Divide et impera, Macron seduce i socialisti e si riprende la Francia. Parla il prof. Marchi (Unibo)
Il Presidente Emmanuel Macron non ha annunciato un nuovo Premier ma ha mandato un messaggio…
Il legislatore non ha mai fatto nulla di serio per arginare il telemarketing molesto, e allora la stessa associazione di aziende che promuovono quello legale ha studiato una controffensiva, a tutela del consumatore, ma anche di chi opera in modo corretto
Chiamate a ogni ora del giorno. Soprattutto durante il pranzo e in quel momento che, per molti, almeno in estate, è dedicato alla siesta. Si risponde e parte un messaggio registrato, o si viene rispediti in qualche call center dell’Europa dell’Est, dopodiché parte la gragnuolata promozionale. È il telemarketing molesto. Il legislatore, finora, ha fatto davvero poco per provare a fermarlo. E quel poco non è bastato. Ci provano ora due associazioni, Assocontact, che rappresenta le aziende che fanno telemarketing in modo serio e, perciò, hanno tutto l’interesse a far cessare quello molesto e OIC (Osservatorio Imprese e Consumatori), mediante un progetto rating “Azienda Qualificata”, che consiste, a livello grafico, in un bollino blu attestante la qualità, la serietà e legalità con cui operano nell’ambito del marketing telefonico. Un bollino, insomma, destinato a tutte quelle aziende certificate impegnate quotidianamente anche nel contrasto del telemarketing selvaggio.
“L’iniziativa – fanno sapere le due parti in lotta contro il telemarketing selvaggio- rappresenta un ulteriore passo in avanti dopo la pubblicazione del Decalogo per i consumatori e l’istituzione della Camera di Compensazione, e rafforza il Codice di Autoregolamentazione introdotto di recente sempre da Assocontact e OIC”.
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Il bollino blu servirà a certificare che i contraenti abbiano adottato il codice procedurale in materia di telemarketing, che abbiano adempiuto agli obblighi formativi in materia di Privacy e sicurezza sul lavoro e che non siano stati destinatari – nel biennio precedente il rilascio del rating – di sanzioni definitive inflitte dall’Autorità di vigilanza e/o dall’Autorità giudiziaria per condotte inerenti alla violazione dei dati e altre comportamenti dannosi per la clientela finale nonché che abbiano adottato tutta una serie di misure rafforzate di assistenza e tutela dei consumatori.
“Non è una novità che tutto il nostro settore sia inviso ai consumatori, per questioni legate al comportamento e alla poca professionalità di chi opera nelle zone grigie della normativa che ci regola”, ammette Lelio Borgherese, Presidente di Assocontact. “Per questo motivo Assocontact ed OIC vogliono agire a tutela del consumatore e dei professionisti corretti. Lo strumento di rating che lanciamo oggi, unito al decalogo lanciato a gennaio, vanno nella giusta direzione: fare fronte comune con i consumatori, informarli sugli strumenti che hanno a disposizione per difendersi e per distinguere le aziende affidabili da quelle che non lo sono. In attesa del riassetto legislativo del comparto che promuoviamo da anni, e in anticipo con le lungaggini di politica e burocrazia”.
Raffaella Grisafi, Vice Presidente di OIC afferma che si tratta di “un ulteriore passaggio di un lavoro capillare e paziente, che va avanti ormai da anni e che ha visto rafforzare sempre di più la collaborazione tra il mondo consumerista e quello delle imprese di settore in una direzione comune di individuazione di regole certe, valorizzazione dei diritti dei consumatori, certezza e diffusione dell’informazione”.
Quindi, aggiunge: “I risultati ottenuti con l’attività di raccolta segnalazioni e l’interazione con i consumatori ha arricchito ulteriormente il processo di ascolto attivo avviato da tempo e finalizzato ad intercettare le criticità ed individuare soluzioni concrete e percorribili perché sintesi di bisogni e meccanismi di quello che è un mondo complesso in cui convergono discipline diverse ed esigenze altrettanto eterogenee. Non solo assistenza ed informazione all’utente finale ma innalzamento dei livelli di conformità aziendale dei call center quale ulteriore strumento di tutela”.