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Le nefandezze di Hamas non sono complesse: è terrorismo

Terroristi Hamas Deplorati E Giustificati

Aldo Grasso -l’invitato di pietra dei salotti televisivi, che non vi partecipa ma li commenta- ha definito sul Corriere della Sera “postillatori” quelli che deplorano le nefandezze dei terroristi della palestinese Hamas ma le giustificano in qualche modo per la “complessità” dei problemi da cui nascono. I Graffi di Damato

Aldo Grasso -l’invitato di pietra dei salotti televisivi, che non vi partecipa ma li commenta- ha definito sul Corriere della Sera “postillatori” quelli che deplorano le nefandezze dei terroristi della palestinese Hamas ma le giustificano in qualche modo per la “complessità” dei problemi da cui nascono.

         Più in alto, a sinistra, sempre sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia ha definito questi postillatori “più spregevoli” degli stessi terroristi pensando anche a ciò che riescono a produrre di tossico nelle piazze. E chissà se l’editorialista del principale quotidiano italiano, scrivendone, aveva già visto la foto oggi pubblicata sul Giornale che ritrae un corteo anti-israeliano a Milano con un dimostrante cerchiato in rosso che è l’ex terrorista Francesco Giordano, condannato per l’assassinio di Walter Tobagi. Esso fu compiuto nel 1980 da una banda aspirante all’ammissione alle brigate rosse.  “Un ex Br guida la piazza”, ha titolato Il Giornale promuovendolo a posteriori sul campo.

         Si spera che adesso nessuno  protesti per la pubblicazione di questa foto denunciando, com’è avvenuto per quella di cinque anni fa della giudice Iolanda Apostolico in piazza a Catania, la violazione della privacy e riproponga il problema dei dossieraggi praticati dai soliti ignoti.

         A Milano la bandiera d’Israele è diventata in piazza un divieto di accesso o circolazione. Altrove le bandiere israeliane sono state bruciate con quelle degli alleati americani. Prima o poi -vedrete- ne bruceranno anche di italiane. Il direttore Maurizio Molinari ha appena scritto e titolato su Repubblica di una “Italia bipartisan di Meloni e Schlein dall’Ucraina a Gerusalemme”. Un titolo, e relativo testo, forse un po’ forzato per il riferimento alla Schlein e al composito partito che guida ma convalidato in qualche modo dall’ex premier Giuseppe Conte e presidente ora del Movimento 5 Stelle. Che ha gridato con le virgolette messe alle sue parole dall’insospettabile Fatto Quotidiano: ”Il Pd non s’è ancora tolto l’elmetto”.

– Leggi anche: Medio Oriente, cosa prevede il piano sicurezza del Viminale

         Vale anche per la premier Meloni la testimonianza, chiamiamola così, del giornale di Marco Travaglio con quel titolo, addirittura di apertura, non so se più nostalgico o polemico per il richiamo ai tempi in cui la leader della destra italiana era “con Gaza e due Stati”, israeliano e palestinese.

         A proposito dei “postillatori” di conio grassiano e della giudice Apostolico già citata incidentalmente, segnalo il richiamo del Messaggero alla vicenda del figlio dell’Apostolica, Francesco Moffa, ripreso nel 2019 a Padova in alcuni scontri con la polizia, processato e assolto con la testimonianza, credo non irrilevante, della madre.  Questa volta è tutta roba d’archivi giudiziari. Di dossieraggio è difficile parlare per proteggere la giudice dalle polemiche procurate  dai suoi decreti di liberazione di migranti irregolari trattenuti in applicazione di una legge mai contestata davanti alla Corte Costituzionale.

Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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