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Tridico (Inps): Serve una migrazione regolare e fluida

Pasquale Tridico, Inps - Intervista A La Stampa

Che cosa ha detto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico al quotidiano La Stampa tra migranti, pensioni e salario minimo

Nei giorni in cui l’Istat ha messo ancora una volta nero su bianco che l’Italia ha un futuro demografico alquanto opaco davanti a sé. In un anno al 1° gennaio scorso, risiedono circa 59 milioni di abitanti: 179mila in meno rispetto al 2022.

“Ogni anno dovremmo riuscire a incrementare di 10mila nascite in più rispetto a quello precedente” ha affermato il mese scorso Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari e della Fondazione per la natalità. Annunciando la “necessità” strutturale di 500mila nascite a 2033.

Ma questi sono i giorni anche di forti discussioni sul tema migratorio. Dibattuto con toni accesi tanto dalla politica interna italiana quanto nel confronto con l’Unione europea.

Sul tavolo de Governo Meloni c’è il decreto Cutro, nel weekend è arrivata la nomina del commissario straordinario per l’emergenza sui migranti ma fa discutere la scelta – poco ben vista anche dal Quirinale – di ritirare la protezione speciale.

Ed ecco che allora possono aiutare le parole del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Che a La Stampa dice: “Senza i migranti tra 20 anni i conti Inps saranno critici”.

TRIDICO (INPS) TRACCIA LA LINEA PER L’ITALIA

“Con meno 400 mila nuovi nati fra circa 20 anni avremo 230 mila diplomati e 70 mila laureati. Secondo le attuali condizioni, in 150 mila avranno un lavoro”, dice il numerino dell’Istituto.

Il riferimento è anche ai dati Istat della scorsa settimana: nel 2022, il Belpaese ha registrato soltanto 392.598 nascite. Mai così poche.

“Oggi abbiamo 16,5 milioni di pensionati. In prospettiva, con questa demografia, avremo più o meno lo stesso numero di persone che vanno in pensione e che entrano nel mercato del lavoro. Quindi un rapporto di uno a uno. Troppo esiguo”, aggiunge riferendosi al 2040, passando per una quota di 1:3 al 2030.

Come risollevare da questo punto di vista l’Italia? Rinvigorire le nascite, anzitutto. Ma puntare anche sui migranti. “Krugman segnala come negli Stati Uniti gli immigrati siano stati la leva più dinamica nel contributo alla crescita dell’economia. In Italia, con la pandemia, questo flusso si è interrotto”, fa notare Tridico. Secondo il quale serve una migrazione “regolare e fluida”, da gestire su tutto il territorio. Come fanno le economie ricche.

Sul banco dei problemi nostrani, ovviamente, c’è ance altro. Dal lavoro nero da combattere alle problematiche “intorno al Reddito di cittadinanza”. Cioè la parte formativa e di impiego, che va oltre il semplice sussidio.

Inoltre, serve il salario minimo. Da mettere insieme alla contrattazione collettiva, “ci vuole e non va in conflitto” con il primo. Gli elementi ci sono, le scuse da accantonare per sistemare l’Italia anche.

 

L’INTERVISTA COMPLETA QUI

 

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