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Dal caro energia al PNRR: tutti i dossier che traballano assieme al governo Draghi

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Il 2 agosto l’esecutivo dovrà decidere se rifinanziare la misura che scuda gli italiani dal caro benzina. A settembre scade quella che ha calmierato le bollette. Sono davvero numerosi i dossier che rischiano di essere travolti dalla caduta del governo Draghi

“In chiusura della riunione del Consiglio dei Ministri, il Presidente Mario Draghi ha comunicato la decisione di rassegnare le dimissioni proprie e del Governo nelle mani del Presidente della Repubblica. Il Presidente Draghi ha ringraziato i Ministri per il lavoro svolto e per i risultati conseguiti”. La volontà di Draghi di interrompere l’esperienza governativa, laconicamente esplicitata dalla nota di Palazzo Chigi, rischia di spazzare via tutti i dossier bollenti che il suo esecutivo stava affrontando.

I DOSSIER ECONOMICI DEL GOVERNO DRAGHI

In primis, ovviamente, la materia economica, che in questi anni corrisponde a un acronimo, quello del PNRR, ovvero il Piano nazionale di ripresa e resilienza, da 191 miliardi di euro. L’esecutivo ha appena consegnato a Bruxelles i compiti fatti nel passato semestre e attende ora la nuova tranche di denaro in prestito e finanziamenti a fondo perduto. Tuttavia, per restare in pari, da qui a fine anno devono ancora essere raggiunti 55 obiettivi, su 100 totali previsti per il 2022.

A pioggia, ci sono poi tutte le altre misure necessarie a svecchiare il Paese, come imposto da Bruxelles in cambio degli aiuti post pandemici, dal dl Concorrenza, che ha fatto scendere in piazza a più riprese i tassisti contrari a quanto contenuto all’art. 10, alla delega fiscale bloccata dall’opposizione, anche interna alla maggioranza, alla riforma del catasto a essa collegata.

Sono in scadenza inoltre due misure che pesano sulle casse dello Stato ma che, se non prorogate, rischierebbero di danneggiare milioni di italiani: Il prossimo 2 agosto scade il taglio di 30 centesimi delle accise su benzina e gasolio. A settembre finiranno invece i fondi per calmierare le bollette. Non dimentichiamo che Draghi, proprio il giorno prima di annunciare le dimissioni, aveva annunciato l’arrivo – entro fine luglio – di un provvedimento “corposo” con nuovi interventi contro il caro energia.

Sul fronte pensionistico, sono in scadenza Quota 102, l’Ape Sociale e Opzione Donna. Per quanto riguarda il primo, i lavori sono ancora in alto mare: occorre trovare un meccanismo che non penalizzi troppo chi non riesce a entrare nell’attuale senza gravare ulteriormente sui conti pubblici. Il rischio è che, senza un rinnovo a termine della misura, si torni alla legge Fornero, con uno scalino ancora maggiore per i futuri pensionati.

Sul fronte dei lavoratori attivi, sul finire di legislatura il governo si sarebbe dovuto concentrare sul taglio del cuneo fiscale, così da lasciare più soldi in busta paga ai dipendenti. Ma anche questa misura rischia di essere travolta da eventuali dimissioni irrevocabili.

I TEMI NON ECONOMICI

Sul fronte non economico, nelle ultime settimane altri dossier si erano aggiunti sul tavolo del governo Draghi: dallo ius scholae alle nuove norme per la coltivazione della cannabis, fino a una legge sul suicidio assistito che si era imposta nell’agenda del legislatore per diversi fatti di cronaca. Si tratta di temi molto divisivi che certamente non possono essere affrontati da una maggioranza fragile.

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