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Meloni al Foglio: Immigrazione, l’Ue si muove finalmente. Sul Pnrr paghiamo i ritardi degli altri e sulle nomine ha prevalso la competenza

Intervista Al Foglio Di Giorgia Meloni

Girotondo di temi trattati dalla premier Giorgia Meloni con Il Foglio tra Pnrr, Def, immigrazione, Unione Europea 

A sei mesi dall’insediamento del governo più a destra della storia repubblicana d’Italia, Giorgia Meloni – premier e leader di Fratelli d’Italia – ha fatto un punto del suo esecutivo tra politica interna e estera.

Ecco le sue dichiarazioni principali con il direttore del Foglio Claudio Cerasa.

GIORGIA MELONI: ECCO COSA DEVE FARE L’UE SUI MIGRANTI

Partendo dai temi nazionali ma con diretto coinvolgimento continentale, la premier dice che sull’immigrazione serve la “messa in sicurezza delle frontiere esterne” ma anche “una robusta capacità finanziaria per gli investimenti economici nel continente africano”. Non solo, qui occorre improntare “formazione, istruzione e ricerca per i giovani”, aprire concretamente “alla partecipazione delle donne alla vita delle istituzioni, la crescita culturale e consapevole dei diritti”.

PNRR, I RITARDI VENGONO DAL PASSATO (SOSTIENE LA PREMIER)

Ue e Italia, da tre anni sono ancor più legate, come tutti gli Stati membri, per la ripartenza economica e sociale post-Covid. “Una sfida per tutti”, chiarisce Meloni al direttore del Foglio Claudio Cerasa. “Ma alcune cose vanno dette: lo abbiamo ereditato dai precedenti governi e il tentativo di mettere sulle spalle del mio esecutivo il peso di scelte sbagliate e ritardi ha il fiato corto. Gli italiani sanno benissimo come stanno le cose”.

Dai “problemi di costi delle opere” alla messa a terra dei progetti, Meloni dice che “la realtà bussa alla porta e ora a Palazzo Chigi c’è un governo che non ha usato quell’inchiostro e avrebbe fatto ben altro”. Intanto, oggi, la priorità è una: “Non perdere i soldi”.

CAPITOLO MES, PER GIORGIA MELONI E’ “UNO STRUMENTO OBSOLETO”

“Se deve contrastare le crisi finanziarie, allora non solo è sottodimensionato ma soprattutto non serve allo scopo”, ribadisce la presidente del Consiglio sul tema del Mes, il meccanismo europeo per la stabilità finanziaria statale: un fondo di salvataggio che se sottoscritto non ne implica l’attivazione immediata (e quindi il ricorso a condizioni molto strette per ripagare il debito con Bruxelles). “Se invece il Mes si trasforma in un veicolo per la crescita (…) allora siamo pronti a discutere”.

“LE NOMINE SONO STATE DECISE SULLA COMPETENZA E NON SULL’APPARTENENZA”

Capitolo nomine. “Sono state decise sulla base della competenza e non dell’appartenenza”, si para la premier. “Sono società indipendenti che lavorano su mercati altamente competitivi, il governo le accompagna in un percorso che deve essere di risultati economici solidi e duraturi”.

E ancora: “La continuità, quando è nel solco dei risultati positivi raggiunti, è un valore”.

LE ALTRE PILLOLE DELL’INTERVISTA DI GIORGIA MELONI

Infine, alcune pillole tra economia, giovani e Nato.

Fisco e Economia: “rocediamo alla revisione dell’intero meccanismo dell’Irpef con la riduzione a tre aliquote, prevediamo una flat tax per tutti sul maggior reddito dichiarato rispetto alle annualità precedenti, abbassiamo l’aliquota Ires per le imprese che investono o assumono e mettiamo mano alla giungla delle tax expenditures, agevolazioni ed esenzioni”.

“Siamo interventisti in economia se c’è bisogno di tutelare l’interesse nazionale, ma abbiamo rispetto del mercato, ci piacciono gli azionisti e i manager che sanno affrontare la sfida dell’economia, la concorrenza, senza chiedere l’aiuto della mano pubblica. La responsabilità non è un dovere solo nostro”.

Giovani: “l’Italia non è un paese per giovani”, “Un assurdo che va interrotto al più presto: la spesa in innovazione è la migliore forma di investimento”.

Nato: “La nostra partecipazione alle istituzioni internazionali non è un pranzo di gala”, ricorda Meloni. Che aggiunge: “Partecipare’ per me significa condividere valori fondamentali e trasformarli in decisioni concrete: quella del governo che presiedo è una presenza attiva”.

“Diamo a Kyiv sistemi di difesa che già abbiamo e aggiungo che ogni vita salvata grazie al nostro supporto per me non ha prezzo”.

 

 

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