Skip to content

Premier Time Meloni

“Premier time” in Senato per Giorgia Meloni, ecco cos’ha detto

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde all interrogazioni parlamentari in aula al Senato. Ecco com’è andata

S’è fatto attendere il “premier time” di Giorgia Meloni al Senato, vuoi per una ritrosia che la teneva lontana dalle interrogazioni parlamentari da gennaio 2024, vuoi per la recente morte di Papa Francesco, che ha spinto il governo e la maggioranza al rinvio dal 23 aprile a oggi.

Tantissimi i temi accumulatisi nel frattempo – dalla politica estera alla riforme istituzionali, dalla difesa alla giustizia, dai diritti all’economia – a cui la premier ha provato a dare spazio in un confronto serrato con le opposizioni e i rappresentanti dei gruppi parlamentari.

ESTERI: SUPPORTO AL PIANO ARABO IN MEDIO ORIENTE

Sollecitata dalla senatrice Michaela Biancofiore, Meloni ha ribadito il sostegno dell’Italia a una soluzione duratura del conflitto in Medio Oriente, appoggiando esplicitamente il piano promosso dai Paesi arabi per la ricostruzione di Gaza. “I Paesi arabi sono la chiave di volta nella soluzione permanente del conflitto”, ha dichiarato, sottolineando come il piano debba includere la prospettiva dei due Stati.

Nessun accenno  al piano israeliano di invasione di Gaza, come le ricorda il senatore De Cristofaro (AVS), che le imputa anche una serie di promesse sbilanciate a favore degli interessi americani durante la sua ultima visita a Washington, tra cui l’aumento dell’importazione di gas e petrolio a stelle e strisce e investimenti per 40 miliardi negli Stati Uniti.

La premier smentisce categoricamente le cifre e l’accusa di subalternità nei confronti degli Usa, che definisce “cooperazione consolidata”, sottolineando che gli accordi avranno ricadute sulle Zone Economiche Speciali nel Mezzogiorno.

Mentre sul fronte aperto tra India e Pakistan la premier annuncia che a breve il governo riferirà in Parlamento.

PREMIERATO E GIUSTIZIA, LO SCONTRO CON RENZI

Meloni ha confermato che la riforma del premierato sta procedendo “speditamente”, tornando a definirla “la madre di tutte le riforme” e ribadendo la volontà della maggioranza di procedere altrettanto celermente anche sul fronte della giustizia.

Su questo punto si è acceso un aspro confronto con il senatore Renzi di Italia Viva, che ha rimproverato alla premier di aver cambiato idea su tutto (“dall’euro alla Nato, da Putin alle trivelle”), oltre ad accusarla di giustizialismo nella vicenda Bibbiano quando oggi promette oggi una riforma “garantista”. Pungolata sulle sue intenzioni in caso di bocciatura referendaria, la premier ha risposto all’ex Presidente del Consiglio ironicamente: “Lo farei anche volentieri, ma non farò mai niente che ha già fatto lei”.

Quanto alla legge elettorale, la presidente del Consiglio ha dichiarato di essere favorevole all’introduzione delle preferenze, un segnale di apertura in un ambito che da tempo divide il panorama politico.

ENERGIA, MELONI: DIVERSIFICHIAMO, E SUL DISACCOPPIAMENTO LAVORIAMO INSIEME IN UE

Altrettanto critico il senatore Francesco Boccia (PD), che sottolinea la scarsa propensione del governo a partecipare alle interrogazioni parlamentari e attacca  sullo stato della sanità pubblica, le liste d’attesa, le accise sulla benzina ancora in vigore e la gestione del DEF, oltreché sul dossier energia, contestando all’esecutivo di fare propaganda.

Interrogazione troppo ampia e poco mirata, secondo la presidente del Consiglio, che respinge le accuse. Precisa che il governo proseguirà sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento (Caucaso, Nord Africa e Gnl americano) e invita il Pd a spostare in sede europea la battaglia sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia, mostrando apertura sul tema (“possiamo lavorare insieme”), mentre sulla Sanità rimbalza la responsabilità alle Regioni.

DIFESA, MELONI: SPESE MILITARI AL 2% PIL ENTRO 2025

L’interrogazione di Calenda (Azione) si concentra sugli investimenti previsti nell’ambito della difesa. In merito, Meloni risponde che l’Italia raggiungerà nel 2025 l’obiettivo di spesa militare pari al 2% del PIL, come richiesto dalla Nato. Una scelta che definisce di responsabilità e coerenza, lasciando intendere però anche una certa resistenza a cedere sovranità nelle materie inerenti la difesa nazionale: “La libertà ha un prezzo. Se fai pagare ad altri la tua sicurezza, non sei tu a decidere del tuo destino”.

“Se pensiamo di affrontare questa fase della storia con un esercito che ha una media di 59 anni e che non ha sufficienti capacità operative, diventiamo una nazione di serie C. Che io lo debba ricordare alla destra italiana mi sembra surreale”, ha replicato Calenda.

ECONOMIA E TRANSIZIONE

Sul piano economico, è Patuanelli del M5S ad attaccare il governo. Meloni difende l’impegno dell’esecutivo nel rilancio del ceto medio e nel contrasto alla guerra commerciale, mentre sulla Transizione 5.0 annuncia che il governo è disponibile a valutare gli effetti reali e a ridefinirne l’attuazione, in linea con le esigenze del sistema produttivo italiano. “La flessione della produzione industriale non è una dinamica italiana, ma un problema che caratterizza le principali economie europee”, su cui pesa anche la crisi dell’automotive, settore “schiacciato dalle follie ideologiche di una transizione ecologica incompatibile con la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi che gli interroganti sostenevano e che questo governo invece ha contestato sin dall’inizio lavorando in Europa per una sua revisione”, aggiunge. “Risposta elusiva e inconcludente”, commenta in replica il senatore.

DIRITTI E FEMMINICIDIO

Alla senatrice Julia Unterberger (SVP), che chiedeva l’introduzione di un reato specifico per l’incitamento all’odio contro le donne, Meloni ha risposto che tale proposta potrà essere valutata in Parlamento. Pur esprimendo cautela sui “reati d’opinione”, ha assicurato la disponibilità della maggioranza a discutere con spirito unitario.

 

 

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su