skip to Main Content

Perché De Benedetti silura Repubblica ma anche il suo Domani

Editore Imprenditore De Benedetti

Tutte le bordate dell’editore del quotidiano diretto da Stefano Feltri lanciate in occasione della presentazione del nuovo libro “Radicalità. Il cambiamento che serve all’Italia”, edito da Solferino (casa editrice del Corriere della Sera)

Carlo De Benedetti è stato editore de La Repubblica, oggi lo è del quotidiano Domani, ma affida i suoi pensieri e le sue parole radicali, sul suo passato, sul presente e sul futuro, al Corriere della Sera.

L’occasione è stata la presentazione del nuovo libro, intitolato proprio “Radicalità. Il cambiamento che serve all’Italia” e edito da Solferino.

Il momento rimane a dir poco delicato per la stampa italiana (Angelucci sta ultimando l’acquisto de La Verità e Il Giornale) in termini di vendite e di scelte strategiche per il futuro.

LE BORDATE DI DE BENEDETTI, EDITORE DI DOMANI, ANCHE CONTRO DOMANI

Alla presentazione, racconta il quotidiano diretto da Luciano Fontana, “incalzato da Ferruccio de Bortoli, ospite della Fondazione Corriere della sera l’Ingegnere regala un’ora di commenti e analisi senza peli sulla lingua, con franchezza spietata e giudizi talvolta sprezzanti, passando da Schlein a Meloni, da Draghi a Berlusconi, da Agnelli a Marchionne”.

Sulla nuova leader del Pd il giudizio, ad esempio, è positivo: “La conosco bene e da anni. Io l’avrei votata ma non sono andato ai seggi perché mia moglie avrebbe votato Bonaccini e così non sarebbe servito a nulla. Penso sia una persona per bene e intelligente, con passione e un notevole grado di indipendenza. Una poi che a 22 anni va a sostenere la campagna elettorale di Obama mi pare anche molto generosa”, ha confessato De Benedetti, aggiungendo però cautela sull’operato che ne seguirà per Schlein nel partito.

Sul governo il giudizio è ancora più netto, ma nel senso opposto. Secondo l’editore, “questo è il governo di Descalzi”, che si regge sui consigli di Draghi e Giorgetti.

Ma è sui quotidiani, sul mondo economico-imprenditoriale che arrivano le scintille più luccicanti. Su John Elkann, che per De Benedetti è da elogiare sull’operazione Stellantis, il giudizio cambia proprio sul tema editoriale: “come editore è pessimo. Non ha capito cosa aveva in mano. La Repubblica non la ricomprerei neanche morto. È un giornale ormai rovinato, è stato distrutto. E anche l’ipotesi di vendere i quotidiani locali non ha senso. Forse Elkann ha comprato perché temeva lo facesse Montezemolo”, confessa a De Bortoli.

Ma c’è di più. Anche sul Domani, suo attuale giornale, l’ingegnere dice che la presenza online è pessima. Non proprio un pensiero rosa e fiori, per di più espresso di fronte al presidente del quotidiano Antonio Campo Dall’Orto.

UN FUTURO RADICALE

L’ex padrone di Repubblica è in primo piano da alcune settimane anche per il risvolto politico di questa sua ritrovata radicalità. A fine gennaio, scrivevamo su Policy Maker che ancor prima della scelta del nuovo segretario del Partito Democratico Carlo De Benedetti voleva e vuole farsi protagonista della ricostruzione della sinistra a trazione verde.

“Un partito progressista che non mette in cima al suo programma questi due punti non serve a niente, e infatti fa la fine del Pd; che ha conquistato la borghesia e ha perso il popolo”, disse De Benedetti in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera a novembre scorso. E sul suo Domani i temi green sono spesso argomento di prima pagina oltre che di newsletter, approfondimenti e analisi interne e online. Secondo Il Foglio la proposta sembra andare non verso il modello dei moderati tedeschi. “Tutt’altro: un partito verde molto radicale. Ancora non è certo che alla fine l’operazione vada effettivamente in porto, ma quel che è sicuro è che De Benedetti ne sta parlando e chiedendo consigli”. Nel mentre, però, rilascia bordate altrettanto radicali verso i quotidiani italiani.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top