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Waltz

Trump silura Waltz e Wong: il terremoto dopo il Signalgate

Mike Waltz e il suo vice Alex Wong via dal Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America. Arriva la decisione di Trump dopo lo scandalo Signalgate

Dopo settimane di indiscrezioni, è arrivata la conferma: il presidente Donald Trump ha deciso di sollevare dall’incarico Mike Waltz, figura chiave nell’apparato della sicurezza nazionale, e il suo vice Alex Wong. Sono le prime teste a cadere a poco più di 100 giorni dall’inizio della nuova presidenza Trump.

IL CASO CHATGATE

La decisione arriva con ritardo rispetto all’esplosione del cosiddetto Chatgate, scoppiato a metà marzo. All’epoca, molti chiedevano già le dimissioni di Waltz, ritenuto responsabile della clamorosa fuga di notizie riservate attraverso Signal. Il caso era esploso dopo che il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg era stato inavvertitamente incluso in una chat top secret che comprendeva alcuni dei più alti funzionari del Pentagono e della difesa e in cui circolavano informazioni altamente riservate su un imminente attacco in Yemen diretto contro gli Houthi.

PERCHÉ TRUMP HA RIMOSSO WALTZ

Sulla decisione di Trump avrebbe pesato anche il giudizio di Laura Loomer, attivista e blogger tenuta in grande considerazione dalla galassia Maga, che ha criticato duramente vari collaboratori del presidente, tra cui appunto Waltz e il suo vice Wong, figlio di immigrati cinesi e accusato di difendere gli interessi di Pechino. Nel mirino anche il capo del Pentagono Pete Hegseth, coinvolto nel caso Signal e in un’altra inopinata condivisione di notizie top secret con i propri familiari.

CHI SOSTITUISCE WALTZ

Negli ultimi giorni era ventilata l’ipotesi che potesse essere Steve Witkoff, il businessman inviato della Casa Bianca per occuparsi dei dossier più delicati della politica estera – dalla guerra in Ucraina alla situazione in Israele e Palestina ai rapporti con Macron – a rilevare la posizione di Waltz.

Per il momento la guida del Consiglio per la Sicurezza Nazionale passa ad interim al Segretario di Stato Marco Rubio: una doppia carica che non si vedeva dai tempi di Henry Kissinger, l’ultimo a svolgere i due ruoli contemporaneamente.

WALTZ AMBASCIATORE USA ALL’ONU

Nonostante i tentativi in TV di difendere la propria posizione, Waltz è stato visibilmente ridimensionato e infine ufficialmente silurato. Ora rappresenterà gli Stati Uniti alle Nazioni Unite (Trump aveva inizialmente indicato Elise Stefanik per il ruolo, ma a marzo ne aveva bloccato la nomina).

Una retrocessione elegante secondo alcuni, una promozione per il vicepresidente JD Vance, di cui Waltz si dice ” profondamente onorato”.

 

Per assumere la carica, Waltz dovrà affrontare un’audizione di conferma al Senato, che i democratici potrebbero sfruttare per attaccarlo sullo scandalo Signalgate.

Tuttavia, secondo Politico, Waltz mantiene ancora buoni rapporti con diversi senatori repubblicani e potrebbe superare indenne la prova, pur perdendo, molto probabilmente, il suo posto nel gabinetto del presidente.

ALTRI SILURAMENTI IN VISTA?

Non è escluso adesso che a questi primi siluramenti si aggiungano altri nomi eccellenti, considerata la propensione di Trump, già sperimentata durante il suo primo mandato, a improvvisi dietrofront sugli incarichi affidati ai propri fedelissimi.

La rimozione di Waltz e di Wong, sostenitori della linea intransigente nel contrasto alla Cina e all’Iran, potrebbe preludere a un cambio di rotta nelle relazioni diplomatiche degli Stati Uniti, visto che la presidenza sembra volersi assestare su posizioni più concilianti rispetto alla linea dura propugnata dai due ex vertici della sicurezza nazionale.

Intanto, la poltrona di Pete Hegseth, il segretario alla Difesa, coinvolto nel Signalgate e in una presunta condivisione di informazioni top secret con familiari, continua a tremare. Per ora rimane al suo posto, ma il suo futuro appare sempre più incerto.

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