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Legalizzazione coltivazione privata cannabis. Abbiamo pensato alle conseguenze?

Cannabis

La Corte di Cassazione penale ha legalizzato la coltivazione privata della Cannabis senza domandarsi delle conseguenze dirette e indirette sulla salute e sulla vita di terzi

Poco tempo dopo il tentativo fallito del governo Conte di legalizzare la vendita della Cannabis light, la Cassazione penale legalizza la coltivazione privata della cannabis a fini di consumo. Ancora una volta, dopo la legittimazione del suicidio assistito, la violazione della verità e della Costituzione appaiono la norma di uno stato in degrado culturale e morale. I dati scientifici su danni alla salute della Cannabis infatti sono impressionanti e condivisi dal mondo scientifico non dai ciarlatani.

Una meta-analisi del 2012 (Canada), evidenzia che la Cannabis aveva causato 287 morti, 10.553 anni persi per mortalità prematura, 55.813 anni per disabilità, 66.346 anni persi per disabilità riferite a cause specifiche come schizofrenia, tumori al polmone e incidenti stradali. Il rischio di disturbi schizofrenici è particolarmente grave (da 2 a 9 volte superiore all’atteso) quando l’uso inizia nell’adolescenza e in individui vulnerabili in cui la schizofrenia è slatentizzata, (Semple DM 2005) in cui può apparire solo a una prova. Lo studio NESARC del 2015, sulla qualità della vita e le conseguenze psichiatriche del consumo di cannabis, nicotina e alcool, conferma che il consumo regolare della sola Cannabis più dell’alcool, è associato a più alti tassi di patologie psichiatriche ed è predittivo di un maggior rischio di disturbi da attacchi di panico con agorafobia, fobia sociale, disturbi bipolari. (…)

L’ipotesi che la legalizzazione porterebbe a una diminuzione dello spaccio illegale è falsa, perché aumenta l’uncinamento ad altre droghe anche per motivi genetici, con allegria della criminalità organizzata. La sentenza fattore di unità nel II° governo Conte (governo psicodislettico?) – provocherebbe inoltre un mercato illecito destinato ai minori, con stimoli per l’inclusione lavorativa dell’immigrato disoccupato a cui oggi è maggiormente affidato il mercato e che, anche se condannato, oggi viaggia a piede libero. I dati scientifici, pubblicati per intero su  Società Italiana di Adolescentologia e Medicina dell’Adolescenza e inviati a suo tempo , allo ex Presidente della Camera, evidenziano una pregiudiziale di anticostituzionalità ai sensi dell’art.31 ( la dei minori) e 32 (tutela della salute pubblica). Una legge per tutelare la salute di tutti, ispirata alla “Tolleranza zero”(Dupont 1986), ma avversata dagli apostoli della legalizzazione vincente sulla “Strategia di riduzione dl danno”, sarebbe invece necessaria: dove c’è un consumatore infatti dopo sei mesi ce ne sono 10. La droga si diffonde come una malattia infettiva. In Italia invece grazie anche all’azione anche di ex Ministri della sanità, come La Turco o il fu Veronesi e di preti di frontiera come il Ciotti o il fu Gallo (tutti pro PD), è passata l’ignorante e perdente linea della “Strategia di riduzione del danno” che significava , “Fai consumare la cannabis per impedire il passaggio a “droghe pesanti”. Storico l’opuscolo del Lupo Alberto distribuito nelle scuole dalla Turco: “Se proprio vuoi calare…” (le mutande ?- visto che era destinato alla prevenzione dell’AIDS). Diffusa nelle discoteche la droga promuove rapporti sessuali impulsivi. La possibilità di percepire il consumo di droga è il maggiore fattore di rischio (Newcombe): i genitori sono avvisati, soprattutto nell’atmosfera lassista del tempo. Impensabili ragazzine, oggi, prendono la cannabis per placare le delusioni d’amore. La famiglia, (coesione, valori, fermezza) e le qualità delle cure materne nella prima infanzia appaiono come fattori protettivi. C’è purtroppo il fondato sospetto di un “Usum delphini” dei parlamentari che firmatari di proposte di legalizzazione di cui ,secondo le “Iene” Il 32% è un drogato. I politici, oggi veramente “Orwelliani”, per amore del potere e dei suoi stipendi, si sono serviti sempre della droga per distrarre il paese e speculare sui voti o peggio. Uno di noi nel 1976, tre o quattro giorni prima delle elezioni , fu chiamato d’urgenza a salvare la vita al figlio di un altissimo esponente del PCI, (edema polmonare acuto), in coma per una dose tossica o un overdose, vincente poi le elezioni. Sarebbe invece necessaria una legge che obblighi i parlamentari a sottoporsi a un test individuante il consumo di droga, come fanno i piloti e dovrebbero fare gli insegnanti e il personale sanitario e a dimettersi se l’esame del capello è positivo.

Abbiamo assistito all’ultimo capolavoro della giustizia italica dopo la legittimazione del suicidio assistito: la Corte di Cassazione penale ha legalizzato la coltivazione privata della Cannabis senza domandarsi delle conseguenze dirette e indirette sulla salute e sulla vita di terzi di tale atto e senza consultare, come avrebbe dovuto gli esperti in materia. Di fronte a tale sentenza, che contraddice quella della Corte Costituzionale che stoppa la legalizzazione della vendita Cannabis light, legalizzante la coltivazione e il consumo e sicuramente il commercio della droga, i medici italiani, se vogliono difendere la salute della popolazione non possono rimanere in uno stato d’ignavia e devono organizzare un’azione forte per contrastare la magistratura degli scellerati

Estratto di un articolo pubblicato sul blog Adolescentologia, qui la versione integrale.

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