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Green Pass per entrare al ristorante? Cosa ne pensano i diretti interessati?

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Il consigliere delegato di Filiera Italia: “Sì al green pass per andare al ristorante, locali privati e trasporti. Gli irresponsabili siano isolati”

Green pass per potersi sedere al ristorante o per andare semplicemente al bar? La Francia ha rotto gli indugi, l’Italia valuta, consapevole che il rischio di veder aumentare i contagi è tutt’altro che astratto. Il generale Francesco Paolo Figliuolo è il più entusiasta sul punto e nel CTS per convincere i renitenti al vaccino c’è chi suggerisce pure di non consentire più il tampone per ottenere un certificato temporaneo, così da stanare i renitenti al vaccino.

La proposta di esibire il green pass prima di essere serviti al ristorante pare piacere anche agli addetti del settore. “Sì a green pass per locali privati e trasporti, gli irresponsabili siano isolati”, ha detto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, per tutelare e sostenere ripresa e riaperture dopo gli “stop and go” dovuti alla pandemia che sono costati solo al settore dell’horeca nel 2020 quasi 41 miliardi di euro.

“L’Italia – ha aggiunto – non sia indecisa e segua l’esempio di altri Paesi europei: per il nostro settore il momento è estremamente delicato, e l’accenno di ripresa della ristorazione deve essere consolidato”. Da Filiera Italia fanno capire che si deve evitare a ogni costo il rischio chiusura, stante soprattutto i dati che potrebbero tornare a chiazzare l’Italia di giallo: “dobbiamo evitare di ricorrere a nuove restrizioni che decreterebbero la morte del settore e innescherennero una crisi dei comparti collegati, primo fra tutti quello agroalimentare, che nell’ultimo anno ha subito perdite gravissime, fino al 40% per alcune filiere, formaggi, salumi e vino in primis”.

Ci sono almeno due milioni e mezzo di over 60 da acciuffare. E poi serpeggia il timore che gli eccessi per i festeggiamenti per la vittoria della nazionale agli Europei abbino una coda molto velenosa. “La vera partita della fiducia e la ripresa dei consumi si gioca a partire da oggi, per arrivare al banco di prova di inizio autunno – ha spiegato Scordamaglia – gli strumenti per evitare aperture a singhiozzo esistono, la campagna vaccinale sta dando i suoi frutti, non si perda tempo ora, perché il rischio è di innescare un processo a ritroso e nessuno vuole rischiare di trovarsi in piena estate nelle stesse condizioni dell’ottobre scorso con serrate improvvise alternate a aperture contingentate”. E conclude il consigliere delegato “Si penalizzi chi irresponsabilmente sceglie di non vaccinarsi. Come in tutti i precedenti casi della storia una patologia ormai endemica si combatte solo con il vaccino”

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