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Chi è Ribera e perché anche da lei dipende il futuro di Fitto

Teresa Ribera

La partita delle vicepresidenze esecutive è sempre più intrecciata. Da un lato i progressisti lavorano per la bocciatura dell’italiano Raffaele Fitto, dall’altro i popolari spagnoli non vogliono la socialista ambientalista Teresa Ribera

Teresa Ribera è la vicepresidente esecutiva della squadra Ue designata scelta da Ursula von der Leyen per le transizioni climatica, digitale e sociale. Sul suo nome si sta combattendo un’aspra battaglia che coinvolge anche la nomina dell’italiano Raffaele Fitto.

L’ALLUVIONE SPAGNOLA CHE RISCHIA DI FARE DANNI A BRUXELLES

Teresa Ribera, oltre all’incarico europeo, è anche vicepremier in Spagna. L’alluvione che ha interessato la regione di Valencia causando 220 morti e incalcolabili danni alle città e alle campagne, pone Ribera tra i possibili responsabili per i gravi ritardi nel dare l’allarme per le inondazioni. Tanto che c’è il rischio di un suo coinvolgimento in procedimenti giudiziari. Intanto, a metterla sul banco degli imputati, ci pensano i popolari spagnoli che, per bocca di Dolors Montserrat, leader del Partido Popular della famiglia del PPE, ha fatto saper che la sua formazione non appoggerà “un governo europeo guidato da Ursula von der Leyen che coinvolga Teresa Ribera dopo tutto quello che è successo nelle ultime due settimane”.

PERCHÉ LA NOMINA DI RIBERA È LEGATA A QUELLA DI RAFFAELE FITTO

La delegazione del Pp a Bruxelles conta 22 eurodeputati, la defezione dei popolari spagnoli potrebbe mettere a rischio la nomina di Raffaele Fitto, già ostracizzato da parte dei gruppi socialisti, verdi e liberali. Secondo la copresidente del gruppo dei Verdi Terry Reintke sono “molti dubbi sul portafoglio e sulle competenze di Fitto” e, inoltre, “non viene rispecchiata la maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen a luglio”.

Le tensioni all’interno del Parlamento hanno causato lo slittamento del voto sui vicepresidenti designati per evitare il gioco dei veti incrociati. Per questo motivo è necessario che si trovi un accordo di natura politica. Il vicepremier Antonio Tajani ha provato a mediare con i colleghi spagnoli. “Bisogna che tutti riflettano sull’importanza di avere la Commissione europea in funzione il prima possibile – ha dichiarato il nostro ministro degli esteri -. C’è una situazione internazionale molto complicata, la guerra in Ucraina e in Medio oriente, la situazione nel Mar Rosso e le tensioni in molte parti del mondo”.

CHI È LA VICEPRESIDENTE ESECUTIVA DESIGNATA TERESA RIBERA

Teresa Ribera Rodriguez è una giurista con una lunga una carriera da alta funzionaria nella pubblica amministrazione spagnola (nei governi Zapatero I, II e Sanchez) e internazionale. Ribera ha svolto anche diversi incarichi presso le Nazioni Unite nell’ambito dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici. Contraria anche all’uso dell’energia nucleare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, Teresa Ribera è una scelta che denuncia la volontà della Commissaria von der Leyen di non abbandonare la rotta tracciata dall’ex commissario Timmermans.

COS’HA FATTO TERESA RIBERA DA MINISTRO

Il premier spagnolo Pedro Sanchez nel 2018 ha scelto Teresa Ribera come ministro della Transizione ecologica e dopo due anni come uno dei suoi sue vice premier. Ribera si è posta da subito l’obiettivo trasformare la Spagna in un paese green dichiarando guerra al carbone e chiudendo le miniere nel nord del Paese. I lavoratori del settore sono stati aiutati con uno stanziamento da 250 milioni di euro. Nel corso della Cop29, da rappresentante dell’Ue in virtù del semestre europeo a guida spagnola, ha avuto un duro scontro con Abdulaziz bin Salman, il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, figlio del re Salman e leader dell’Opec.

Ribera definì “disgustosa” la lettera con cui l’Opec ha provato a evitare un phase out dalle fonti fossili e nel corso delle trattative era lei a sedere alla destra del segretario generale Onu Guterres. Da ministro si è fatta promotrice di una norma che prevede di vietare la produzione di automobili diesel e benzina dal 2040 e la loro circolazione dal 2050. Un dossier molto contestato, soprattutto nel nostro paese e che presto approderà a Bruxelles. Infine, durante la crisi del gas, ha lavorato all’introduzione di un tetto al prezzo dell’energia in virtù delle particolari condizioni di autonomia del sistema spagnolo.

L’APPELLO DI PRODI E MONTI: “RIBERA E FITTO QUALITICATI, SUPERARE LE TENSIONI”

Che lo stallo rischia di avere conseguenze nefaste per l’intera commissione von der Leyen lo esplicitano senza mezzi termini due pezzi da novanta della storia della comunità europea, nonché due ex premier italiani: Romani Prodi e Mario Monti.  “In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione Europea deve fronteggiare ad Est e ad Ovest – hanno dichiarato in un appello congiunto – confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti”.

No a “regolamenti di conti”, quindi, sul voto ai commissari “perché – è l’avvertimento lanciato da Prodi e Monti – tali tensioni porterebbero a un grave conflitto tra Parlamento e Commissione, proprio i due fattori di spinta verso un’Europa più unita. Potrebbe addirittura derivarne la caduta della Commissione Von der Leyen 2, dopo una gestazione di cinque mesi e prima ancora della sua entrata in carica, proprio quando i cambiamenti nella politica americana ci obbligano a costruire un’Europa più forte e più coesa. Il mondo intero guarderebbe all’Europa con derisione. Auspichiamo – hanno concluso – che in questo grave momento prevalga in tutti il senso di responsabilità”.

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