Il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio europeo proveranno a trovare accordo almeno su cinque dei sei file pendenti del patto europeo su migrazioni e asilo
Il patto europeo su migrazioni e asilo torna ad essere dibattuto a Bruxelles. La discussione avverrà nel “trilogo jumbo”, come viene chiamato il vertice tra Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio europeo. Il negoziato interistituzionale proverà a trovare una sintesi sui file pendenti del Patto migrazione e asilo.
PATTO EUROPEO SUI MIGRANTI: I SEI FILE SU CUI IL TRILOGO JUMBO DOVRÀ TROVARE UN ACCORDO
La legislatura è agli sgoccioli e dopo l’appuntamento mancato del vertice del 7 dicembre, il vertice del 18 e 19 dicembre è l’ultima occasione per trovare un accordo sui sei file del Patto migrazione e asilo.
I file sui quali il trilogo dovrà trovare un accordo sono quelli nella fase dei negoziati interistituzionali:
- Regolamento per le crisi e le cause di forza maggiore;
- Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione;
- Regolamento modificato sulle procedure di asilo;
- Regolamento sullo screening;
- Regolamento Eurodac modificato;
- Direttiva sui rimpatri (punto su cui il Parlamento non ha trovato un’intesa e che probabilmente sarà accantonato).
I TRE FILE SUI QUALI C’È L’ACCORDO POLITICO
Il documento è stato presentato per la prima volta dalla Commissione Europea lo scorso 23 settembre 2020. Il processo negoziale si è mostrato subito accidentato, frenato dai veti, dalle resistenze e dalle posizioni inconciliabili dei paesi membri. Così i co-legislatori nel settembre dello scorso anno hanno stabilito una tabella di marcia per discutere e adottare nove file entro la primavera del 2024, prima della fine della legislatura. Intanto a dicembre dello scorso anno i 27 hanno trovato un accordo politico sui tre dossier che arrivavano dalle proposte della Commissione del 2016:
- la Direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale;
- il Regolamento sul nuovo quadro di reinsediamento;
- il Regolamento sulle qualifiche.
I COMPITI DELLA PRESIDENZA BELGA
Se le discussioni del trilogo arriveranno a un accordo comune dovrà essere la presidenza belga a concludere l’iter approvativo prima della fine naturale della legislatura. Tutti i file del pacchetto del patto europeo su migrazioni e asilodovranno essere approvati singolarmente sia dai 27 governi Ue, dalle commissioni parlamentari competenti e dalla sessione plenaria.
I NODI DA SCIOGLIERE DEI FILE DEL PATTO EUROPEO SUI MIGRANTI
Ognuno dei cinque file in fase di negoziato interistituzionale presenta delle difficoltà. Il file più delicato è il Regolamento sulla crisi: qui a essere ancora incerto è l’ambito di applicazione. Il punto debole del Regolamento Eurodac modificatoriguarda i segnalatori di sicurezza: il Parlamento vorrebbe prenderli in considerazione solo per i richiedenti asilo mentre il Consiglio preferirebbe un’applicazione più massiva. Il Regolamento di Revisione del sistema di entrata e uscita (Ees) attraverso Eurodac, non piace così com’è al Consiglio che ha proposto una revisione (vorrebbe permettere alle autorità nazionali di Eurodac prima di accedere ad altre banche dati nazionali) mentre il Parlamento è contrario. Più complicata la situazione sul delicato Regolamento sullo screening. Su questo si sono tenuti sette triloghi ma le questioni ancora irrisolte vanno dalle garanzie procedurali per le persone sottoposte a screening alla tutela dei diritti fondamentali. Anche il Regolamento sulle procedure di asilo è stato oggetto di sette triloghi e i nodi da sciogliere sono diversi: dalle condizioni per una procedura accelerata al concetto di Paese terzo sicuro. Anche il Regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione è stato discusso in sette triloghi. Qui restano dibattute la governance e l’individuazione dello Stato membro responsabile.
LE PREOCCUPAZIONI DELLE ONG: IL PATTO SUI MIGRANTI TENGA CONTO DEI BISOGNI DEI MINORI
Le Ong che si occupano dei migranti sono preoccupate dall’esito delle discussioni. Il patto europeo su migrazioni e asilo, secondo Save The Children “potrebbe legalizzare comportamenti brutali e illegali alle frontiere europee, minando il diritto di asilo e formalizzando i respingimenti e la detenzione di bambini anche di sei anni”. La Ong ha organizzato un incontro in streaming tra responsabili di alcune delle nazioni più coinvolte: Daniela Fatarella di Save the Children Italia, Andres Conde per la Spagna, Pim Kraan per i Paesi Bassi e Florian Westphal per la Germania. “Uno su quattro degli arrivi in Europa è costituito da bambini – ricorda Save the Children – e dunque la loro vulnerabilità e i loro bisogni urgenti devono essere al centro delle trattative finali”. Quest’anno nel nostro paese sono arrivati almeno 17mila minori non accompagnati. “Oggi l’Ue ha una grande opportunità, quella di riscrivere le regole sull’immigrazione e l’asilo – aggiunge Save The Children -. Naturalmente queste regole devono essere adattate allo scenario attuale e ai bisogni degli stati. Ma soprattutto hanno bisogno di essere adattate ai bisogni dei minori e ai loro diritti”.