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Come sarà composta la nuova task force per il Recovery Fund

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Riflessioni e reazioni alla notizia della nuova task force per la gestione dei finanziamenti Ue. Sul Recovery Fund l’Italia scommette il suo futuro

“Una struttura di governance per il Recovery Plan è una delle cose che l’Ue ha chiesto con maggior forza in questi mesi all’Italia. Cerchiamo non solo di tirar fuori le priorità. Ma anche di tirar fuori delle soluzioni organizzative che consentano di assorbire queste risorse”. Il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha commentato così le notizie sulla nuova task force che il governo sta preparando per gestire i fondi di aiuto dell’Unione europea, ovvero il Recovery Fund.

IL RECOVERY FUND, L’OCCASIONE DA NON PERDERE

All’Italia spetta la fetta maggiore del Recovery Fund, con ben 209 miliardi di euro fra prestiti e finanziamenti a fondo perduto. Ma chi dovrà gestire il dialogo con la Commissione di Bruxelles? Chi è il responsabile dell’attuazione, anche poteri in deroga rispetto alla legislazione vigente, di questo importante piano economico per l’Italia? Il governo prepara una nuova task force. Dopo l’ultimo vertice di maggioranza, infatti, si è delineata una gestione dei finanziamenti Ue meno accentrata a Palazzo Chigi.

UN NUOVO COMITATO

Il Corriere della Sera l’ha definito un nuovo “comitato tecnico esecutore”, guidato da “6 manager indipendenti”. Dal vertice di maggioranza dei giorni scorsi, è emerso che i finanziamenti del Recovery Fund dovrebbero essere gestiti sia dal Comitato Interministeriale Affari Europei (CIAE), guidato dal ministro Vincenzo Amendola, sia “da una cabina di regia politica che farebbe capo al premier Conte, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, e a quello dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli”.

I 6 MANAGER

Nulla di strano fino a qui, considerando che il premier e i ministri interessati sono i naturali responsabili della gestione dei finanziamenti Ue. Ma a questi saranno probabilmente affiancati 6 manager, tanti quanti sono i macro-progetti a cui dovrebbero essere destinate le risorse comunitarie. Queste figure, stando a quanto scrive il Corriere, “dovrebbero essere scelte dal governo ma dovrebbero anche avere poteri eccezionali”. Ecco dunque chi saranno i corresponsabili degli obiettivi del Recovery “con deleghe in deroga alla legislazione vigente”.

LA TASK FORCE DI 300 PERSONE

Ma non è finita. Questi manager, sarebbero coadiuvati da una task force di 300 persone. L’assetto della governance del Recovery Fund dovrebbe essere definito con una norma inserita nella legge di Bilancio, “una sorta di maxi emendamento che dovrebbe chiarire e definire proprio la catena di comando dei fondi europei”.

UN RIMPASTO DI GOVERNO?

“Conte non ha mai preso seriamente in considerazione l’idea di un rimpasto”, riporta il Corriere. “In questi giorni noto come le parole rimpasto e messa in discussione del governo siano sempre più ricorrenti, anche da parte di esponenti delle forze di maggioranza. Chi ne parla mi sembra fuori dalla realtà”, ha scritto invece in un post su Facebook il capo politico del M5s Vito Crimi. “Siamo nel pieno di una tempesta. In questa pandemia abbiamo superato i 50 mila morti, contiamo più di 800 decessi al giorno. Non c’è settore del nostro Paese che non sia soggetto ad un fortissimo stress. Dobbiamo approvare la legge di Bilancio più importante degli ultimi decenni. Chi dinnanzi a tutto questo parla di rimpasto, è fuori dal mondo”.

In molti hanno scritto della spinta di una parte del Pd, che insieme a Italia Viva vorrebbe un rimpasto di governo, ma le dichiarazioni di Crimi non sembrano – per il momento – lasciare spazio a questa eventualità.

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