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I vaccini stanno blindando le RSA dal Covid?

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Nelle RSA si iniziano a vedere i primi effetti dei vaccini anti Covid-19, con un calo sia dell’incidenza della malattia fra i residenti e gli operatori, sia nel numero di residenti isolati, sia, anche se in misura ancora minore, nei decessi

 

Se l’Italia è arrivata a superare quota 100mila vittime di Coronavirus la colpa è anche della estrema permeabilità delle RSA al Covid-19. Una permeabilità che le vaccinazioni dovrebbero però ridurre. I primi dati stanno arrivando in queste ore e sono incoraggianti.

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A partire dal 24 marzo 2020, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale – ha avviato una survey specifica sul contagio da Covid-19 nelle Residenze sanitarie assistite (RSA), che nel nostro Paese sono 4629. Le strutture che hanno partecipato alla sorveglianza sono state 833, per un totale di 30.617 posti letto disponibili, dal 5 ottobre 2020 al 14 marzo 2021. Di queste – riferisce l’Iss in una nota – 345 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.398 posti letto.

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Dalla seconda edizione del report di sorveglianza sulle residenze sanitarie assistenziali è emerso che “Nelle strutture residenziali si iniziano a vedere i primi effetti delle vaccinazioni anti Covid-19, con un calo sia dell’incidenza della malattia fra i residenti e gli operatori, sia nel numero di residenti isolati, sia, anche se in misura ancora minore, nei decessi”.

L’incidenza settimanale di Covid-19 nelle strutture residenziali – riporta l’Iss – è aumentata marcatamente nei mesi di ottobre e novembre, in corrispondenza della seconda ondata epidemica, e nel mese di novembre 2020 ha raggiunto un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali, in linea con quanto osservato nella popolazione generale.

 

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