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Le reazioni di Salvini alle parole di Mattarella nel messaggio di fine anno

Mattarella Discorso Salvini

I Graffi di Francesco Damato su come il vicepremier e leader della Lega ha reagito al messaggio televisico del capo dello Stato. Uno dei discorsi di Mattarella più commentati di sempre.

Fra tutte le reazioni al messaggio televisivo di Capodanno del presidente della Repubblica -trasmesso a reti unificate e ascoltato da più di dieci milioni e mezzo di “concittadine e concittadini”, come ha preferito rivolgersi agli italiani Sergio Mattarella- la più sorprendente e clamorosa è stata quella del vice presidente leghista del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Che – “contento”- vi si è riconosciuto per avere il capo dello Stato “cominciato il suo intervento parlando di sicurezza”. Più esattamente, direi, della “domanda di sicurezza”. Che ha indubbiamente fruttato molti voti al partito di Salvini, prima consentendogli il 4 marzo scorso il sorpasso elettorale sul partito di Silvio Berlusconi all’interno del centrodestra e poi di allearsi al governo con i grillini e lasciare il pur consenziente cavaliere di Arcore all’opposizione con i suoi, ora addobbati per strada con gilet azzurri, per non confonderli con i gilet gialli di Francia.

Non vorrei che, inebriato dalla priorità indubbiamente data da Mattarella al tema della sicurezza nel messaggio di Capodanno, Salvini si fosse distratto, o avesse addirittura spento il televisore, perdendosi tutto il resto del discorso o ragionamento del presidente della Repubblica. Che, per quanto un po’ troppo sbrigativo, almeno per i miei gusti, nel passaggio in cui avrebbe poi parlato della “compressione” subita dal Parlamento col troppo affrettato esame del bilancio imposto dal governo con la complicità dei presidenti delle assemblee di Palazzo Madama e di Montecitorio, sulla sicurezza si è a lungo soffermato per coniugarla con altri valori, o esigenze, che francamente mi sembrano lontani dall’azione, direi anzi dalle sensibilità dell’attuale ministro dell’Interno: solidarietà, accoglienza, rispetto di tutti e altro ancora.

Per Salvini invece, come lui stesso ha voluto precisare commentando proprio il discorso di Mattarella, almeno nel tratto -ripeto- che ha ascoltato e gli è piaciuto, o che ha comunque preferito anche a costo di apparire un finto tonto, la sicurezza sta nel coniugare il volere col potere. Il ministro dell’Interno è convinto di esserci riuscito al Viminale nel momento in cui, secondo lui, “l’Italia ha riconquistato i suoi confini” per mare e per terra, ma soprattutto per mare -debbo ritenere- perché da lì provengono gli immigrati più numerosi, che appaiono al leader leghista come i nuovi saraceni sulle coste italiane.

Vorrei essere una mosca, fuori stagione, per penetrare nelle stanze di Mattarella ed ascoltarne le reazioni, a sua volta, alla lettura che Salvini ha voluto fare pubblicamente del suo messaggio per poter continuare a muoversi nel governo -credo- come ha fatto da giugno, anche ora che il suo omologo grillino, cioè il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, ha potuto riabbracciare l’amico e concorrente Alessandro Di Battista sulle nevi non a buon mercato del Trentino. Dove la coppia a cinque stelle ha cominciato ad aggiornare il programma d’azione del movimento mettendo in cantiere la riduzione dei compensi dei parlamentari, alcuni dei quali peraltro appena espulsi dal partito perché dissidenti. Ma questo non c’è nel famoso contratto di governo con i leghisti, ha prontamente commentato a distanza Salvini. Che preferisce altre priorità, diciamo così: per esempio, quella di salvare più aspiranti possibili alla pensione anticipata quando si dovrà, a breve, disciplinare nel dettaglio la spesa messa per questo in bilancio. Così come i grillini dovranno cercare di salvare più aspiranti possibili al reddito di cittadinanza quando se ne dovrà disciplinare l’erogazione, e gli interessati potranno finalmente farsi i conti in tasca. Vasto programma, diceva il compianto generale Charles de Gaulle dei progetti dei suoi critici o avversari.

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