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Meno tasse a chi ha più figli: a chi piace (e a chi no) l’idea di Giorgetti
Denatalità e quoziente familiare: le proposte del ministro Giorgetti (che parteciperà all’Ecofin) per contrastare l’inverno demografico italiano ed europeo non convincono tutti
Le ricette per invertire la curva del declino demografico occuperanno uno dei tavoli del prossimo Ecofin a cui il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Nelle scorse ora titolare del dicastero di via XX Settembre è tornato su una delle idee a lui più care: agevolazioni fiscali per favorire la natalità. Oppure, in maniera più semplice: meno tasse per chi ha più figli.
Quella della denatalità una questione complessa che riguarda l’Italia, ma tocca e impatta su tutta l’Europa, tanto da farne uno degli argomenti del prossimo Ecofin ungherese.
IL CARDINALE ZUPPI CONFERISCE LA BENEDIZIONE ALLA PROPOSTA DEL MINISTRO GIORGETTI
La proposta del ministro dell’economia ottiene la benedizione del cardinale Zuppi. ”Credo sia giusta, una misura che incoraggia a non aver paura di avere a casa tanti figli – ha detto il presidente della Cei a margine del seminario ‘Generatori di speranza. In cammino con i giovani nella luce del Giubileo’ -. Se c’è un’attenzione al riguardo questa va nella direzione che auspichiamo. Se il ministro Giorgetti va avanti benissimo, è una sicurezza in più”.
BORDIGNON (FORUM FAMIGLIE): “AGIRE IN FAVORE DELLE FAMIGLIE E IMPROROGABILE E NECESSARIO”
Dalla parte del ministro leghista di schierano, invece, le associazioni che si prefiggono di tutelare le famiglie. ”Leggiamo con favore il progetto del ministro dell’Economia Giorgetti di detassare le famiglie con figli – ha detto all’AdnKronos Adriano Bordignon, presidente del Forum famiglie – perché l’idea che questo governo possa agire in modo sostanzioso a favore della natalità lo vediamo come necessario e improrogabile”. Solo qualche giorno fa l’Istat ”raccontava che i nati previsti per quest’anno saranno ancora di meno rispetto agli anni passati.
Ogni momento che passa equivale ad una scelta di non reagire e non si può più attendere”, continua il presidente del Forum che raggruppa le associazioni della famiglia. “Gli investimenti sulla natalità sono necessari per capire che non si tratta di politiche di lotta alla povertà ma riguarda la politica strutturale per mantenere competitività, produttività, la tenuta del sistema sanitario e pensionistico – conclude Bordignon -. Non bastano misure spot confermate solo per un anno. Il prossimo ventennio dovrà essere meno gramo per chi decide di avere figli”.
IL CROLLO DELLE FAMIGLIE NUMEROSE NEL NOSTRO PAESE
A essere particolarmente interessati dalla proposta del ministro dell’economia sono le famiglie numerose. Nel nostro paese le famiglie numerose non sono molte. Secondo dati Istat in Italia più di una famiglia su tre (35,1%) è formata da una sola persona, il 27,1% da due componenti, il 18,5% da tre persone. Le famiglie costituite da quattro componenti sono il 14,2%, quelle da cinque sono il 3,7% mentre le famiglie numerose (6 o più componenti) rappresentano l’1,4% del totale.”Una proposta che va nella direzione da noi sempre auspicata, naturalmente aspettiamo di vedere i dettagli – ha detto Alfredo Caltabiano, presidente nazionale dell’Associazione nazionale famiglie numerose -. Mi auguro che si usi buonsenso e che sulla natalità ci sia un impegno bipartisan”.
L’assegno unico, secondo Caltabiano, non basta per sostenere adeguatamente le famiglie. “Innanzitutto, è legato decisamente all’Isee, uno strumento che non consideriamo equo, tant’è che non tiene conto di tante famiglie della fascia medio-bassa a fronte di un maggior costo della vita – continua Caltabiano -. Inoltre, con l’introduzione dell’assegno unico sono state tolte tutte le detrazioni per figli. Viviamo, quindi, nel paradosso che il sistema fiscale italiano è uno dei pochi basato sul principio di equità verticale (ovvero chi più ha, più paga, ed è corretto), ma non su quello orizzontale. Per questo noi auspichiamo una riforma complessiva e organica sulle politiche familiari; abbiamo presentato anche proposte al Governo”.
VALENTE (PD): IL QUOZIENTE FAMILIARE DI GIORGETTI DISINCENTIVA IL LAVORO FEMMINILE
La chiave per combattere la denatalità è nell’occupazione femminile e nei servizi. “La denatalità si combatte investendo sull’occupazione femminile e sui servizi, dagli asili nido alla diffusione del tempo pieno in modo omogeneo in tutta Italia – dice la senatrice del Pd Valeria Valente, agli assegni per il baby-sitting, ai sostegni veri per la non autosufficienza, all’aumento dei congedi parentali paritari, alla promozione del cambiamento del modello culturale che sia all’insegna della condivisione delle responsabilità familiari”.
La replica della senatrice democratica alla notizia di un sussidio per le famiglie trova riscontro nei risultati dei paesi scandinavi, tra i più ricchi di sostegni alle famiglie e con i maggiori tassi di natalità. “Bisogna investire su infrastrutture sociali solide, moderne ed efficienti, a partire da scuola e sanità pubblica, va riconosciuto il valore sociale della maternità e vanno sostenute le donne, nei fatti e non solo a parole, cosa che finora il governo Meloni non ha fatto – continua la senatrice Valente -. Il quoziente familiare è uno strumento che penalizza il secondo percettore di reddito nel nucleo, cioè la donna, disincentivando il lavoro femminile. Non è riportando le donne a casa che si può pensare di investire sulla natalità”.