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Ecco come sarà spacchettato il nuovo Reddito di cittadinanza. Fuochi e fiamme tra Governo, Pd e M5S

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Prima era il Rdc dei 5 Stelle, poi la Mia – misura di inclusione attiva – e adesso quattro sigle per provare a riformare sussidi e occupabilità. Ma le opposizioni tuonano

C’era una volta il Reddito di cittadinanza. La bandiera politica, sociale ed economica del Movimento 5 Stelle con cui il partito fondato da Beppe Grillo si caratterizzò al governo nel 2018.

Con l’esecutivo Draghi alcune perplessità al tipo di approccio sussidiario per il mondo dei non occupati erano emerse, adesso con il Governo Meloni si vuole voltare definitivamente pagina.

Una prima idea di riforma era arrivata già a marzo. Con la Mia, la misura di inclusione attiva, il Governo in carica aveva previsto di passare a un modello fatto di due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Circa 400 mila famiglie coinvolte. Per il primo gruppo minorenni, over 60, disabili; per il secondo, invece, coloro con una età compresa tra i 18 e i 60 anni.

Adesso però si cambia di nuovo, in corsa, verso il 2024. Vediamo come.

COSA VUOLE FARE IL GOVERNO CON IL RDC

Si va verso uno spacchettamento. Tre sussidi: Pal, Gal e Gil cui si aggiunge la Gol.

La Gal e la Gil, acronimi di Garanzia per l’attivazione lavorativa e Garanzia per l’inclusione lavorativa, sostituiranno la Mia.

Riguardo la Gal, la platea di riferimento considerata dai calcoli dell’esecutivo è di 426mila famiglie. Anche se resterà un indennità individuale per i 18-59enni da 350 euro mensili, ma al massimo per due persone e per un anno senza ripetizione.

La Gil, spiega Repubblica, sarà “un sussidio di “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale” per i non occupabili che per un single vale quanto il vecchio Reddito: 500 euro al mese più 280 euro per l’affitto. Al massimo, affitto compreso, una famiglia arriva a 1.380 euro o, con un disabile grave, a 1.430 euro. C’è una stretta sul requisito Isee che scende da 9.360 a 7.200 euro. Mentre quello reddituale resta a 6 mila euro. Gil dura 18 mesi, poi 12 mesi dopo un mese di pausa. Senza fine”.

La Pal, invece, sarà la misura ponte per coprire 404 mila occupabili scoperti da agosto rispetto al Rdc. Durerà allora da settembre fino a fine anno. La Gol, per concludere, “è una misura prevista dal Pnrr e si tratta di programmi su misura di ciascun disoccupato (o inoccupato) per attivarlo al lavoro” spiega Gloria Riva su L’Espresso. “Dispone di risorse pari a 4,4 miliardi di euro. Entro il 2025 coinvolgerà 3 milioni di beneficiari, di cui 800.000 in attività formative, 300.000 delle quali relative alle competenze digitali. Gol è attuato dalle Regioni e Province autonome sulla base dei Piani regionali (Par) approvati da Anpal. La sua attuazione è connessa al Piano di potenziamento dei centri per l’impiego e al Piano nazionale nuove competenze”, spiega l’Anpal.

IL MELONI PENSIERO SUL LAVORO

Giorgia Meloni, parlando ieri al Salone del Mobile di Milano, ha detto che “mentre ci si continua ad accapigliare sul reddito di cittadinanza, che questo governo conferma di non voler continuare a dare a chi è in condizione di lavorare, noi scopriamo che le nostre aziende dicono che in 4 casi su 10 hanno difficoltà a trovare personale qualificato”.

LE OPINIONI TECNICHE

Parlando a La Stampa, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico aveva detto sul tema che con il Rdc “l’occupazione in generale è aumentata” e che, riguardo la riforma del Governo, “tutti coloro, senza eccezioni, che stanno a di sotto di una certa soglia devono avere un reddito minimo. Anche la Ue divide la platea tra chi è occupabile e chi no. Sui primi si deve fare il massimo sforzo attraverso le politiche attive, i centri per l’impiego pubblici e le agenzie private”.

Secondo Francesco Seghezzi, presidente di Adapt, la Gal “si fonda su una logica punitiva”. E che “la generalizzazione non può diventare il criterio principale sul quale costruire una misura così importante”. “La ratio sottostante al nuovo strumento della Gal è quella di dare per scontato che chi oggi non ha un lavoro, e non appartiene alla categoria dei non occupabili, sia in questa condizione principalmente per colpa sua”.

IL TUONO DELLE OPPOSIZIONI

Tornando alla politica, tuonano forte Pd e M5S.

Per Giuseppe Conte, l’esecutivo procede per furia ideologica sulla riforma del reddito.

Per Elly Schlein, invece, “non sappiamo cosa il governo possa fare con il decreto lavoro. Si profila uno spezzatino del reddito di cittadinanza. Noi ci siamo opposti a questa guerra del governo contro i poveri. È una manovra che ha evitato lo scivolamento verso la povertà”.

 

E ancora: “Non può l’Italia, con la povertà in aumento, fare a meno di uno strumento di sostegno ai redditi. Il governo non parla mai della precarietà. Non si può vedere il nesso tra la crisi della natalità e la precarietà”.

 

– Leggi anche: Ecco come va riformato il lavoro. Intervista a Pietro Ichino

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