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Lockdown e miliardi bruciati, quello studio che spaventa BoJo
Secondo un dossier del tesoro, se BoJo riportasse il Paese in lockdown il conto da pagare sarebbe molto salato: 18 miliardi di sterline
La Gran Bretagna non può permettersi nuovi lockdown: a quanto pare il premier Boris Johnson lo ripete ai suoi collaboratori da settimane. Non può perché l’addio all’Unione europea ha lasciato l’isola a dover affrontare l’uscita della crisi economica in solitaria e non può in quanto l’alto numero dei contagi sembra direttamente collegato al ‘liberi tutti’ che BoJo ha voluto a tutti i costi in estate e riportare il Paese in lockdown sarebbe ora, da parte del governo Tory, una ammissione di responsabilità.
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Ma, soprattutto, sulla scrivania del premier ci sarebbe un documento del Tesoro britannico e filtrato nelle ultime ore dal sito Politico.Ue, in cui sarebbero indicati i costi per l’economia del Regno Unito di un ripristino (parziale) delle restrizioni: 18 miliardi di sterline.
A pesare – recita il testo citato dal sito – non sarebbe tanto la re-imposizione dell’obbligo delle mascherine sui trasporti collettivi e nei luoghi pubblici più affollati – revocato del tutto in Inghilterra dal 19 luglio e sostituito al momento da una semplice raccomandazione – bensì l’introduzione di una qualche forma di Green Pass vaccinale e soprattutto le conseguenze dell’indicazione a un ritorno a vasto raggio al lavoro da casa, pure previsti da questa strategia di riserva.
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Di qui, stando a Politico, la scelta di BoJo di allontanare come uno spauracchio l’ipotesi lockdown (il cosiddetto ‘piano B’) anche nel caso in cui i decessi dovessero riprendere ad aumentare e di continuare a insistere piuttosto sul piano A: ossia su un rilancio dei vaccini come effetto barriera contro i contraccolpi più gravi dei contagi (ricoveri e decessi) attraverso l’accelerazione della terza dose a tutti i vulnerabili e agli over 50 e della dose unica prevista nel Regno per i ragazzi fra i 12 e i 15 anni.