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Tetto al contante, flat tax e Ponte sullo Stretto: cosa finisce (e cosa no) nella Legge di bilancio

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Tetto al contante, flat tax e Fringe benefit. Cosa entra e cosa rimane fuori dalla Legge di Bilancio.

Lunedì 21 novembre il governo vorrebbe portare in Consiglio dei ministri la Legge di Bilancio. Tra i provvedimenti che entreranno nella manovra da circa 30 miliardi c’è il tetto al contante, la flat tax e la revisione del reddito di cittadinanza.

Il tetto al contante a 5.000 euro finirà nella Legge di bilancio

Il tetto al contante a 5mila euro, che inizialmente doveva essere inserito nel decreto Aiuti quater, finirà nella Legge di bilancio. “Abbiamo deciso di parametrarlo alla media europea” aveva detto la Premier Giorgia Meloni in conferenza stampa. Stando alle indiscrezioni riportate da “La Stampa” il Quirinale non avrebbe rintracciato un’urgenza tale da giustificarne l’inserimento nel decreto Aiuti quater. La strada del decreto-legge, infatti, si segue solo se ricorrono le esigenze di “necessità e urgenza”. L’innalzamento del tetto al contante troverà posto nella Legge di bilancio. “Nessun problema: dal 1° gennaio 2023 il tetto per l’uso del contante salirà a 5mila euro. La norma sarà inserita nella Legge di Bilancio”, fanno sapere da via Bellerio.

Caro bollette: in arrivo 2 miliardi di euro

L’aumento del costo delle materie energetiche sta erodendo i risparmi dei cittadini. Nella manovra è prevista una misura contro il caro-energia, che destina fino a 2 miliardi di euro per ritoccare al ribasso, nel primo trimestre 2022, il conto salato dell’energia e del riscaldamento.

Tasse sugli extra profitti delle società energetiche

Il governo vorrebbe alzare la tassa sugli extraprofitti. In ottemperanza alle norme UE, saranno tassati gli utili delle società energetiche e non il fatturato Iva e l’aliquota potrebbe salire dal 25% al 33%. Sono allo studio anche è aumenti delle imposte su tabacco e gioco online

Detassazione dei premi produttività e Fringe benefit

In materia di lavoro dipendente il governo pensa di fissare a 3mila euro il tetto ai fringe benefit e di detassare i premi di produttività sui quali si applica un 10% fino a 3mila euro. “Possiamo lasciare il 10% fino a 3mila euro e poi sulla parte che supera i 3mila possiamo applicare il 15%, oppure possiamo applicare il 5% sui 3mila euro”, ipotizza sempre Maurizio Leo.

Al via la riforma del Reddito di cittadinanza nella Legge di bilancio

Nella manovra troverà posto la tanto annunciata revisione del Reddito di Cittadinanza. “Siamo ancora nella fase di studio. Abbiamo proposto di non estenderlo più a vita ma con una tempistica precisa per chi è abile al lavoro: 18 mesi di reddito con sei mesi di stop con formazione e inserimento nel mondo del lavoro, poi un décalage di 12 mesi. Arriviamo a un percorso di 36 mesi di reddito e poi si esce”, ha sottolineato il sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon. I sei mesi di stop dovrebbero essere dedicati alla formazione in vista del reinserimento lavorativo. Attualmente la legge prevede che si percepisca il Reddito di Cittadinanza, come riporta il sito dell’INPS, “per un periodo massimo di 18 mesi, trascorsi i quali può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, presentando la nuova domanda già a partire dal mese solare successivo a quello di erogazione della diciottesima mensilità”. Non è previso, inizialmente, un taglio all’ammontare dell’assegno ma, come dice Durigon, l’importo diminuirà all’aumentare del tempo di percezione. A fare eco al sottosegretario anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. “Ci sarà una dovuta revisione di uno strumento che era stato pensato per creare lavoro e invece disincentiva – ha spiegato il vicepremier -. Il Reddito di cittadinanza va lasciato a chi non può lavorare, ma non può essere strumento di disincentivo al lavoro”.

La Flat tax: estensione ai redditi fino a 85mila euro

Troverà posto nella Legge di bilancio anche la tanto discussa “flat tax”. O meglio, come dice l’economista Nicola Rossi “un trattamento di favore riservato ad alcune categorie, in particolare alle partite iva e ai lavoratori autonomi”. Il Governo intenderebbe inserire in manovra l’estensione del trattamento, che prevede una tassazione al 15%, a una platea più ampia di partite IVA. Il regime forfettario dovrebbe interessare le partite Iva fino a 85.000 euro di ricavi. La finalità della manovra è anche arginare le sotto dichiarazioni di ricavi di chi non vuole superare il limite attuale dei 65.000 euro, spostando il problema più in là. La tassazione agevolata dovrebbe riguardare i redditi prodotti a partire dal 2023.

Assegno unico: più incentivi alle famiglie numerose

L’esecutivo di centrodestra proverà a far passare in Legge di bilancio misure che sostengano la natalità. È allo studio una misura, sponsorizzata dal Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, per correggere l’assegno unico garantendo un importo più ricco alle famiglie con più figli.

Riforma delle pensioni: in Legge di bilancio la soluzione ponte di Quota 103

Troverà posto nella manovra una prima revisione del sistema pensionistico volto a evitare il ritorno, dal prossimo 1° gennaio 2023, della legge Fornero. Dal prossimo anno dovrebbe partire Quota 103, una soluzione ponte, della durata di un anno, nel corso del quale sarà possibile andare in pensione con 41 anni contributi e 62 di età. Una riforma organica del sistema pensionistico dovrebbe arrivare nel prossimo anno. Nella riforma il governo dovrebbe provare a guardare anche alle pensioni del domani, per tutti quei lavoratori con carriere discontinue. Sul fronte delle pensioni minime è Forza Italia in linea con quanto promesso in campagna elettorale, che spinge per portare a 1000 euro le pensioni minime.

La voluntary disclosure

La manovra dovrebbe prevedere anche un meccanismo (la voluntary disclosure) per favorire il rientro dei capitali esteri non ancora dichiarati al fisco. Il Governo vorrebbe riproporre l’operazione di riemersione dei capitali che, tra il 2015 e il 2017, aveva fatto emergere 60 miliardi tra attività finanziarie e immobiliari sconosciute all’Erario, con un rimpatrio pari a oltre 15 miliardi. Il Mef ci tiene a sottolineare, in una nota, che se vi sarà uno sconto di natura economica per le attività non dichiarate, non vi sarà alcun condono di carattere penale.

Questo dovrebbe essere lo schema:

  • fino a 1.000 euro si dovrebbe prevedere una cancellazione totale,
  • per le somme tra 1.000 euro e 3.000 euro si dovrebbe pagare a forfait un importo del 50%, comprensivo di imposte, sanzioni e interessi, con la possibilità di saldare il tutto a rate su un arco temporale di cinque anni (ex saldo e stralcio);
  • oltre i 3.000 eurodovrebbe dovrebbe essere possibile una sorta di rottamazione, con uno sconto sulla componente sanzioni e interessi da pagare a forfait, al 5%, e con la possibilità di dilazionare il pagamento su 5 anni .

La sfida del governo è far rientrare in questo meccanismo anche le criptovalute non dichiarate, che per il Fisco sono equiparate a valute estere. Su quest’ultime manca una norma tributaria specifica cosa che crea molte incertezze.

Ponte sullo Stretto? No, autostrada Palermo – Berlino

Tra le misure presenti in manovra dovrebbe esserci anche la riattivazione della società Stretto di Messina spa, costituita nel 1981 e che dal 2013 è stata posta in liquidazione. L’obiettivo, ha spiegato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è “partire con i lavori nell’arco di due anni” e il 5 dicembre il leader leghista sarà a Bruxelles “per chiedere che l’Europa partecipi al finanziamento di un progetto che è europeo: quella non è la Messina-Reggio Calabria ma la Palermo-Berlino”.

Il timing della Legge di bilancio

Lunedì 21 novembre la Legge di bilancio dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri. Da lì partirà il suo iter parlamentare. La manovra sarà prima discussa alla Camera, alla fine della prossima settimana arriverà in commissione Bilancio alla Camera. In Aula non dovrebbe arrivare prima del 20 dicembre, il passaggio in Senato, quindi, sarà solo tecnico, per chiudere prima di Natale o subito dopo.

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