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Israele, gli occhi del mondo sui riservisti. Chi sono e quanti sono gli italiani
Continua l’offensiva di Israele contro Hamas. La maggior parte dell’esercito è composta da riservisti e tra loro anche mille italiani
In queste ore tutti gli occhi del mondo sono puntati sull’esercito israeliano, sulle loro offensive nei territori di Gaza, sugli scontri che si intensificano con gli Hezbollah. Lo Stato ebraico ammassa truppe al confine con la Striscia. Oggi riapre il valico di Rafah. A Gaza secondo l’Onu ci sono ormai circa un milione di sfollati.
Come abbiamo già scritto, le Forze di Difesa israeliana sono tra le top 20 potenze militari al mondo, con la propria industria bellica, le proprie armi, i sistemi informatici, i propri soldati – tra quelli attivi e, soprattutto, i riservisti.
CHI SONO I RISERVISTI ISRAELIANI
Sono circa 177mila i soldati attivi che rientrano nel personale di leva: gli uomini hanno un fermo obbligatorio di tre anni, le donne di due. La leva – sadir in ebraico – inizia a 18 anni. Il 30% circa degli effettivi sono donne.
La maggior parte delle sue forze è costituita da riservisti, regolarmente richiamati per l’addestramento e il servizio e i quali, in tempo di guerra o di crisi, sono velocemente mobilitati entro le loro unità da tutte le parti del paese. In totale i riservisti – i miluim – sono circa 465mila (fonte International Istitute for strategic studies: Military balance 2023) e vengono richiamati in caso di necessità. La percentuale è diminuita significativamente nel corso degli anni e anche in questa circostanza quelli richiamati sono stati circa 300 mila.
Nel 2008 la Knesset ha approvato la «Legge sul servizio di riserva» secondo la quale l’età di esenzione dall’obbligo di riserva è stata ridotta a 40 anni per i soldati semplici, 45 per gli ufficiali e 49 per i riservisti che svolgono determinati compiti specifici, tra cui rientrano soprattutto i funzionari del settore medico, conducenti di mezzi pesanti, meccanici e tecnici.
CHILOMETRI DI AUTO NELLE CITTA’ LASCIATE DAI RISERVISTI ACCORSI PER ARRUOLARSI
A seconda dell’unità a cui si appartiene, il servizio di riserva prevede più richiami all’anno, che possono variare da una giornata a più settimane, durante il normale addestramento, per poi essere in grado di fornire rinforzi durante situazioni di emergenza come guerre, operazioni militari o disastri naturali, per tutto il tempo necessario. Anche l’ex premier israeliano Naftali Bennett si è presentato al fronte per arruolarsi come riservista.
Le cronache di queste ore descrivono i piazzali delle città israeliane pieni di auto parcheggiate, lasciate dai riservisti accorsi per l’imminente offensiva. “Chilometri di automobili posteggiate lungo la via – racconta oggi Manuela Dviri sul Fatto quotidiano da Tel Aviv – automobili scassate e lussuose, nuove e vecchie, piccole e grandi: a migliaia erano posteggiate ai due lati della grande strada, anche in doppia fila e terza. Erano le automobili dei riservisti che le avevano lasciate lì per arruolarsi: 300 mila persone che hanno lasciato a casa mogli, figli, luoghi di lavoro. Si sono infilati la vecchia divisa stazzonata che ormai gli sta un po’ stretta, gli scarponi ancora impolverati dalla polvere di altre guerre e sono tornati a essere soldati”.
LE DONNE NELL’IDF
Per quanto riguarda le donne, fino alla metà degli anni ’90 le riserviste erano molto rare nelle Forze di difesa israeliane. Tuttavia, con l’apertura delle attività militari alle soldatesse, a molte è stato proposto di accettare anche il servizio di riserva dopo aver terminato il periodo di leva obbligatorio iniziale come condizione per entrare in determinate posizioni nell’Idf. Le soldatesse che prestano servizio lo fanno fino ai all’età di 40 anni, indipendentemente dallo stato civile, mentre le donne incinte o con figli ricevono l’esenzione immediata dal servizio di combattenti.
CIRCA MILLE I RISERVISTI ITALIANI
Sono circa mille gli italiani che avendo il doppio passaporto italo-israeliano stanno facendo il servizio di leva nell’esercito di Israele. Lo ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Attualmente ci sono 18.000 connazionali in Israele.
SUL JERUSALEM POST L’INNO AI RISERVISTI
Sul Jerusalem post è stato pubblicato un ‘inno ai riservisti’ dello scrittore Michael Starr, anch’egli riservista di fanteria dell’IDF in servizio nelle città della periferia di Gaza. Di seguito alcuni passaggi:
“In tempi di calamità, le nazioni fanno appello a grandi persone per proteggerle. Sir Winston Churchill li chiamava “rough men”, coloro che sono pronti di notte a ricorrere alla violenza contro coloro che vorrebbero fare del male ai loro connazionali. (…) I riservisti hanno sospeso la vita per combattere la guerra. Questi uomini e donne non rispondono alla chiamata alle armi per fama o fortuna. Mentre le sirene dei razzi suonavano durante lo Shabbat, hanno preso i loro telefoni e hanno deciso di fare ciò che era necessario per proteggere le loro case, famiglie, amici e paese. (…) Sotto il fuoco dei mortai, il caldo soffocante e il freddo gelido, i riservisti continuano a fare la guardia. Ora continueranno a resistere nella notte e renderanno giustizia a coloro che vorrebbero farci del male. Saranno sempre pronti a combattere. Tutto quello che devi fare è invocarli”.