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Treviso e Imperia al voto, ecco perché sarà una sfida interna tra FdI e Lega

Treviso Imperia Sfida FdI Lega

I candidati, gli spin doctor, il lavoro di chi ha già governato e soprattutto gli equilibri che possono scuotersi nel centrodestra: tutto quello che c’è da sapere sulle elezioni di Treviso e Imperia

Le sfide delle prossime elezioni amministrative sono il più esteso banco di prova per la tenuta della nuova maggioranza. Saranno 793 i comuni chiamati ad aggiornare i propri vertici amministrativi. Non tutte le sfide sono uguali. Ve ne sono alcune che hanno un significato che travalica i confini locali per avere ripercussioni a livello nazionali. Due di queste sono quelle di Treviso e di Imperia.

TREVISO, “PROTETTORATO” DELLA LEGA

Treviso è la città del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. L’attuale sindaco, nonché candidato del centro destra unito, è Mario Conte, amico del Presidente Zaia e molto vicino a lui nel modo di fare e interpretare la politica. Pragmatica presenza sul territorio, lontananza da irrigidimenti ideologici e un operativo compromesso con la modernità.

Caratteristiche che, se lo avvicinano a Luca Zaia, lo allontanano dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, più sensibile a contenuti conservatori.

A TREVISO MARIO CONTE DEVE BATTERE PRIMA I MELONIANI E POI GIORGIO DE NARDI

Conte, che anche grazie al ruolo di presidente regionale di Anci, ha costruito un profilo moderato è il più accreditato candidato a succedere a Luca Zaia alla Presidenza della Regione. Ma per garantirsi il suo futuro, e garantire supremazia elettorale della Lega in città, Mario Conte non avrà solo il compito di battere alle urne lo sfidante di centrosinistra, l’imprenditore Giorgio De Nardi, ma anche quello, forse anche più decisivo, di respingere l’avanzata dei meloniani.

Quest’ultimi nella vicina Vicenza, alle elezioni politiche, hanno superato di 15 punti i leghisti (24,9% per Fratelli d’Italia contro 11,5 per la Lega).

I RISULTATI DELL’AMMINISTRAZIONE CONTE

Conte ha dalla sua cinque anni di buona amministrazione. Nel 2018 Conte si impose al primo turno con il 54,5% dei voti, contro Giovanni Manildo del centrodestra che si fermò al 37,6%.

Tra le altre cose ha ultimato la progettazione delle tangenziali e ha consegnato il teatro comunale “Mario Del Monaco” di Treviso alla programmazione del Teatro Stabile del Veneto. Gli analisti di BiDiMedia, del resto, gli attribuiscono una comoda rielezione.

GIORGIO DE NARDI, L’IMPRENDITORE CIVICO CHE GUARDA A SINISTRA

Giorgio De Nardi è il candidato civico del centrosinistra. Imprenditore confindustriale di 62 anni, è il titolare della Aton di Villorba, impresa attiva nel settore dell’elettronica con più di 200 dipendenti. Attento ai temi ambientali, progressista anche nel modo di interpretare l’attività di imprenditore.

“Credo in un modo nuovo e diverso di fare impresa basato sul neoumanesimo e sulla generazione di valore per il bene comune”, si legge sul sito della sua azienda. A sostenerlo non c’è il Terzo Polo e il M5S. Entrambi hanno preferito candidati autonomi, rispettivamente Nicolò Rocco e l’attivista Maurizio Mestriner.

DE NARDI SI AFFIDA AGLI SPIN DOCTOR DI SALA, NARDELLA E GUALTIERI

De Nardi ha ottimi rapporti con il tessuto imprenditoriale locale, da Benetton a De Longhi. Ma per conquistare la fiducia dei trevigiani si è affidato a una società di ricerca, comunicazione politica, studi e analisi che ha messo a segno goal importanti, proprio in Veneto. È “Quorum”, guidata da Giovani Diamanti, figlio del sociologo e politologo Ilvo, laureato in sociologia, socio fondatore e amministratore anche di YouTrend, professore a contratto di Marketing Politico, docente alla Scuola Holden e analista politico al Messaggero.

Quorum”, ha curato, in qualità di spin doctor, la comunicazione di Damiano Tommasi, sindaco di Verona che ha vinto proprio contro la Lega, e del sindaco del centrosinistra Sergio Giordani a Padova. La stessa ha collaborato anche alla comunicazione di Giuseppe Sala a Milano, di Dario Nardella a Firenze e di Roberto Gualtieri a Roma.

SCAJOLA, IL CIVICO CHE DETTA REGOLE A FRATELLI D’ITALIA

Se Treviso è un protettorato della Lega, Imperia è il protettorato di Claudio Scajola. È stato sindaco di Imperia dal 1982 al 1983, poi dal 1990 al 1995 e dal 2018 al 2023. Inoltre, dal 2021 è anche presidente della provincia di Imperia. Alle ultime elezioni da sindaco si è imposto, al secondo turno, con il 52,05% dei voti contro il candidato del centrodestra Luca Lantieri, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Vince Imperia, Progetto Imperia e dall’attuale presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

Il successo, grazie al solo supporto delle liste civiche Imperia Insieme, Obiettivo Imperia, Area Aperta e Il Popolo Della Famiglia, e a una sapiente opera di comunicazione tessuta dai due figli dell’ex ministro, la giornalista Lucia e l’imprenditore Pier Carlo, spin doctor per il padre, gli ha permesso, cinque anni più tardi, di dettare la linea anche al primo partito della coalizione.

Scajola non ha voluto simboli di partito a sostenerlo, la cosa che ha suscitato l’irritazione di Fratelli d’Italia che aveva minacciato di candidare il colonnello dei carabinieri Luciano Zarbano. I meloniani, anche grazie all’intercessione del presidente del Senato Ignazio La Russa, hanno dovuto acconsentire ai desiderata del sindaco.

I RISULTATI DI SCAJOLA

Del resto, Scajola ha dalla sua cinque anni di Governo nel corso dei quali ha ottenuto, come sottolineato da lui stesso nella conferenza stampa di fine mandato, “186 milioni di finanziamenti per opere pubbliche già realizzate, in corso o finanziate”, il risanamento del “disavanzo di 18 milioni di euro dal 2015 al 2018″ e “la riduzione della Tari le cui tariffe nel 2023 avranno una riduzione media del 20%”.

DALLA GIUSTIZIA ALLE URNE: LA SFIDA SCAJOLA CONTRO BRACCO

Scajola, dopo aver vinto la battaglia interna al centrodestra, dovrà ora vedersela con lo sfidante più accreditato, il candidato del centrosinistra Ivan Bracco. Inizialmente la segreteria provinciale aveva scelto Laura Amoretti, funzionaria dei centri per l’impiego della Regione Liguria. La scelta di Amoretti aveva causato la fuoriuscita dell’ex presidente della Provincia di Imperia Domenico Abbo e dei suoi sostenitori.

Lo stesso aveva annunciato la sua candidatura con la civica Imperia Rinasce, al posto proprio di Ivan Bracco. Così il centrosinistra a Imperia si trovava ad avere due candidati sindaci: Amoretti e Abbo. L’unità è stata poi trovata sul nome di Ivan Bracco, che può proseguire, anche nelle urne, una sfida iniziata sui campi della giustizia con l’ex ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola.

Bracco dal 2010 ha indagato sul sindaco Scajola in sei diverse inchieste, tutte archiviate tranne una, quella in cui avrebbe favorito la latitanza dell’ex deputato di Fi Amedeo Matacena e per la quale è stato condannato in primo grado a 2 anni. “Mai avuto nulla di personale, ma come il poliziotto è di tutti, deve essere di tutti anche il sindaco: la famiglia Scajola invece governa la città da decenni e ha portato solo cemento e progetti per pochi, facendole perdere l’anima”, ha detto Bracco. Secondo BiDiMedia il sindaco uscente si avvia verso una scontata riconferma già al primo turno.

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