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Pnrr, il ruolo dei Comuni e le preoccupazioni di Fitto all’Anci

Comuni Pnrr

Il ministro Fitto chiama i Comuni alla responsabilità nella realizzazione dei progetti del Pnrr: bisogna rispettare la scadenza del 30 giugno 2026

Il nostro paese corre un grave rischio di perdere alcune delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il ministro degli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto ha detto, senza giri di parole, che “c’è un enorme rischio di non poter raggiungere i risultati e ci sono elementi di fortissima preoccupazione”. Nel mirino del ministro, intervenuto all’assemblea Anci a Genova, c’è l’operato dei Comuni, ai quali “il governo oggi propone soluzioni di buon senso”. Secondo stime dell’esecutivo circa il 36 per cento delle risorse del Pnrr saranno affidate alla gestione degli enti locali (Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane o altre amministrazioni locali).

TUTTI I NUMERI DEL COINVOLGIMENTO DEI COMUNI NEL PNRR

I Comuni svolgono un ruolo centrale nella realizzazione dei progetti del Pnrr, come riconosciuto anche dalla premier Meloni intervenuta all’assemblea dell’Anci. A loro è affidata la gestione diretta di un’ingente quantità di risorse pari a circa 40 miliardi di euro, 36,6 dei quali (il 91 per cento) già assegnati. Le Amministrazioni territoriali sono coinvolte nell’esecuzione delle misure del Piano attraverso la titolarità di specifiche progettualità, la partecipazione a iniziative finanziate dall’Amministrazione centrale che destinano agli enti locali risorse per realizzare progetti specifici e nella localizzazione sul proprio territorio di investimenti previsti nel Pnrr, la cui responsabilità grava sui livelli superiori.

I Comuni, come scrivono Giacomo D’Arrigo e Piero David su “La voce”, sono soggetti attuatori di oltre il 53 per cento dei progetti relativi alle misure ripartite: si tratta di “53.665 progetti riferibili a più del 99 per cento dell’universo dei comuni, percentuale che raggiunge il 100 per cento considerando città medie, capoluoghi di provincia, città metropolitane e comuni delle isole”.

PNRR: IL RISCHIO DI NON RISPETTARE LA DATA DEL 30 GIUGNO 2026

Il pericolo, nelle parole del ministro, è che non si rispetti la data del 30 giugno del 2026, nella quale i progetti devono essere collaudati. “Ci sono 67 mld di progetti che sono cosiddetti progetti in essere, finanziati in anni precedenti, non corrispondono a regole di ammissibilità previste all’interno del rapporto con la Commissione. C’è una data che si fa finta di non ricordare che è quella del 30 di giugno del 2026 – ha detto il ministro -, quando, a regole vigenti, c’è l’enorme rischio di non raggiungere i risultati. La commissione Europea deciderà, se si cambierà questo ne prenderemo atto con piacere, se si rallenterà e abbasserà l’ambizione ne prenderemo atto ma se non ci sono questi elementi a me toccherà fare il guardiano per cercare di portare a casa questo risultato”.

Il pericolo è di ritrovarsi “nella situazione di non poter centrare obiettivi, di perdere le risorse e di abbassare l’ambizione del Piano”. Per queste ragioni il ministro ha chiamato i Comuni ad avere “un approccio serio, responsabile e costruttivo”.

LE DIFFICOLTÀ DEI COMUNI NEI PROGETTI DEL PIANO

Anci non nasconde le difficoltà dei Comuni italiani. Come riporta l’osservatorio Openpolis, sono 24 le misure del Pnrr su 32 che vedono un coinvolgimento diretto degli enti locali e su cui sono state riscontrate delle criticità. “Il settore più critico da questo punto di vista è quello legato all’inclusione sociale (7 misure con elementi di criticità su 8) – leggiamo su Openpolis -. Seguono la transizione ecologica (5 misure critiche sulle 6 totali) e le infrastrutture (4 su 6)”. Non a caso il governo, nella proposta di revisione presentata alla Commissione europea, ha tagliato 13,5 mld di euro dalle risorse del Pnrr a favore degli enti locali tagliate presentata dal governo.

FITTO: “CAPIRE LE CRITICITÀ NELLA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI DEL PNRR E TROVARE SOLUZIONI”

Il ministro si è dimostrato notevolmente critico nei confronti dell’operato dei Comuni e della loro capacità di spendere le risorse a disposizione. “Se noi prendiamo i 126 miliardi di euro di fondi della programmazione europea 2014-2020, risorse Ue e nazionali, con un monitoraggio da dati ufficiali dopo 9 anni dall’avvio della programmazione ai primi mesi di quest’anno avevano prodotto il 34% della spesa. Il Pnrr è il doppio, gli anni la metà. Dobbiamo capire – prosegue il ministro – quali sono le criticità che vanno corrette per trovare soluzioni che non devono mettere in campo polemiche o scontri ma mettere sul tavolo la realtà, non per definanziare ma per garantire anche su altri programmi interventi che invece rischierebbero di creare un danno nella realizzazione del Pnrr se non rispettassero gli obiettivi. E con la beffa di dover trovare quelle risorse per coprire lo stesso quegli interventi”.

IL MINISTRO FITTO CHIEDE GARANZIE AI COMUNI SUI PROGETTI PNRR

L’invettiva del ministro è proseguita chiedendo ai rappresentanti degli enti locali “garanzie, nero su bianco” a quei Comuni italiani che insistono nel lasciare alcuni progetti all’interno del Pnrr “pur avendo la possibilità di trasferirli in altri programmi finanziati con fondi europei”, quindi senza dover rispettare la scadenza del 30 giugno 2026. “Il governo oggi propone soluzioni di buon senso, senza andare allo scontro coi Comuni – ha aggiunto il ministro Fitto -. Ma bisogna dire con chiarezza noi non abbiamo modificato gli interventi finanziati dal Pnrr. L’Italia ha scelto di prendere per intero la quota a debito per un totale di 150 miliardi. E se non centriamo gli obiettivi ci troveremo nella situazione di dover abbassare le ambizioni del piano”. Il ministro ha anticipato che “il governo proporrà una norma, chiederà una garanzia che questo impegno venga mantenuto per tutti gli enti attuatori”, una richiesta di assunzione di responsabilità.

LA REPLICA DEI SINDACI: PIÙ CHIAREZZA AL MINISTRO FITTO SU ESTERNAZIONI SUL PNRR

La replica dei primi cittadini, anche di centrodestra, non si è fatto attendere. “Il ministro per il Pnrr Raffaele Fitto ha fatto un’analisi, che dovrebbe essere forse più trasparente così ne avremmo più contezza tutti, e sugli 8mila comuni in Italia a lui risulta che molti siano molto indietro – ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro -. Visto che si parla di cifre importanti- aggiunge – per prudenza conviene che quei comuni partecipino a una seconda fonte di finanziamento. Io spero che si faccia un’operazione chiarezza rispetto ai progetti che sono già oggettivamente nei termini, e quelli che nei termini non ci sono hanno tutto l’interesse a transitare su fondi che non hanno una scadenza”.

Più provocatorio il sindaco di sindaco di Bergamo Giorgio Gori. “Mi ha colpito il tono generale della comunicazione del ministro Fitto sul Pnrr, come se stessimo parlando di un compito gravoso, di un peso sulla schiena e non della più straordinaria occasione di modernizzazione del Paese – ha detto il. sindaco Gori -. Siamo tutti consapevoli che il Pnrr è una cosa impegnativa con scadenze precise che vanno rispettate, ma farei un commento relativo alla mia città ma che vale per tutti i Comuni: Bergamo può essere colpita dai tagli paventati circa la quota della rigenerazione urbana nonostante quasi la metà dei progetti è già stata realizzata e tutti gli altri sono in linea con gli obiettivi fissati; quindi, fatico a capire perché questi progetti vengano ritenuti in qualche modo a rischio? Mi fido tuttavia del ministro Fitto, ai miei tecnici ho detto di andare avanti e di fare le gare”.

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