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Chi è il consigliere giuridico di Meloni, padre delle riforme e predestinato alla Consulta

Riforme

Francesco Saverio Marini è tra i principali artefici della “riforma delle riforme” targate Meloni-Casellati. Figlio d’arte e un futuro da predestinato alla Consulta, ecco cosa pensava del Presidenzialismo

Lui è Francesco Saverio Marini. Figlio d’arte e attuale consigliere giuridico della presidente del Consiglio, suo è l’imprinting sul ddl di riforma costituzionale presentato dal governo. Mutuando l’espressione ‘genealogica’ fornita dalla stessa Giorgia Meloni, potremmo dire che lui è il padre della “madre di tutte le riforme”.

PALAZZO CHIGI SI AFFIDA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO PER DIFENDERE LE RIFORME

È a lui che Palazzo Chigi si sta affidando sul piano comunicativo per respingere le critiche (anche sul fronte interno) sulla riforma del destra-centro e per provare a imporre una proprio contro narrazione. Nelle ultime 48 ore ha rilasciato almeno 7 interviste a quotidiani nazionali cartacei e digitali: Sole24Ore, Messaggero, Giornale, Libero quotidiano, Avvenire, il Mattino, Huffingtonpost.

SUL SOLE24ORE MARINI REPLICA A PERA MENTRE LA RUSSA FA DIETROFRONT SUL GIORNALE DI CAIRO

Colpisce intanto che oggi il Sole24ore abbia ospitato un’intervista al prof. Marini, p.6, a firma Emilia Patta dopo che la stessa giornalista ieri aveva intervistato il senatore di Fratelli d’Italia ed ex presidente del Senato, Marcello Pera, fortemente critico con la proposta di riforma della maggioranza a cui appartiene.

Questo il titolo ieri dell’intervista a Pera sul quotidiano di Confindustria: “Una riforma forzata, c’è il rischio di conflitto con il capo dello Stato”. Questo invece il titolo dell’intervista odierna a Marini: “Stabilità e governabilità senza toccare i poteri del Colle”.

Un’altra difesa alla riforma Meloni-Casellati-Marini arriva sul Corriere della Sera di Urbano Cairo (sic!) che ospita una lunga intervista al presidente del Senato Ignazio La Russa. L’esponente di Fratelli d’Italia torna sui propri passi e – dopo le critiche alla clausola anti-ribaltone manifestate nei giorni scorsi su Repubblica, Fatto quotidiano e Foglio – oggi afferma che “il testo è buono” e che non vengono intaccate le prerogative del capo dello Stato.

CHI E’ MARINI, PADRE DELLE RIFORME TARGATE MELONI-CASELLATI

Tornando a Francesco Saverio Marini, da inizio anno è consigliere giuridico di Giorgia Meloni. Giurista, classe 1973, professore di diritto pubblico all’università di Roma Tor Vergata, è un enfant prodige della legge visto che a soli 29 anni si aggiudicò proprio quella cattedra che ancora oggi vanta all’interno dell’ateneo romano, dove insegna anche il fratello Renato.

Anche il padre Annibale ha insegnato a Tor Vergata ma, soprattutto, è stato presidente della Consulta per nove mesi, tra il 2005 e il 2006, ed è stato anche un riferimento per la destra e per Alleanza nazionale in particolare che gli consentirono poi di approdare al Csm come componente laico.

MARINI HA LAVORATO A PALAZZO CHIGI ALL’EPOCA DI MONTI NEI GOVERNI TECNICI CHE VUOLE ABOLIRE

Il prof. Marini ha già dei trascorsi a Palazzo Chigi, nel 2011 come capo della segreteria tecnica dell’allora sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà ai tempi del governo Monti. Il paradosso dunque è che Marini si è fatto le ossa anche grazie a un’esperienza di governo tecnico che ora la sua riforma vuole abolire.

Anche Catricalà, catanzarese come Annibale Marini, ha insegnato a Tor Vergata e da presidente dell’Antritrust nel 2010 ebbe modo di conferire a Francesco Saverio Marini una consulenza.

SARA’ UNO DEI PROSSIMI GIUDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Tifoso della Lazio, nel 2018 la Camera lo elegge come componente laico nel governo della Corte dei conti, fino a diventarne nel 2021 vicepresidente. Sul suo futuro è quasi dato per scontato che sarà uno dei prossimi giudici della Corte costituzionale considerato il turn over che nel giro di un anno porterà il Parlamento a scegliere e votare numerosi nuovi giudici.

Di fede cattolica, Marini – scriveva Repubblica in un articolo dello scorso maggio – ha solidi agganci in Vaticano. Tant’è che dal 2006 al 2011, nella facoltà di diritto canonico dell’Università lateranense, è stato professore di diritto pubblico comparato. Ma soprattutto dall’anno scorso è giudice istruttore e giudice dell’esecuzione civile presso il tribunale della città del Vaticano.

COSA AFFERMAVA MARINI SU PRESIDENZIALISMO E RIFORME

In questi mesi è sempre stato accanto alla premier al tavolo delle riforme. In un’intervista a La Verità del 5 settembre 2022 ecco cosa diceva del Presidenzialismo:

“A mio avviso il sistema presidenziale americano è più lineare. Si basa su una netta divisione dei poteri: il Parlamento ha la sua maggioranza e il Presidente della Repubblica ha il suo colore politico. Il sistema semipresidenziale rischia di creare un eccesso di potere nel caso in cui il Presidente della Repubblica e il Parlamento condividano lo stesso colore politico: per esempio, il Presidente potrebbe sciogliere le Camere, circostanza impossibile negli Stati Uniti. A dispetto del nomi, il sistema semipresidenziale, in alcuni casi, concentra il potere nelle mani del Presidente in maniera maggiore rispetto al presidenzialismo classico. Comunque, una volta scelto il modello di riferimento, tutti i meccanismi devono essere calati nella realtà italiana e devono essere studiati e dosati con grande sapienza”.

Leggi anche: Chi sarà il prossimo presidente della Corte Costituzionale

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