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Pirateria online, perché la sentenza su Cloudflare è destinata a fare scuola

diritti tv

Calcio, legale: “sentenza anti-pirateria, Cloudflare dovrà fornire dati utenti”

Un provvedimento definito “storico”: il Tribunale di Milano ha accolto integralmente il reclamo della Lega nazionale professionisti Serie A contro Cloudflare, una delle più grandi reti che operano su internet. La pronuncia, resa dal collegio composto dai giudici Silvia Giani, Lorena Casiraghi e Vincenzo Carnì, rappresenta per gli addetti ai lavori “una pietra miliare” nella lotta contro la pirateria online, con implicazioni rilevanti per i servizi digitali.

LE MISURE IMPOSTE A CLOUDFLARE

Il Tribunale, sezione specializzata in materia di Impresa, ha disposto un’ampia gamma di misure nei confronti di Cloudflare. Ecco nello specifico cosa ha imposto:

1.Blocco Dns: Cloudflare dovrà inibire la risoluzione Dns e il traffico verso gli indirizzi IP già bloccati dall’AgCom tramite la piattaforma Piracy Shield.

2.Interruzione dei servizi: l’azienda è obbligata a cessare l’erogazione di servizi di Content delivery network (Cdn), Dns autoritativo e reverse proxy utilizzati per violazioni dei diritti d’autore, adottando misure tecnologiche per rendere inaccessibili i contenuti illeciti trasmessi tramite Iptv.

3.Misure preventive future: in caso di segnalazioni di ulteriori violazioni, Cloudflare dovrà bloccare domini di secondo livello anche con top-level domain differenti, nonché inibire l’accesso a alias derivanti da modifiche dei domini principali utilizzati per attività illecite.

4.Raccolta dati: Cloudflare dovrà fornire dettagli sull’identità dei clienti che hanno usufruito dei suoi servizi per diffondere contenuti piratati, inclusi dati relativi al traffico di rete, file di log, e indirizzi IP associati alle connessioni alle Iptv incriminate.

5.Sanzioni pecuniarie: una penale di 10 mila euro per ogni giorno di ritardo nell’implementazione delle misure è stata stabilita, con decorrenza dal decimo giorno successivo alla comunicazione del provvedimento.

UNA LEGGE PIONIERISTICA SULLA LEGGE ANTIPIRATERIA

Questa pronuncia è la prima a interpretare la nuova Legge 93/23 e il funzionamento del sistema Piracy Shield, confermando il ruolo di Cloudflare come intermediario e access provider, spesso utilizzato per agevolare attività di pirateria. Il Tribunale ha sottolineato che Piracy Shield è solo uno degli strumenti per contrastare la diffusione illecita di contenuti e che misure alternative possono essere altrettanto efficaci.

IL RUOLO DI CLOUDFLARE

Non solo. Grazie alle indagini digitali forensi condotte dalla società SpTech, consulente tecnico della Lnpa, il Tribunale ha accertato che Cloudflare:

•supporta e ottimizza i “siti vetrina” utilizzati per diffondere contenuti illeciti;

•filtra le richieste di connessione degli utenti attraverso i propri server, agendo come intermediario e rendendo possibile la diffusione di eventi protetti da diritti d’autore;

•non ha implementato le misure necessarie per impedire l’uso dei suoi servizi per attività illecite, neanche dopo la notifica del ricorso.

DANNI COMMERCIALI E MONITO PER IL FUTURO

Il Tribunale ha evidenziato inoltre come la trasmissione illecita di eventi sportivi in live streaming, resa possibile dai servizi di Cloudflare, comporti una grave erosione delle quote di mercato per i titolari dei diritti audiovisivi, oltre a un danno reputazionale significativo per le società licenziatarie.

La decisione del Tribunale, sostenuta anche da Dazn, Sky Italia e dalla Lega Serie B, rappresenta un forte segnale per le piattaforme digitali che ospitano o supportano contenuti illeciti. Non solo vengono rafforzati gli strumenti giuridici per combattere la pirateria, ma si pone anche un precedente importante per responsabilizzare i fornitori di servizi tecnologici.

DE SIERVO (LEGA SERIE A): “PIRATI SARANNO MULTATI FACILMENTE”

“L’accoglimento in toto del nostro reclamo contro Cloudflare conferma la validità delle ragioni di chi si batte a tutela della legalità”, ha affermato Luigi De Siervo, amministratore delegato di Lega Serie A, assistita dal collegio difensivo composto da Bruno Ghirardi, Stefano Previti, Vincenzo Colarocco e Giovanni Crescella.

Cloudflare – ha puntualizzato De Siervo – “è stata anche obbligata a comunicare tutti i nomi di chi ha sfruttato le trasmissioni delle Iptv pirata per vedere le partite senza pagare, lasciando tracce indelebili nella rete dei propri indirizzi IP. Siamo arrivati a un punto di svolta decisivo, non solo i fornitori di servizi di accesso alla rete sono stati condannati per aver veicolato contenuti illeciti, ma anche l’utilizzatore finale, ora individuato facilmente, sarà perseguito a norma di legge. L’utilizzo delle piattaforme pirata non è solo un atto illegale, è un attentato al lavoro di migliaia di persone oneste, chi sceglie questa strada uccide il futuro del calcio e dello sport, non possiamo accettare che sia distrutto ciò che amiamo”.

LEGA B: “TAPPA FONDAMENTALE PER LA LOTTA CONTRO LA PIRATERIA”

“Risultato di grande importanza, una tappa fondamentale nel percorso alla lotta contro la pirateria. L’ordinanza del Tribunale di Milano certifica come fossero legittime le richieste che Lega Serie A e Lega Serie B intervenuta ad adiuvandum unitamente a Sky Italia e Dazn fecero a loro tempo per bloccare i domini intestati a Cloudflare, invocando come essa favorisse la pirateria e quindi l’illegalità nella trasmissione di contenuti dei campionati di calcio di A e di B”. Così invece la Lega serie B, che è stata assistita dal collegio difensivo Bruno Ghirardi, Paola Pezzali, Stefano Previti, Vincenzo Colarocco e Giovanni Crescella

“L’ordinanza con la quale oggi si impone a Clouflare di cessare immediatamente l’erogazione di ogni servizio fornito ai ‘pirati’ e il blocco dei nomi di dominio protetti dal diritto d’autore rappresenta un passaggio decisivo – continua la Lega B – per la tutela della legalità del sistema economico sportivo degli operatori della telecomunicazione sportiva e degli abbonati che correttamente assolvono il loro impegno. E’ di rilievo assoluto – conclude la nota della Lega B – il fatto che il Tribunale, nell’ordinare misure inibitorie per impedire a Cloudflare di erogare alcuni dei suoi servizi ai siti pirata, abbia imposto a Cloudflare di fornire dati e informazioni in ordine all’identità dei clienti che hanno usufruito del loro servizio”.

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