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La politica alla ricerca di un Centro di gravità permanente

Italia Al Centro

Qualcosa si muove, tra i frammenti dei partiti ancora scossi dalla rielezione di Mattarella: Toti, Renzi e Mastella confabulano per costruire un nuovo soggetto: Italia al Centro

Mentre i principali schieramenti sono intenti a raccogliere i cocci dei partiti (M5s) e delle coalizioni (centrodestra) andati in frantumi nella settimana dell’elezione del Capo dello Stato, il Centro riacquista di colpo tutta la sua storica – primarepubblicana – attrattiva. E se a destra, perfino Giorgia Meloni si lascia sfuggire di pensare a qualcosa di moderato, per quanto in campo conservatore e Matteo Salvini rilancia l’idea di una federazione con al suo interno Forza Italia, pure i riformisti drizzano le antenne per capire quale soggetto si coagulerà in quell’area.

 


 

ITALIA AL CENTRO

L’asse pare ligure-tosco-campano. Sono settimane che Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e Matteo Renzi confabulano. Si è aggiunto pure Clemente Mastella che, corso a Montecitorio nella speranza di festeggiare il trasloco di Pier Ferdinando Casini al Colle, è rimasto a Roma per discutere i dettagli di un possibile nuovo soggetto politico: Italia al Centro. «È tutto ancora da decidere – ha detto intanto Toti– io dialogo con tutti nella prospettiva e con l’obiettivo di rafforzare una parte di politica centrale nel nostro schieramento, dialogante, pragmatica, capace di fare proprio un programma quale quello del governo Draghi di modernizzazione del Paese. Per fare questo parliamo con tanti amici del centrodestra, con forze politiche che stanno al centro dello schieramento e dovranno decidere una collocazione».

CHI SI SMARCA DAL PROGETTO

Si smarca invece Luigi Brugnaro per nulla allettato dal progetto di Italia al Centro: «Ho fondato Coraggio Italia a casa mia con Marco Marin, con Berlusconi avevamo parlato di creare un qualcosa che doveva chiamarsi Altra Italia, comunque un soggetto ancorato al centrodestra e dunque tutte queste fughe in avanti che vedo fare verso il centro credo che abbiano bisogno di maggiore ponderazione. Queste fughe in avanti di Giovanni Toti e di Gaetano Quagliariello verso Matteo Renzi mi sembrano – commenta a caldo l’ex sindaco di Venezia – un po’ premature, non ho apprezzato questo comportamento di alleanze che nascono a cena e poi casomai muoiono nell’arco di un mattino».

 

Molto vicino a quel perimetro, il solo a prendere le distanze, è Carlo Calenda: «Renzi, Mastella e Toti? Non ci andrò mai non perché sono volati gli stracci ma perché non corrisponde al nostro progetto politico». Quindi il leader di Azione si becca a stretto giro la stilettata di Mastella: «Un atteggiamento pariolino, ignobile». Con queste premesse, il Centro rischia di avere più leader che elettori, ma molto dipenderà pure dalle forme che avrà la prossima legge elettorale…

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