Dopo lo stop ai dipendenti nei cda delle partecipate, una nuova modifica al ddl promosso dalla Cisl esclude la partecipazione dei lavoratori anche dalle banche. Sorriso amaro per Sbarra
Doveva rappresentare un passo cruciale verso una maggiore inclusione nelle decisioni aziendali. E invece il disegno di legge sulla partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa, targato Cisl, ha subito modifiche che ne hanno profondamente cambiato l’impianto originario. Adesso, con il via libera al testo da parte delle commissioni Lavoro e Finanze della Camera, la proposta di legge sarà discussa in Aula lunedì 27 gennaio.
COME CAMBIA (ANCORA) LA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI: DOPO LE PARTECIPATE, STOP ANCHE ALLE BANCHE
Ecco le principali novità. Dopo lo stop all’obbligo di includere rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle società pubbliche, un altro emendamento ha eliminato anche la consultazione preventiva e obbligatoria negli istituti di credito, nelle banche e negli enti erogatori di servizi pubblici essenziali.
Un emendamento della Lega ha soppresso l’articolo 21 che prevedeva l’istituzione del “Garante della sostenibilità sociale delle imprese” presso il Ministero del Lavoro. Questo organismo avrebbe dovuto certificare la responsabilità sociale delle aziende e monitorare l’impatto delle loro attività su diritti umani e ambiente.
Un’altra modifica ha eliminato i premi aziendali per innovazione e miglioramento previsti inizialmente. Rimangono solo le commissioni paritetiche, composte da rappresentanti di lavoratori e imprese, per proporre piani di miglioramento e innovazione dei processi produttivi e organizzativi.
Ridotto da 10mila a 5mila euro il limite per l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 5% sugli utili distribuiti ai lavoratori. Eliminata, inoltre, la possibilità di esentare dal reddito contributi destinati a forme pensionistiche complementari o assistenza sanitaria derivanti dalla redistribuzione degli utili.
Inoltre, è stato anche cancellato dal testo l’articolo 19 in materia di agevolazioni fiscali tramite l’approvazione di un nuovo emendamento dei relatori.
LO SCONTRO TRA SBARRA E LANDINI
Il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ha difeso il testo modificato, considerandolo comunque un importante traguardo: “Per noi è un grande risultato storico dopo 75 anni attuare l’articolo 46 della Costituzione. La legge potrà essere migliorata nel tempo”. Sbarra ha anche replicato alle critiche del leader della Cgil, Maurizio Landini, che aveva definito la proposta una minaccia alla contrattazione collettiva: “La legge sostiene e valorizza la libera contrattazione tra le parti”.
LA CISL TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO DELLA POLITICA
Dal mondo politico le reazioni sono contrastanti. La maggioranza, guidata da Forza Italia e Fratelli d’Italia, difende le modifiche al testo, definendolo un importante passo verso una partecipazione volontaria dei lavoratori, ritenuta più adatta a garantire il benessere dell’impresa. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, nel corso di un convegno sul tema ha elogiato la Cisl per la sua autonomia, criticando invece le “parole fondamentaliste” di Landini. Dall’altro lato, le opposizioni accusano il governo di aver svuotato la proposta originaria e preannunciano il loro voto contrario.
SORRIDONO LE IMPRESE..
Confindustria, dal canto suo, ha accolto favorevolmente la scelta di puntare su un modello partecipativo volontario. Questo approccio, secondo gli industriali, garantirebbe maggiore flessibilità e adattamento alle esigenze specifiche delle imprese, evitando imposizioni rigide. Tuttavia, resta da capire se questa visione sarà condivisa dai lavoratori, esclusi da strumenti di partecipazione più incisivi.
SORRISO AMARO PER SBARRA.. PER ORA
Il disegno di legge, pur destinato a essere approvato con il sostegno della maggioranza, ha perso indubbiamente molti degli elementi innovativi che ne avevano caratterizzato la proposta iniziale. Il dibattito rimane acceso, con il rischio che la legge voluta fortemente dalla Cisl venga percepita come un compromesso debole, lontano dall’obiettivo originario di promuovere un reale protagonismo dei lavoratori nelle dinamiche aziendali. Per Sbarra, ormai in uscita dalla guida del sindacato, un sorriso amaro… per ora. Di contro, può gongolare per la copertura politica di una buona fetta del centrodestra. A iniziare da Forza Italia. E in tanto sono pronti a scommettere in un suo futuro politico. D’altronde, basta sfogliare l’elenco di alcuni degli ultimi segretari sindacali, da Furlan a Camusso, da Epifani a Polverini.