della neve prevista sulle Dolomiti. Una situazione non più allarmante ma drammatica che ha portato la Regione a prepararsi al peggio. “Siamo ancora a un livello di allerta che non richiede di imporre razionamenti, punto al quale speriamo di non arrivare – ha detto il Presidente della Regione Luca Zaia firmando un’ordinanza che prova a prevenire il rischio razionamento -. Tramite questa ordinanza intendo sensibilizzare con un atto formale i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo, intervenendo, fra le altre misure, nell’irrigazione dei giardini, chiudendo i pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico”.

L’ORDINANZA DI ZAIA: PRONTI A PIANI DI EMERGENZA

L’Ordinanza firmata dal Governatore, al momento, prevede azioni di sensibilizzazione all’uso consapevole della risorsa idrica. Il presidente del Veneto prescrive di “di adottare misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari”, “di predisporre Piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile come interconnessione delle reti, approvvigionamento con autobotti, interventi di riduzione delle perdite”, “di programmare, da parte del Consorzio Delta Po, la predisposizione della barriera alla risalita del cuneo salino sul fiume Adige”, di “promuovere campagne d’informazione per l’uso accorto della risorsa idrica rivolte in particolare ai titolari di concessione per auto-approvvigionamento per usi non prioritari” e di “introdurre l’obbligo di analisi qualitative periodiche della risorsa idrica emunta dai pozzi per verificare che, di fronte all’attuale carenza idrica, siano garantiti i requisiti di potabilità per il consumo umano”.

IL PIANO MARSHALL PER L’ACQUA

Quello che ha in mente Luca Zaia è un “Piano Marshall” per la gestione dell’acqua. “Per quanto riguarda l’aspetto agricolo – aggiunge il Presidente Zaia – purtroppo sappiamo che a causa di una rete datata per l’irrigazione arriva dal 40 al 60% dell’acqua disponibile all’origine. Non a caso ho già detto in più occasioni che occorre un vero Piano Marshall per la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche, piano al quale, per quanto di competenza del Veneto, siamo già al lavoro”.

SICCITÀ: IN LOMBARDIA DEFICIT IDRICO DA DUE MILIARDI DI METRICUBI

Una situazione analoga la vive la Lombardia. I dati del monitoraggio segnalano che mancano all’appello oltre 2 miliardi di metri cubi d’acqua e la risorsa idrica disponibile presenta un deficit del 60% rispetto ai valori medi del periodo. Una situazione anche peggiore rispetto allo scorso anno quando, negli stessi giorni, il deficit era del 57%. È il secondo inverno che nell’arco alpino non stazionano perturbazioni che apportano un consistente strato nevoso in montagna e pioggia in pianura. Legambiente Lombardia ha analizzato i dati delle scorte idriche, da cui dipende il rifornimento di canali e campi coltivati, utilizzando i dati di Arpa e dei gestori dei laghi lombardi: anche in Lombardia la neve in montagna è meno di un terzo di quella prevista. Situazione drammatica anche per gli invasi idroelettrici e per il lago di Garda che, a differenza dell’anno passato, non dispone di volumi di riserva ed il suo livello è ai minimi storici ormai da mesi. Nei primi due mesi del 2023 in Lombardia “sono venuti a mancare altri 2 miliardi di metri cubi di acqua sotto forma di pioggia e di neve”.

IN LOMBARDIA GESTIONE EMERGENZIALE COME NEL 2022

“Se non ci saranno precipitazioni nei mesi di aprile e maggio – ha spiega Massimo Sertori, assessore regionale a Enti Locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo Risorsa Idrica, nel corso della prima edizione del ‘Forum Siccità’ organizzato dalla Triennale di Milano, da Forestami e dal Politecnico– ci attendiamo una gestione emergenziale simile a quella del 2022. Per fronteggiare la crisi è necessaria la collaborazione di tutti i soggetti produttivi che utilizzano la risorsa idrica”. Del resto, già dalla primavera 2022 la Lombardia ha attivato il Tavolo regionale sulla siccità. “Una realtà cui partecipano i soggetti che hanno competenze in merito. Ovvero gli enti regolatori dei laghi, i gestori idroelettrici, Terna, le associazioni di categoria del mondo irriguo e agricolo, UPL ed ANCI e gli enti parco – ha detto l’assessore Sertori -. Un tavolo utile per condividere i dati del monitoraggio dell’andamento delle riserve idriche e le varie azioni di gestione emergenziale che hanno consentito di distribuire l’acqua disponibile”.

SI PROSPETTA UN’ESTATE PEGGIORE DELLO SCORSO ANNO

Sempre nel corso di Forum Siccità l’assessora all’Ambiente del Comune di Milano Elena Grandi, ha proposto di abbassare il livello di acqua dei navigli per permettere l’irrigazione dei campi a secco. “Dovremo vedere quale sarà la situazione degli invasi che per ora non fa pensare bene – ha detto l’assessore Grandi -, i nostri depuratori reimmettono acqua reflua in acqua irrigua per il nostro Parco Sud abbiamo avuto anche questa risorsa l’anno scorso che ci ha un po’ salvato e ha salvato i nostri agricoltori”. Quella che si prospetta è una situazione “probabilmente peggiore dell’anno scorso”. Se questa situazione diventerà la nuova normalità sarà indispensabile “un adattamento del sistema produttivo irriguo-agricolo lombardo”, ha detto l’assessore Sertori. “È importante – conclude Sertori – che vi sia una chiarezza di ruoli e competenze tra Stato e Regioni. Inoltre, è altresì importante e che si superi la continua oscillazione tra centralizzazione e regionalizzazione in determinati settori. Ciò al fine di evitare che si generino effetti negativi sull’operare e programmare nel medio periodo”.

FRIULI VENEZIA GIULIA PRONTO AL RAZIONAMENTO

È pronta alla stretta anche la regione Friuli Venezia Giulia che sta vivendo, al pari del Veneto, una condizione di siccità straordinaria. “Prima di tutto – ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro – abbiamo ancora in vigore il decreto del presidente Fedriga varato a giugno del 2022 per la sofferenza idrica. La Protezione civile si era già impegnata a predisporre con i gestori del servizio idrico schemi di ordinanze per i sindaci”. Un piano che vuole dire solo una cosa: razionamenti. “Nei prossimi sette giorni – ha aggiunto l’assessore Scoccimarro – è previsto un primo incontro con i gestori del servizio per valutare i testi dei provvedimenti. La settimana successiva verranno coinvolti i Comuni interessati”. Una volta che saranno valutate le aree geografiche maggiormente colpite partiranno le prime misure di contenimento dei consumi, che interesseranno i grandi flussi idrici e le utenze private.

LIGURIA: PRONTI 54 INTERVENTI PER SCONGIURARE IL RAZIONAMENTO

La siccità tocca anche la Liguria e il Governatore Toti prova a correre ai ripari. Il presidente, in veste di commissario dell’emergenza siccità, ha firmato un piano con 54 interventi urgenti di Protezione Civile finalizzati a contrastare la crisi idrica. Il piano dei lavori, da 5,7 milioni di euro, prevede attività volte a contrastare la dispersione idrica. Come si legge sul sito della Regione Liguria si prevede “la posa o sostituzione di tubazioni, i lavori per l’interconnessione di reti, il potenziamento degli impianti, ripristino di pozzi, effettuazione di trasporti con autobotti, installazione di serbatoi provvisori, la realizzazione di mini invasi”.

PIEMONTE: 19 COMUNI AL MASSIMO GRADO DI SICCITÀ

In difficoltà anche il Piemonte: oltre la metà del territorio è attualmente in sofferenza per la siccità. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio sulle Risorse Idriche dell’Anbi a febbraio, il deficit pluviometrico è stato dell’87,3% I comuni, considerati al massimo livello di severità idrica, sono passati da 7 a 19 ciò significa che la loro “criticità riguarda parte significativa dell’abitato e che si provvede a integrare i serbatoi dei gestori con autobotti”, spiega Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche).  Ieri si è tenuto il convegno “100 anni di bonifica. L’acqua tra disponibilità, sostenibilità e sicurezza, quali infrastrutture per una miglior gestione”, organizzato da Anbi nazionale, Anbi Piemonte e Ovest Sesia con la partecipazione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. “Per un territorio che lo scorso anno è stato il meno piovoso d’Europa – ha detto il presidente Cirio – abbiamo 300 milioni di euro in corso di spesa per aiutare gli agricoltori, di cui 55 nel nuovo Programma di sviluppo rurale per costruire meccanismi consortili per il mantenimento dell’acqua nelle vasche, investimenti dello Stato e del Pnrr per mantenere l’acqua negli invasi in montagna. Inoltre, abbiamo finanziato le progettazioni dei consorzi irrigui per attuare quegli interventi da tre miliardi di euro che oggi chiediamo allo Stato”.

IN TRENTINO E IN VALLE D’AOSTA MANCA LA NEVE

La siccità ha raggiunto anche il Trentino dove, nei bacini di raccolta ci sono appena 125 milioni di litri di acqua mentre lo standard è 410 milioni. L’imminente avvio dell’irrigazione in agricoltura non farà che peggiorare la situazione. Situazione che fa ipotizzare il ricorso al razionamento sulla falsariga dell’anno scorso. Va un po’ meglio in Valle d’Aosta dove quest’anno è caduta un po’ più di neve dello scorso anno. “Lo scorso anno lo stock idrico nivale (vale a dire la quantità d’acqua immagazzinata nella neve in alta quota) ha toccato i minimi da 20 anni: il 50-60% in meno rispetto alla media – ha detto Edoardo Cremonese, esperto di cambiamenti climatici di Arpa Valle d’Aosta -. Quest’anno va un po’ meglio, con un dato più basso di circa il 50% rispetto alla media, ma dobbiamo fare i conti con la situazione pregressa che non ha consentito al sistema di ricaricarsi”.

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