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Tutti i quesiti dei referendum e quando si terrà l’election day
Oltre all’autonomia, la Cassazione ha dichiarato altri cinque quesiti conformi a legge e quindi sottoposti a Referendum
LE DECISIONI DELLA CASSAZIONE SUI REFERENDUM
L’Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione ha depositato ieri una serie di ordinanze che hanno dato il via libera a sei quesiti referendari su temi di importante rilevanza sociale e politica.
Tra questi, spicca ovviamente il quesito sull’abrogazione totale della legge n. 86 del 2024 relativa all’autonomia differenziata. La famosa o famigerata (dipende dalle prospettive) legge Calderoli, una legge che ha sollevato un ampio dibattito pubblico. Al contrario, non è stato approvato il referendum per l’abrogazione parziale della stessa legge, ritenuto non conforme ai dispositivi legislativi.
I SEI QUESITI DICHIARATI CONFORMI DALLA CASSAZIONE
Oltre all’autonomia, sono stati quindi dichiarati conformi a legge altri cinque quesiti:
•Contratto di lavoro a tutele crescenti: proposta di abrogazione delle norme sui licenziamenti illegittimi introdotte dal Jobs Act.
•Licenziamenti nelle piccole imprese: proposta di abrogazione parziale delle norme su indennità e tutele per i lavoratori.
•Contratti a termine: abrogazione parziale delle regole sulla durata massima, proroghe e rinnovi.
•Responsabilità solidale negli appalti: proposta di abolizione delle norme che escludono la responsabilità congiunta di committenti, appaltatori e subappaltatori per gli infortuni sul lavoro.
•Cittadinanza italiana: riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza richiesto agli stranieri extracomunitari per ottenere la cittadinanza.
COSA SUCCEDE ADESSO, I PROSSIMI STEP E IL PASSAGGIO ALLA CONSULTA
Il primo compito della Cassazione è stato quello di verificare la validità delle firme raccolte per ciascun quesito, che dovevano essere almeno 500 mila per poter procedere. Inoltre, i giudici hanno accertato che i referendum riguardassero leggi vigenti, escludendo quindi norme già abrogate o decadute.
Ora la palla passa alla Corte Costituzionale, che ha il compito di giudicare l’ammissibilità dei quesiti. Il costituzionalista Andrea Morrone, su Repubblica, spiega che i giudici della Consulta dovranno analizzare due aspetti principali:
- L’oggetto del referendum: verificare se la legge da abrogare rientra tra quelle escluse dalla consultazione popolare secondo la Costituzione.
- Limiti interpretativi della Consulta: negli anni, la Corte ha ampliato le ipotesi per le quali un referendum abrogativo può essere considerato non ammissibile, introducendo nuovi criteri che rendono difficili previsioni certe sull’esito.
La Consulta dovrà pronunciarsi entro il 10 febbraio 2025, dopo che il presidente avrà fissato la camera di consiglio non oltre il 20 gennaio.
QUANDO SI VOTERA’, QUORUM E SFIDE ELETTORALI
La data dei referendum sarà stabilita dal presidente della Repubblica, su proposta del Consiglio dei ministri, e sarà unica per tutti i quesiti. La legge prevede che le votazioni si tengano in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025, compatibilmente con le tempistiche del giudizio della Corte Costituzionale.
Perché un referendum abrogativo sia valido, è necessario il raggiungimento di due quorum. E quindi; deve partecipare al voto almeno il 50% più uno degli aventi diritto; inoltre, i voti favorevoli devono superare quelli contrari.
Questa soglia rappresenta una sfida significativa, considerata la bassa affluenza che storicamente caratterizza i referendum in Italia. Alcuni esponenti politici, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, hanno proposto di abbassare il quorum, ma tale modifica non è applicabile ai referendum già indetti.