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Il mondo di Antony Blinken. Chi è il nuovo Segretario di Stato americano scelto da Biden
Antony Blinken sarà il prossimo “ministro degli esteri” degli Stati Uniti. Il presidente eletto Joe Biden si appresta ad annunciare anche Linda Thomas-Greenfield come ambasciatrice alle Nazioni Unite e Jake Sullivan consigliere per la sicurezza nazionale
Mentre Donald Trump continua la sua battaglia per il disconoscimento del voto, fonti ufficiali confermano che il presidente eletto Joe Biden intende nominare Antony Blinken come prossimo Segretario di Stato. La notizia è stata riportata per la prima volta da Bloomberg, confermata poi da Foreign Policy.
I PROSSIMI COLLABORATORI DI BIDEN
Biden dovrebbe annunciare oggi il nome di Blinken come Segretario di Stato, insieme a una lista di altre persone, scelte per il nuovo gabinetto. Alcuni nomi sono già trapelati: Linda Thomas-Greenfield, il principale diplomatico statunitense per gli affari africani sotto il presidente Barack Obama, sarà annunciata come ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, e Jake Sullivan è destinato ad assumere il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale dopo aver ricoperto lo stesso incarico sotto l’allora presidente Joe Biden.
ANTONY BLINKEN
Blinken è nato il 16 aprile 1962 a New York e sebbene sia molto rispettato negli ambienti politici di Washington, il suo profilo relativamente basso sarebbe un allontanamento dai precedenti segretari di Stato democratici: sia Hillary Clinton che John Kerry erano figure nazionali con uno standing internazionale quando hanno assunto l’incarico durante l’amministrazione Obama.
IL BRACCIO DESTRO DI BIDEN
A differenza dei suoi predecessori Democratici, che forse avevano le proprie basi di potere, Blinken ha passato la maggior parte della sua carriera al fianco di Biden. La sua carriera di politica estera è iniziata al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, per poi diventare assistente senior dell’allora senatore Joe Biden nella Commissione per le relazioni estere del Senato, che lo ha poi nominato suo consigliere per la sicurezza nazionale quando è diventato vicepresidente. La sua più recente carica pubblica è stata quella di vice segretario di Stato negli ultimi due anni dell’amministrazione Obama.
IL MONDO DI BLINKEN
Lasciato il servizio pubblico, Blinken ha fondato una società di consulenza con Michèle Flournoy. Secondo Blinken – come riporta Brookings Institution, l’odierno “mondo sempre più pericoloso… assomiglia più agli anni Trenta che alla fine della storia – con populisti, nazionalisti e demagoghi in ascesa; potenze autocratiche sempre più forti e sempre più aggressive; l’Europa impantanata in divisioni e dubbi su se stessa; e la democrazia sotto assedio e vulnerabile alle manipolazioni straniere”. Aggiunge che le nuove sfide, “dalla guerra cibernetica alle migrazioni di massa verso un pianeta in via di riscaldamento” sono problemi che “nessuna nazione può affrontare da sola e nessun muro può contenere”.
SULLA CINA
Parlando con Fareed Zakaria della CNN in ottobre, Blinken ha dato un assaggio del suo approccio alla Cina, concentrandosi, come Biden, sulle relazioni con gli alleati: “La sfida con la Cina non riguarda tanto la loro forza, per quanto in aumento, bensì le nostre debolezze autoinflitte”, ha dichiarato Blinken. Un’amministrazione Biden “lavorerebbe con i nostri alleati e partner e affermerebbe effettivamente i nostri valori. Ed è così che si mette in difficoltà la Cina da una posizione di forza”.
I RISCHI DELLA RESTAURAZIONE OBAMIANA
Come ha fatto notare Alberto Negri in un commento su Facebook, l’amministrazione Obama non è stata immune da gravi errori in politica estera: “Il team di Biden con Blinken segretario di stato e Sullivan alla sicurezza nazionale ha questa volta l’opportunità di rimediare i devastanti errori commessi in Siria e Libia dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton di cui entrambi sono stati consiglieri strategici. Il ‘dream team’ di Biden rimanda ai peggiori incubi del Mediterraneo. I guai non finiscono con Trump”.
IL RILANCIO DELL’ASIA
Su come cambierà la politica estera americana con Blinken, ha scritto un interessante commento Livio Ricciardelli, Consigliere del I Municipio di Roma ed esperto di politica anche internazionale: “Blinken ha già collaborato con Biden dal 2009 al 2017, prima come Vice Segretario di Stato e dopo come Consigliere per la Sicurezza Nazionale alla vicepresidenza. Questa nomina presupporrà un ritorno del Pivot to Asia da parte della diplomazia statunitense, che negli ultimi anni aveva deciso di abbandonare il proprio interesse in quest’area. L’accordo commerciale Recp di qualche giorno fa (tra Cina Popolare e altri 14 stati dell’area del Pacifico) è stato favorito anche dall’abbandono di questa priorità strategica da parte degli Stati Uniti d’America.
Curioso anzi che Trump stia ottenendo dei risultati di politica internazionale su un dossier “tradizionale” della politica estera Usa degli ultimi anni (come il Medio Oriente) ma non abbia fatto nulla sulla sfida geopolitica del futuro (l’Asia e il Pacifico, appunto). A quanto pare Trump si è dimostrato più tradizionalista e più in linea coi suoi predecessori rispetto a quello che voleva far credere”.