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Sicilia, Musumeci sospende l’obbligo di Green Pass negli uffici pubblici

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Il Garante della Privacy congela l’ordinanza che impone di munirsi di Green Pass per accedere agli uffici pubblici della Sicilia. Cosa non funziona nell’ordinanza Musumeci

È la Regione che mostra i dati di progressione epidemica peggiori. E anche per questo il governo di Nello Musumeci si apprestava a varare una stretta destinata a far discutere: non solo il ritorno delle mascherine all’aperto, ma anche l’obbligo di Green Pass per accedere agli uffici pubblici.

COSA DICE L’ORDINANZA DELLA SICILIA SUL GREEN PASS

Ma, almeno per ora, quest’ultima parte è stata messa in congelatore. Musumeci, in attesa delle risultanze della avviata interlocuzione con il Garante per la protezione dei dati personali, ha temporaneamente sospeso l’art.5 dell’ordinanza n. 84 del 13 agosto scorso su “l’accesso dell’utenza agli uffici pubblici e a tutti gli edifici aperti al pubblico” che prevede l’obbligo del Green pass. Il provvedimento è stato adottato dal Capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, preposto del soggetto attuatore per l’emergenza Covid.

“Tale provvedimento – spiega una nota della Regione – si inserisce in un più ampio novero di chiarimenti sulla medesima disposizione che costituiranno l’oggetto delle ‘indicazioni’ richieste in merito dal Garante. I principali chiarimenti contenuti nella circolare del dipartimento regionale della Protezione civile riguardano, in particolare, la esclusione degli uffici giudiziari e degli uffici di Pubblica sicurezza e la effettiva disponibilità dei servizi telematici da parte dei soggetti erogatori, in mancanza della quale resta ferma la modalità tradizionale”. Inoltre, viene precisato che la misura è indirizzata “esclusivamente agli utenti e non anche agli operatori. Già ieri il presidente Musumeci aveva anticipato che, prima di dare esecuzione alla misura, si sarebbe attesa la risposta del Garante”.

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“Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato alla Regione Siciliana una richiesta di informazioni”, fanno sapere dall’Autorità, in quanto “Le misure di sanità pubblica che implichino il trattamento di dati personali – ricorda l’Autorità – ricadono nelle materie assoggettate alla riserva di legge statale e, pertanto, non possono essere introdotte con un’ordinanza regionale, ma solo attraverso una disposizione di rango primario, previo parere del Garante”.

In particolare viene sottolineato come “Non risulti che i più recenti interventi normativi in tema di certificazioni verdi abbiano imposto l’esibizione di tali documenti per l’accesso dell’utenza agli uffici pubblici o similari, per cui il loro utilizzo per finalità ulteriori e con modalità difformi rispetto a quanto previsto dalla legge statale creerebbe una evidente disparità di trattamento a livello territoriale”.

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