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Tetto al contante a 5mila euro e Pos: ecco cosa cambia

fine cashback

Tetto al contante a 5mila euro, contributo di 50 euro per acquistare il pos ai commercianti e stop sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronici

Nel decreto legge Aiuti quater, oltre alle misure contro il caro energia, è stato inserito anche il nuovo tetto al contante a 5mila euro. La misura segna un cambio di rotta rispetto ai governi degli ultimi anni che hanno teso sempre a limitare la possibilità di pagare in contanti.

Innalzamento del tetto al contante a 5mila euro

Il provvedimento approvato dal governo Meloni, dunque, porta il tetto all’uso del contante dall’attuale soglia di 2mila euro a 5mila euro. Un’inversione di tendenza di non poco conto se si pensa che dal 1° gennaio sarebbe stato ridotto a mille euro. Cinquemila euro è stata la soglia di compromesso tra i desiderata della Lega, che avrebbe voluto il tetto a 10mila euro, e le altre forze della maggioranza che non volevano prestare troppo il fianco all’evasione o al riciclaggio.

Le regole per l’uso del contante

Il tetto al contante a 5mila euro introdotto dal nuovo decreto non è l’unica norma che regola l’uso del contante nel nostro paese. Per esempio, se per i cittadini residenti il limite è stato fissato in 5mila euro, questo arriva a 15mila euro per gli acquisti dei turisti stranieri. Invece per le rimesse di denaro che passano attraverso i money transfer il limite è mille euro, così come la cifra a partire dalla quale gli assegni bancari e postali devono essere “non trasferibili”.

Quando usare il contante è vietato

Vi sono poi alcuni settori in cui l’uso del contante è vietato, come i pagamenti effettuati nell’ambito dei condomìni, che devono sempre transitare su un conto corrente, oppure le retribuzioni per i lavoratori subordinati (a eccezione dei lavoratori domestici).

Agli italiani piace il cash

Il Governo ha scelto, dunque, di dare ai cittadini la possibilità di scegliere se continuare a pagare in contanti anche importi mediamente elevati. Gli italiani, come si evince dal Rapporto 2022 di The European House – Ambrosetti, non hanno un buon rapporto con i pagamenti elettronici. Il nostro paese è al 29esimo posto al mondo per incidenza del contante sull’economia e si posiziona 24esimo su 27 Paesi Ue nel “Cashless Society Index”.

Il contributo di 50 euro per il Pos

Nel decreto legge Aiuti quater si prova a dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Se con una mano si alza il tetto al contante a 5mila euro, con l’altra viene introdotto “un contributo di 50 euro a piccoli commercianti per l’acquisto del Pos”, come spiegato dalla Premier Meloni in conferenza stampa. Il bonus, da utilizzare in compensazione come credito d’imposta, viene erogato per adeguare gli strumenti utilizzati per la memorizzazione e la trasmissione telematica degli scontrini. Il limite di spesa per la misura è fissato a 80 milioni.

Basta sanzioni per chi non usa il pos

Se da un lato il governo incentiva all’acquisto del pos, dall’altro potrebbe intervenire sulla multa (da un minimo di 30 euro) per gli esercenti che rifiutano di accettare pagamenti tramite Pos, come lasciato trapelare dal viceministro all’Economia Maurizio Leo. Oggi la multa è di 30 euro più il 4% della transazione negata (con l’unica eccezione dei tabaccai). Le prime sanzioni sono state comminate a partire dal mese di luglio 2022 ma, probabilmente, il governo interverrà anche su questo sistema sanzionatorio.

I premi per chi fa pagamenti tracciati

Le altre misure “premianti” già presenti nell’ordinamento italiano riguardano la possibilità di detrarre parte delle spese fatte utilizzando strumenti tracciabili. L’esempio classico è quello dei lavori edilizi, le cui spese, da più di vent’anni, sono detraibili solo se pagate attraverso bonifico “parlante”. Dal 1° gennaio 2020, inoltre, è stato introdotto l’obbligo di pagare con mezzi tracciabili le spese detraibili al 19%. Stesso discorso per le erogazioni liberali.

Alzare il tetto al contante favorisce l’evasione fiscale?

Una norma che stabilisce un tetto al contante ha l’obiettivo di abituare i cittadini ad usare i metodi di pagamento elettronici, affinché le transazioni siano tracciabili e quindi verosimilmente osservabili dal fisco. Stando a quanto riportato da “lavoce.info” che ha rielaborato dati di Eurostat e BCE, paesi con alta tendenza all’evasione, come Grecia, Italia, Lituania e Slovacchia, sono caratterizzati da uso del contante molto elevato, mentre paesi con evasione molto bassa, come Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Finlandia, hanno anche un uso del contante basso.

Tetto al contante 5 mila euro/ evasione

Come funziona negli altri Paesi europei?

All’inizio del 2021 solo in 12 Paesi, compresa l’Italia, erano vigenti limiti all’uso del contante. A dirlo sono i dati dello European Consumer Centres Network. I paesi nei quali esiste un tetto al contante sono per lo più Paesi dell’Europa del Sud, oltre al Belgio, e alcuni Stati dell’Europa dell’Est. Per esempio in Bulgaria il limite è di 5.100 euro, mentre in Romania è prevista una soglia giornaliera di 2.100 euro, Malta ha fissato il tetto a 10.000 euro. I paesi che hanno soglie più restrittive sono la Grecia con un tetto di 500 euro, la Francia con una soglia a 1.000 euro per i residenti, che sale a 15.000 per i non residenti, e il Portogallo con 1.000 euro. Più libertà in Spagna con un tetto a 2.500 euro per i residenti e 15.000 per i non residenti, e in Belgio dove tetto è di 3.000. Vi sono anche Paesi che non hanno alcuna restrizione all’uso del contante. Si tratta dell’Austria, l’Estonia, la Finlandia, l’Ungheria, l’Irlanda, il Lussemburgo e Cipro. In Germania chi paga più di 10mila euro in contanti deve esibire un documento d’identità, mentre in Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro.

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