skip to Main Content

I numeri (spaventosi) del debito pubblico italiano. I dati del Fmi

Recessione

Una cattiva e buona una notizia: il debito pubblico italiano cresce e sfiora il 160%, ma per il Fondo monetario internazionale (Fmi) si tratta comunque di un livello “sostenibile”. Ecco i motivi

Il debito pubblico italiano è in aumento. Secondo l’Fmi, è passato dal 134,6% del Pil nel 2019 al 157,5% del 2020. La previsione della stima dello scorso ottobre per quest’anno prevedeva che sarebbe arrivato al 158,3%, ma in realtà sarà del 159,7%.

Il deficit dell’Italia, sempre secondo i dati dell’Fmi, ha raggiunto il 10,9% nel 2020 e si attende un calo al 7,5% nel 2021.

Nonostante l’aumento del debito pubblico al 160%, l’Istituzione nata nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods lo ha definito un livello “sostenibile”. Ma perché il Fondo non è preoccupato? Il responsabile del Fiscal Monitor dell’Fmi, Victor Gaspar, ha spiegato: “Il debito è sostenibile, supportato dai bassi tassi di interesse e una prevista ripresa nella crescita”.

Un aumento generalizzato del debito pubblico a livello mondiale è la conseguenza degli ingenti aiuti stanziati dai governi – 14.000 miliardi di dollari – per far fronte alla pandemia. I fondi, scrive l’Ansa, hanno ‘mitigato’ gli effetti della pandemia sui consumi e sulla produzione e fatto salire il debito pubblico al 98% del Pil globale alla fine del 2020, in aumento rispetto all’84% delle stime di ottobre.

Leggi anche: Recovery Fund: il piano di Gentiloni per l’Italia

Il Fondo prevede per il nostro Paese una crescita al 3% nel 2021 e un’accelerazione al 3,6% il prossimo anno. Gaspar ricorda però che “è essenziale che l’Italia usi le risorse del Recovery Fund per finanziare progetti di alta qualità che rafforzino le prospettive di crescita, facilitino una transizione verso un futuro verde e digitale e accelerino la riduzione del debito”.

Come riporta Il Sole 24 Ore, in merito alla situazione politica italiana, non sembra particolarmente preoccupata nemmeno l’agenzia di rating Standard & Poor’s: non vede elezioni anticipate all’orizzonte e ritiene che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “troverà una soluzione con un governo guidato da Conte o da un altro, potenzialmente anche un tecnico come Mario Draghi”.

Leggi anche: Conte ter o altro? Sei scenari per una crisi

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top