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La disfatta della doppia preferenza di genere in Puglia

Puglia Emiliano

In Consiglio salta la riforma della legge elettorale sulla doppia preferenza di genere, il centrodestra chiede di tornare in aula. Emiliano accusa l’opposizione: “Colpa del vostro ostruzionismo”. Decisivo l’emendamento su Lopalco

Dopo una notte di veleni e polemiche per mancanza del numero legale, il Consiglio regionale pugliese non ha approvato la riforma della legge elettorale con la doppia preferenza di genere. La modifica era stata imposta dal Tar dopo il ricorso dei comitati delle donne e sollecitata dal governo Conte. Il centrodestra ha dato le colpe a Emiliano e al ministro Boccia, chiedendo di tornare in aula a votare il provvedimento nei prossimi giorni. Il governatore si è assunto la responsabilità, ma ha spiegato che non è lui ha gestire il Consiglio.

LA QUESTIONE

Durante la notte del 28 luglio la Regione Puglia è stata commissariata sulla doppia preferenza di genere. Già la scorsa settimana il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva diffidato Regione e Consiglio, annunciando che in caso di voto non favorevole sarebbe intervenuto il governo con un decreto legge. La proposta di modifica che era stata presentata dalla giunta regionale invocava la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive. Ogni elettore dovrebbe infatti disporre di un voto di lista e della facoltà di attribuire massimo due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento della preferenza successiva alla prima. Il Consiglio regionale pugliese aveva infatti tempo fino a martedì scorso per esprimersi sull’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale. La proposta di legge a firma del governatore Michele Emiliano era incerta proprio a causa di un’eventuale richiesta di voto segreto.

LE DICHIARAZIONI DI EMILIANO

Il governatore uscente, Michele Emiliano, ha dichiarato: “Mi assumo la responsabilità politica di non essere riuscito a convincere la maggioranza in Consiglio ad approvare la doppia preferenza di genere che è un punto essenziale del nostro programma”. Il centrosinistra ha la colpa di aver affrontato l’argomento solo nell’ultimo giorno utile, provando a cambiare le regole in piena campagna elettorale, quando le liste sono già pronte. Dopo il mea culpa, Emiliano ha poi attaccato il centrodestra, effettivamente colpevole di ostruzionismo. I lavori del Consiglio sono infatti stati bloccati da 1953 emendamenti del centrodestra (1946 solo da Fratelli d’Italia), che avrebbe voluto l’approvazione della legge ma senza inserire l’inammissibilità per la lista che non rispetta la proporzione – 60 uomini e 40 donne – all’interno delle liste stesse che si presentano alle elezioni, così come richiesto da M5S e centrosinistra. All’1 e 30 di notte, quando i lavori sono ripresi dopo l’ennesima sospensione di una seduta infinita cominciata alle 15 del giorno prima, si è verificato quello che l’ufficio stampa del parlamentino regionale ha definito “l’ultimo colpo di scena della maratona”, per provare a rimediare al problema nell’ultimo giorno utile. La Puglia aveva provato già nel 2012 e nel 2015 a inserire la doppia preferenza di genere ma il voto segreto l’aveva bloccata. Non ci saranno ora ulteriori occasioni di evitare il commissariamento da parte dell’esecutivo nazionale.

IL CASO LOPALCO

Nel bel mezzo della votazione è passato un emendamento, a scrutinio segreto, avanzato – secondo Repubblica da Domenico Damascelli di Forza Italia e dall’ex pentastellato Mario Conca – mentre il Fatto Quotidiano sostiene che la proposta sia stata fatta da Fratelli d’Italia. L’emendamento stabilisce l’ineleggibilità di chiunque faccia parte a qualsiasi titolo di una task force regionale. Obiettivo: eliminare politicamente Pier Luigi Lopalco, coordinatore della task force scientifica contro il Covid-19, che recentemente aveva annunciato la sua candidatura alle regionali al fianco di Michele Emiliano. L’emendamento in questione è passato ai voti grazie a una decina di “franchi tiratori” della maggioranza. Su 47 votanti infatti 28 sono stati i voti favorevoli. “Una aperta ribellione anche dai banchi della maggioranza nei confronti del presidente Emiliano” ha festeggiato Fratelli d’Italia. La mossa ha fatto sbandare il centrosinistra che ha chiesto l’ennesima sospensione dei lavori nel cuore della notte. È il preludio al fallimento finale sulla doppia preferenza.

NESSUNA SOLUZIONE PER I 2000 EMENDAMENTI

Il capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo, ha definito la situazione come “l’abdicazione della maggioranza dal proprio ruolo”. Nell’ultimo tentativo di mediazione, infatti, Marmo ha spiegato che è stata la maggioranza ad aver rifiutato una proposta del centrodestra, che avrebbe ritirato tutti gli emendamenti con approvazione immediata della legge (proporzione 60/40) a patto che fosse mantenuta l’ammenda pecuniaria per le liste che non l’avessero rispettata. La proposta era inaccettabile per la maggioranza, perché svuoterebbe di fatto la legge e consentirebbe a chi deve fare le liste di non prevedere la presenza di donne, pagando una semplice ammenda. Adesso, sembra che non ci sia più il tempo utile per discuterne. In aula manca il numero legale e decadono così tutti gli emendamenti, anche quello che riguarda l’ineleggibilità di Lopalco e dei consulenti del presidente della Regione. Si chiude così il sipario sulla legislatura.

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