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Le liti in maggioranza fanno saltare anche gli accordi su Inps, Inail e Istat?

Frizioni Maggioranza

Saltato (o rinviato) il blitz per il rinnovo dei cda di Inps e Inail, occhi e orecchie sono rivolti agli attriti in corso tra FdI, Lega e Forza Italia

Inps e Inail da oltre quattro mesi sottoposte a commissariamento straordinario, l’Istat da sette mesi è senza un presidente. Questa è la situazione in tre dei principali istituti della macchina dello Stato. Nei giorni scorsi era emersa l’indiscrezione che al Consiglio dei ministri di lunedì il governo fosse pronto a un blitz per definire i Cda (4 membri più il presidente) dell’Istituto di previdenza e di quello degli infortuni sul Lavoro. Nulla di tutto ciò è avvenuto.

LE FRIZIONI TRA ALLEATI OSTACOLANO IL RINNOVO DI INPS E INAIL?

A questo punto sorge il dubbio che anche le nuove nomine possano risentire dei forti attriti che sembrano accentuati in questi ultimi giorni tra le forze di maggioranza.
La deflagrazione del caso Giambruno ad esempio ha alimentato ‘sospetti’ in casa Fratelli d’Italia verso Mediaset con annessi vari avvertimenti e possibili ‘ritorsioni’, smentite senza troppa convinzione, nei confronti di Forza Italia. Allo stesso tempo da settimane emergono nei vari retroscena le insofferenze della premier Meloni verso l’alleato Salvini, alla ricerca di visibilità per risalire nei consensi.

Già lo scorso 15 giugno la nomina dei due commissari straordinari, Micaela Gelera (Inps) e Fabrizio D’Ascenzo (Inail), era arrivata all’esito di una lunga e faticosa trattativa all’interno della maggioranza. Con il (fallito? rinviato?) blitz il governo vorrebbe adesso far decadere i due commissari, ma in realtà il vero obiettivo sono le figure dei direttori generali.

IL TICKET GREGORI-VITTIMBERGA VEDE L’INPS CON SPONSOR  MELONI

Come emerso sui giornali, all’Inps l’attuale commissaria Gelera dovrebbe essere recuperata nel cda, in quota Fratelli d’Italia. Uno o due posti sarebbero in quota Lega mentre un altro spetterebbe alle opposizioni. Con molta probabilità dovrebbe essere appannaggio di Maria Luisa Gnecchi (ex Cgil, già vice con Tridico) anche se incalza pure Cesare Damiano. In pressing per un posto al sole anche Italia Viva, ma al momento sembra senza particolari velleità.

Per quanto riguarda il ruolo di presidente, la Lega ha opzionato Gabriele Fava, ex commissario di Alitalia, con l’obiettivo di mantenere Vincenzo Caridi come direttore generale.
Per gli addetti ai lavori difficilmente la spunterà, perché Giorgia Meloni sembra orientata per il ruolo di presidente dell’Inps su Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche e già nel cda di Terna, a cui affiancare come direttore generale Valeria Vittimberga, dirigente interna (direttrice della Centrale acquisti), “di cui la premier si fida – ha scritto Repubblica – e con un passato nel Fronte della Gioventù, vicina a Fazzolari”. Altro nome emerso per il ruolo di dg è quello del meloniano Vincenzo Damato mentre lo stesso Caridi proverà a giocarsi le sue carte fino alla fine.

ALL’INAIL SALVINI PUNTA SUL FRATELLO DEL SEGRETARIO UGL

Per quanto riguarda l’Inail con molta probabilità D’Ascenzo, già preside della facoltà di Economia all’università La Sapienza di Roma, sarà indicato per il ruolo di presidente. Salvini piuttosto potrebbe rifarsi con l’indicazione del nome di direttore generale. Occhi puntati su Antonio Capone, dirigente di Confindustria Toscana Sud e soprattutto fratello di Paolo, segretario generale dell’Ugl, l’ex sindacato di Claudio Durigon. C’è chi fa notare la curiosità che un dirigente della confederazione degli industriali vada a ricoprire uno dei ruoli apicali dell’Istituto che gestisce le assicurazioni e gli infortuni sul lavoro.

FORZA ITALIA A BOCCA ASCIUTTA? OCCHIO AGLI OUTSIDER

Il posto in cda spettante alle opposizioni dovrebbe indicarlo il M5S. Con questo schema però Forza Italia non toccherebbe palla né all’Inps e né all’Inail, e questo sembra essere proprio uno degli elementi di maggior attrito in queste ore. Tra gli outsider Marcello Fiori e anche il presidente di Agea Fabio Vitale (vicino a Lollobrigida).

PER L’ISTAT SITUAZIONE ANCORA PIU’ INGARBUGLIATA

Anche per l’Istat (apparentemente) non si muove foglia. E la situazione si fa sempre più ingarbugliata, perché per il successore (o per la riconferma) di Blangiardo serve infatti raggiungere il quorum di 2/3 dei voti sia alla commissione del Senato che a quella della Camera, entrambe chiamate a esprimere un parere vincolante. Servono dunque in parte i voti dell’opposizione.
Ma anche con tutta la buona volontà di Pd, M5S, Azione e Italia viva, se prima non si mettono d’accordo all’interno della maggioranza – ragionano in ambienti parlamentari – come si fa a trovare la quadra?

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