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Aiuti all’Italia e progetti per l’Europa. Viva la Commissione europea

Commissione europea

Dalla strategia dell’Ue per l’Unione della sicurezza, agli aiuti alle Pmi italiane. Tutto quello che sta facendo la Commissione europea per l’Italia e per l’Europa

La Commissione europea ha presentato il 24 luglio la strategia dell’Ue per l’Unione della sicurezza, un progetto che proverà a trasformare l’Unione stringendo un nuovo patto per la sicurezza. “Dalla protezione delle nostre infrastrutture critiche al contrasto della criminalità informatica, passando per la lotta alle minacce ibride, non possiamo tralasciare nessun aspetto per preservare la nostra sicurezza”, ha detto il vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo Margaritis Schinas. “Questa strategia fornirà un quadro di riferimento per le nostre politiche sulla sicurezza che dovranno essere sempre pienamente fondate sui nostri valori comuni”, ha aggiunto. Il piano vuole contrastare le minacce fisiche e digitali. Quattro priorità: la realizzazione di un ambiente della sicurezza adeguato alle esigenze del futuro, la preparazione ad affrontare le minacce in evoluzione, la protezione dei cittadini europei dal terrorismo e dalla criminalità organizzata e, infine, la creazione di un forte ecosistema europeo della sicurezza.

L’AIUTO ECONOMICO ALLE PMI ITALIANE

Qualche giorno dopo aver annunciato la strategia per la sicurezza, la Commissione ha approvato tre regimi di aiuti di Stato italiani con un bilancio complessivo di 6 miliardi di euro. I tre regimi sono stati direttamente approvati rispettivamente a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato. Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha spiegato che “con questi tre regimi, l’Italia sosterrà ulteriormente le Pmi colpite dall’emergenza coronavirus, rafforzandone la capitalizzazione e agevolandone l’accesso ai finanziamenti in questi tempi così difficili. Obiettivo di questi regimi è incentivare gli investitori privati ad aiutare le imprese a far fronte ai problemi di liquidità che le affliggono a causa della pandemia e a proseguire l’attività”. I regimi sono aperti alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi attivi in tutti i settori, a eccezione del settore finanziario e della pubblica amministrazione. L’importo dell’aiuto individuale sarà calcolato come percentuale della differenza tra il fatturato registrato dai beneficiari ammissibili nell’aprile 2020 rispetto al fatturato dell’aprile 2019 (almeno 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le aziende).

L’UE RIPARTE DAL GREEN DEAL

La nuova Commissione europea aveva appena iniziato il suo lavoro quando è arrivato il coronavirus. Nonostante tutto quello che è successo negli ultimi mesi, sono sempre sei le priorità su cui stanno lavorando i nuovi commissari. Per i 500 milioni di cittadini Ue, nei prossimi 4 anni, al primo posto c’è e ci deve essere l’ambiente. L’inquinamento e il surriscaldamento sono da combattere con ogni mezzo. Il Green Deal europeo è per questo motivo la massima priorità per il Vecchio continente. La Ue vuole adoperarsi per divenire il primo continente a impatto climatico zero, obiettivo che la rende il soggetto politico più ambizioso e rispettoso del pianeta tra tutti gli attori del sistema internazionale.

UE DIGITALE

Il secondo punto è sintetizzato dallo slogan: “Un’Europa pronta per l’era digitale”. Ciò significa che l’Ue vuole più opportunità grazie a una nuova generazione di tecnologie, capaci di elevarla al livello di Stati Uniti e Cina. È in quest’ottica che va visto il Digital Service Act e l’operato del commissario Vestager, che ha parlato di sovranità digitale europea non soltanto per l’azione legislativa e regolamentaria svolta in questi anni. C’è bisogno di una Ue capace di sviluppare le proprie big tech e di trainare l’innovazione mondiale, senza dipendere dai due colossi a occidente e oriente. Questa è una priorità anche per Angela Merkel, con la Germania alla guida del Consiglio per il prossimo semestre.

BASTA CON L’AUSTERITY

La nuova Commissione ha un terzo punto in programma: l’idea che l’economia debba essere al servizio delle persone. Le parole utilizzate a Bruxelles per guidare le nuove politiche sono “social fairness”, che è la trasparenza intesa come onestà, correttezza nelle relazioni sociali, e “prosperity”, intesa come progresso e miglioramento delle condizioni di vita, di tutti. È in quest’ottica che va letto il mea culpa della Germania sull’austerity? Infatti, in coincidenza con l’avvio della presidenza tedesca del Consiglio Ue, la Germania ha rinnegato l’austerity e ha chiesto scusa alla Grecia per bocca di Wolfgang Schäuble, ex ministro delle Finanze di Germania, che dal 2009 al 2017 fu protagonista di forti tensioni con il Governo greco, allora guidato da Alexis Tsipras.

LA POLITICA ESTERA

Con Javier Solana, Lady Ashton, Federica Mogherini, Josep Borrell, abbiamo assistito alla trasformazione della PESC, la Politica estera e di sicurezza comune nata nel 1993 a Maastricht, in PESD (Politica europea di sicurezza e di difesa) e in PSDC (Politica di sicurezza e di difesa comune), ma da questi acronimi non è mai nata una vera politica estera europea. È difficile ammetterlo, ma l’Unione Europea negli ultimi vent’anni è quasi scomparsa, nascosta dietro l’approccio differenziato dei suoi membri, che continuano a perseguire sempre più interessi nazionali di fronte alle sfide geopolitiche. È per questo che la nuova Commissione vuole diventare più forte nel mondo con una nuova politica estera (punto quattro), rafforzando il ruolo di guida responsabile dell’Ue a livello mondiale. La promozione del nostro stile di vita europeo è il quinto punto, a dimostrazione della volontà di tutelare i cittadini e i valori europei.

LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA

Ultimo punto, ma forse il più importante e impegnativo al tempo stesso, rafforzare e difendere la democrazia con un nuovo slancio. In Europa ci sono troppi partiti estremisti che minacciano lo Stato di diritto. Troppi leader facinorosi che inneggiano a regimi dittatoriali. Cosa desidera essere l’Unione Europea, gli Stati Uniti di Trump, la Russia di Putin, la Cina di Xi Jinping? Forse è meglio essere semplicemente l’Ue. Attenzione a ciò che succede in Polonia, in Ungheria, ma anche in Italia, Spagna, Grecia, Germania, Francia, Olanda e negli altri paesi dove partiti di destra ricevono consensi. La Commissione di Ursula Von der Leyen deve coltivare, proteggere e rafforzare la democrazia europea dalle pulsioni autoritarie delle destre estremiste e dei populismi con ogni mezzo.

I “MINISTRI” EUROPEI. CHI SONO I COMMISSARI E DI COSA DI OCCUPANO

La presidente della Commissione europea è Ursula Von der Leyen, il vicepresidente esecutivo è Frans Timmermans, che si occuperà direttamente del Green Deal europeo. L’altra vicepresidente esecutiva è la danese Margrethe Vestager, che ha il compito di trasformare l’Europa in una potenza digitale. Il terzo vicepresidente esecutivo è Valdis Dombrovskis, il suo motto è “un’economia al servizio delle persone”. Il capo della politica estera è Josep Borrell Fontelles, impegnato per creare un’Europa più forte nel mondo. Tra gli altri vicepresidenti ci sono: Maroš Šefčovič su Relazioni interistituzionali e prospettive strategiche, Věra Jourová su Valori e trasparenza, Dubravka Šuica su Democrazia e demografia, Margaritis Schinas su Promozione dello stile di vita europeo. Gli altri commissari sono Johannes Hahn al Bilancio e amministrazione, Phil Hogan al Commercio, Mariya Gabriel su Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani, Nicolas Schmit al Lavoro e diritto sociali, il nostro Paolo Gentiloni all’Economia, Janusz Wojciechowski all’Agricoltura, Thierry Breton al Mercato interno, Elisa Ferreira su Coesione e riforme, Stella Kyriakides alla Salute e sicurezza alimentare, Didier Reynders alla Giustizia, Helena Dalli su tema dell’Uguaglianza, Ylva Johansson agli Affari interni, Janez Lenarčič sulla Gestione delle crisi, Adina Vălean ai Trasporti, Olivér Várhelyi su delicati temi di Vicinato e allargamento, Jutta Urpilainen sui Partenariati internazionali, Kadri Simson all’Energia, infine Virginijus Sinkevičius all’Ambiente, oceani e pesca.

Qui i documenti Ue con i piani 2019-2024 

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