skip to Main Content

Sui nomi di Draghi e Mattarella si consuma la battaglia tra Conte e Di Maio

Conte Di Maio

Conte di traverso per impedire a Draghi di salire al Colle; Di Maio invece è il principale sponsor: “Così isoliamo il Movimento”, ma c’è chi pensa che sia allettato dalla possibilità di una nuova esperienza al governo, il quarto della legislatura

C’è una partita parallela a quella del Quirinale, e si sta giocando tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Il primo è il principale oppositore all’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale, forse anche per motivi personali, dato che è la persona che lo ha sfrattato da Palazzo Chigi; il secondo, attuale ministro degli Esteri nell’esecutivo Draghi, continua invece a spendere il nome dell’ex numero 1 della BCE.

QUEL ROMANZO QUIRINALE TRA CONTE E DI MAIO

“È chiaro che c’è un grande apprezzamento e una riconoscenza per Mattarella, trasversalmente. Anche da parte mia. È un attestato nei confronti di Mattarella, dei cinque stelle e non solo, anche molti altri voti trasversali”, dichiarava ancora questa mattina l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, commentando il risultato della terza votazione di ieri, che ha visto, un po’ a sorpresa, 125 preferenze espresse per l’attuale inquilino del Colle, che pure ha più volte manifestato l’intenzione di non concedere ‘bis’, anche per rispetto al dettato costituzionale.

Leggi anche: Allarme alla magione Grillo per un pacco bomba: arrivano gli artificieri ma erano solo orecchiette

Conte non poteva però immaginare che di lì a poco Sergio Mattarella sarebbe risultato di nuovo il più votato, con 166 preferenze: 41 in più rispetto alla votazione precedente. A operazioni di voto concluse il deputato Riccardo Ricciardi – vicino all’ex premier 5 Stelle – ha dichiarato: “Oggi è arrivato un segnale importante da parte del Parlamento, segnale che accogliamo con favore”. Giuseppe Conte, “ha sempre parlato di puntare ad un profilo alto, sottolineando che il Capo dello Stato Mattarella lo incarna alla perfezione”.

Offrire un secondo mandato a Sergio Mattarella garantirebbe – è questo il ragionamento dell’area contiana – una continuità istituzionale di cui il Paese in questo momento ha bisogno. Ed è il motivo per il quale, temendo scosse, attorno all’ex premier si stanno raccogliendo tutti coloro che temono le elezioni anticipate e di perdere così la pensione.

La scorsa settimana Vittorio Sgarbi, fulcro dell’operazione scoiattolo che avrebbe dovuto portare Silvio Berlusconi al Colle, aveva ipotizzato: “Se Draghi” diventasse nuovo presidente della Repubblica, contestualmente al governo “andrebbe un nome già deciso come premier che ha Salvini agli Interni e Di Maio agli Esteri, come al primo Conte”. L’individuazione del Presidente del Consiglio, in tale partita, sarebbe un fattore secondario e avrebbe quasi certamente una provenienza al di fuori dalla politica, proprio come fu per Conte. Da parte sua, Di Maio nelle riunioni continua invece a ripetere che continuando “coi veti” si rischia “di isolare il Movimento”.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top