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Nomine 2022, da Tim a Snam e Italgas, fino a Fincantieri

Tim

Il 2021 si era chiuso con le nomine in Invimit, il 2022 riparte all’insegna delle poltrone di spicco. Ma al momento tiene banco la questione Tim col dossier Kkr

Non c’è solo la partita del Quirinale ad agitare la politica. Col 2022 si apre infatti una nuova infornata di nomine che dovranno essere decise entro la primavera. La prima data da segnare sul calendario, però, è già dietro l’angolo e riguarda il principale gioiello di famiglia del Paese, soprattutto in piena transizione digitale: Tim.

Il tempo stringe e occorre non solo nominare presidenza e ad, ma anche le prime linee che si sono dimesse a seguito dell’uscita di scena di Luigi Gubitosi. Tra i favoriti dai bookmaker per la carica di Ceo l’attuale dg Pietro Labriola, manager 54enne profondo conoscitore del ramo tlc (da France Telecom a Tim, passando per Infostrada). Per questo si vocifera che la questione potrebbe essere oggetto di un cda straordinario da convocare il prima possibile, prima di quello già calendarizzato per il 26 gennaio che ha all’ordine del giorno l’esame preliminare del bilancio.

Il piano strategico che Labriola sta mettendo a punto con Mediobanca e studio Vitale dovrebbe articolarsi su più scenari che potranno variare, secondo quanto riportato da Repubblica, nel caso che si debba rispondere a una o più offerte di acquisto e punterebbe a far emergere l’enorme valore interno a Tim e dei suoi asset. Più valore interno a Tim emerge più sarà scongiurata la possibilità di essere un target da scalare in caso di Opa.

Sempre voci di corridoio riportano che Salvatore Rossi, Presidente Esecutivo e Presidente del Comitato Sostenibilità di TIM, potrebbe essere sostituito dall’attuale presidente di Fibercop e Asstel Massimo Sarmi. La partita si giocherà principalmente tra la francese Vivendi – primo azionista con il 23,9% – e Cassa depositi e prestiti che detiene una quota vicina al 10%. Se a livello politico Italia e Francia non sono mai state così in sintonia, tanto da aver appena siglato il Patto del Quirinale, a livello economico Roma e Parigi sono assai distanti, soprattutto sul dossier KKR.

Chi ci segue con assiduità ricorderà che il 2021 si era concluso con le nomine in Invimit. A fine dicembre l’assemblea di  Investimenti Immobiliari Italiani, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha confermato Trifone Altieri presidente della società e indicato Giovanna Della Posta per proseguire nella carica di amministratore delegato, che il nuovo CdA sarà chiamato a nominare nei prossimi giorni. Nel 2022 occorrerà invece designare i membri di tre board di altrettante controllate di Cdp: Fincantieri (71,3%), Snam (31,3%) e Italgas (26% della Cassa e 13% di Snam). Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, ha ormai 77 anni e potrebbe essere pensionato.

Marco Alverà e Paolo Gallo, rispettivamente ad di Snam e Italgas, bilanci alla mano, hanno conseguito ottimi risultati dal punto di vista del conto economico e in più sembrano perfettamente allineati con la transizione energetica tanto cara al governo e, soprattutto, all’Europa, necessaria per ottenere gli aiuti del Next Generation Eu. Vengono dati più in bilico i presidenti di Italgas, Alberto Dell’Acqua, e di Snam, Nicola Bedin. Toccarli, tuttavia, potrebbe essere rischioso, essendo stati nominati da Lega e M5S, due delle formazioni politiche più insofferenti alla prosecuzione del governo Draghi.

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