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Nella Lega Salvini sta facendo piazza pulita dei dissidenti. Tutti gli epurati

Lega Salvini Purghe Epurati Carroccio

Chi critica la linea non può restare: sembra essere questo il vero e unico motivo delle numerose fuoriuscite dal Carroccio. Che nei sondaggi continua a ondeggiare attorno all’8,5%

No, non si contano sulle dita di una mano. E no, non è la prima volta. Andando a sbirciare nei partiti italiani, andando per esempio a vedere come vanno le cose dentro la Lega, si scopre di una forte ondata di epurazioni. Il motivo? Essere distanti o comunque poco aderenti alla linea centrale dettata da Matteo Salvini, oggi vicepremier e ministro delle Infrastrutture.

Ecco chi sono i protagonisti.

NON E’ LA PRIMA VOLTA, NON SARA’ L’ULTIMA

Era praticamente la vigilia di Natale scorso, Gianluca Pini – ex parlamentare della Lega Nord – spiegava con parole dure e chiare a Policy Maker che eravamo vicini alla fine della Lega targata Matteo Salvini. “E’ un partito personale e verticistico, una sorta di via di mezzo tra la Turchia e la Corea del Nord in termini di rispetto della democrazia interna”, diceva.

Il contesto era quello di una spaccatura tra Lega e vecchia Lega Nord. Da cui i più arditi oppositori del ministro avevano costituito un comitato per muovere battaglia. Prima in Lombardia e poi pian piano nelle altre Regioni. In programma, allora, c’erano ancora le elezioni che avrebbero poi visto vincere ancora Attilio Fontana al Pirellone. “Secondo me lui si è pentito di ricandidarsi con tutto questo casino. Perché candidarsi con questo caos politico non fa bene”, diceva Pini del presidente poi rieletto. Pensando che i nordisti della Lega avrebbero contribuito al successo di Moratti con il Terzo Polo. Perché, appunto, di correnti nella Lega Salvini Premier non ven’è possibilità d’esistenza.

Sempre Pini metteva poi l’accento sul voto friulano, che si decide tra qualche ora e vedrà riconfermato Massimiliano Fedriga come presidente. “Un dato al quale bisognerà fare attenzione è il risultato che farà la lista Fedriga in Friuli e quella che farà la Lega. Perché si replicherà quello che è successo in Veneto con lista Zaia e Lega: la lista di Fedriga prenderà tre volte i voti della Lega”, diceva Pini a PM. “Queste elezioni regionali cambieranno lo scenario della politica nazionale perché si sta aprendo una voragine al centro al Nord perché non c’è più una rappresentanza politica che porti avanti le istanze del Nord che ha esigenze diverse rispetto al resto del territorio nazionale”.

Oggi, a distanza di qualche mese, si sente parlare meno del Comitato Nord bossiano che stava scuotendo le acque del Carroccio. Ma ciò non significa che la situazione si sia rasserenata. Anche perché già negli anni scorsi, in più occasioni post elettorali ma non solo, Salvini aveva usato il pugno duro per ribadire che lì dentro comandava lui e basta. Di episodi se ne possono ritrovare tanti, le parole chiave sono “purghe” e “Salvini-Lega”.

TUTTI GLI EPURATI DAL CARROCCIO

Insomma, il partito che fu nordista e secessionista e che poi ha svoltato verso un nazionalismo duro e poco puro viene percepito dai più addetti alla politica dei partiti italiani come il più leninista di tutto. Ecco il perché del ricorso a termini sovietici come purghe, epurazioni, eccetera.

Oggi c’è un nuovo capitolo di questa lunga storia, destinata a ripetersi in altre prossime puntate. I protagonisti li ha inanellati il Domani, con un lungo elenco che rende bene l’idea delle dimensioni del fenomeno interno alla Lega. O alle Leghe?

C’è il sindaco di Borgosesia,  ex deputato, Paolo Tiramani. Laureato in economia dei mercati globali, è stato membro di diverse commissioni tra cui Affari sociali, tutela dei consumatori e servizi radiotelevisivi. “Nei giorni scorsi, attraverso la stampa locale, ha appreso della decisione della Lega”, scrive il quotidiano diretto da Stefano Feltri. Il motivo della cacciata sta nelle dichiarazioni negative sul voto del 25 settembre 2022 e sull’idea di dover rinnovare il partito. “Tiramani è stato ufficialmente silurato dal comitato disciplina e garanzia federale, presieduto da Maurizio Bosatra, a cui spetta il compito di pronunciarsi su casi del genere. Secondo quanto si apprende, non ci sarebbe alcun coinvolgimento formale di Salvini nella sanzione”. Ma Bosatra è molto vicino a lui, per la serie “due più due fa quattro”.

C’è un altro sindaco, poi, tra gli epurati. E’ Maura Tomasi, prima cittadina di Comacchio – avvocato civilista classe ’64 – e rea anche lei di parole disturbanti la linea serena e coerente del partito, ma anche i dissidi con il collega di FdI Alberto Balboni, senatore ferrarese. Dunque, al momento, dal nucleo del Carroccio non si vuole né che qualcuno disturbi il monopensiero salviniano né i rapporti col primo partito della destra oggi al governo.

Infine, negli ultimi epurati è rientrato Sandro Zaffiri, leghista di lungo corso e già vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche. Proviamo a indovinare il motivo della cacciata? Dichiarazioni stonate verso il partito: secondo lui, racconta Iannaccone su Domani, le elezioni dello scorso autunno erano state deludenti per il Carroccio.  Tre profili, tre epurati, che non sono i primi e non saranno gli ultimi a dover salutare la Lega. Mentre ce ne sono tanti che decidono di lasciarla prima dell’addio forzato.

LA LEGA CONTINUA A DELUDERE SECONDO I SONDAGGI

Intanto, però, i sondaggi continuano a sorridere poco. Secondo la supermedia YouTrend/Agi, il partito di Matteo Salvini ha perso lo 0,6 scivolando all’8,6%. Per Antonio Noto, dalla rilevazione svolta per Repubblica è emerso un posizionamento all’8,5%.

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