“Meloni e Trump? Simili, hanno combattuto per essere lì. Io e Donald abbiamo invitato due…
Expo 2030, Roma o Riad? Il caos al festival scout esclude la Corea del Sud

I disordini verificatisi a sud-ovest del Paese, nella zona di Saemangeum, hanno messo in luce le carenze organizzative della Corea. Con il supporto degli Usa, l’Italia può battere l’Arabia Saudita?
Non è difficile capire perché in foto vi siano Meloni e Macron: semplice, nella corsa a Expo 2030 Roma può perdere contro Riad proprio a causa della Repubblica francese. Ma, forse, dalla Corea del Sud arriva un altro piccolo spiraglio in più. Vediamo.
CHE COSA E’ SUCCESSO IN COREA DEL SUD
Lo spiraglio si è aperto perché il festival mondiale degli scout organizzato in Corea del Sud, quest’anno a Saemangeum nel sud-ovest del Paese, è stato un fallimento. “La Corea del sud puntava su questo Jamboree 2023 per lanciare la sua candidatura all’Expo 2030 e sfruttare l’immagine sempre più popolare del paese a livello internazionale”, ha raccontato ieri Giulia Pompili – giornalista esperta di vicende asiatiche – sul Foglio.
E invece? E invece è stato, appunto, un fallimento per evidenti falle organizzative. La zona fresca fresca di bonifica, il grande caldo, gli allagamenti che hanno impedito gli accampamenti, “l’arrivo delle pederine, coleotteri che provocano la dermatite da Paederus, una dolorosa e pruriginosa eruzione cutanea”, aggiungeva ieri Pompili.
Risultato: gruppi scout inglesi e americani che si sono spostati verso alloggi sicuri, un piano d’emergenza fatto scattare troppo tardi dal presidente Yoon Suk-yeol, tante persone ai centri di soccorso del raduno dopo solo due giorni su dieci di festival. C’è stato pure un tifone e alla fine è scattata l’evacuazione generale. Fine dell’edizione numero 25 del World Scout Jamboree.
EXPO 2030, COREA OUT: RIMANGONO ROMA E RIAD
Come detto, era l’occasione per farsi vedere per Seul ed è andata male, malissimo (la candidatura era per Busan, ndr). Per l’appuntamento di inizio decennio prossimo, quello dell’esposizione mondiale, restano adesso, a tutti gli effetti, solo Roma e Riad. Italia e Arabia Saudita. Anche Odessa, con il prosieguo del conflitto causato dalla Russia in Ucraina si è dovuta per forza di cose tirare indietro.
E, allora, ecco rimaste le ultime due pretendenti. Meloni, dal viaggio in Usa di luglio ha incassato il sostegno americano (mentre prima Washington supportava Riad). Ma l’ostacolo maggiore per Roma resta Parigi.
La votazione finale si terrà il prossimo 28 novembre, nel corso di questi mesi si stanno svolgendo diverse visite dei commissari di Expo 2030 nelle sedi candidate. I masterplan finali sono stati presentati a fine giugno, a votare saranno i delegati dei 179 Paesi, come ricordavamo su questo giornale, “tra un focus sulla rigenerazione urbana e uno sulla sostenibilità ambientale, in controluce sembra riguardare anche assetti geopolitici e rispetto dei diritti umani”.
L’ARABIA SAUDITA AL CENTRO
La stessa premier Meloni, a margine del bilaterale d’Oltralpe con Macron ha ribadito che Parigi supporta Riad.
l’Arabia Saudita, d’altronde, è la vera protagonista di questa fase storica: nel mondo del calcio tenta di attrarre i maggiori talenti (di una volta e del presente, almeno alcuni) europei per dar vita a un movimento forte che aiuti a migliorare la propria immagine nel mondo. Un tentativo già portato avanti in Cina e in Russia, rivelatosi fallimentare.
Sempre dal punto di vista del lobbying, da mesi è esplosa anche la vicenda delle relazioni politiche tra esponenti o media europei e il Qatar. Ci sono gli Emirati Arabi, che tramite lo spionaggio della Alp Services, vuole mettere in cattiva luce Doha ma anche Riad a proprio favore.
Anche se, comunque, più in generale l’area del Golfo è protagonista di tanti eventi sportivi che accompagnati agli investimenti green provano a ribaltare l’immagine delle piccole monarchie.
Da ultimo, nell’ambito della guerra russo-ucraina, Riad vuole giovare un ruolo diplomatico nel processo negoziale che porti a un accordo di pace. Da paria a pacificatore, ha titolato Politico. In ogni ambito.