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Pace tra i 5 Stelle?

5 Stelle

I Graffi di Damato. La notte magica degli italiani, ma ancor più magica di Giuseppe Conte e amici

Magica per tutti gli italiani, la notte della vittoria degli azzurri nella bellissima finale londinese dei campionati europei di calcio, peraltro preceduta nel pomeriggio dalla splendida figura fatta a Wimbledon dal pur sconfitto Marco Berrettini alla finale di tennis, ancora più magica lo è stata al Fatto Quotidiano. Dove sotto una sovranista “Brexit azzurra” – preferita chissà perché ai titoli forse più consoni usati da altri giornali come “l’Europa siamo noi”, “Siamo i campioni”, “Grazie azzurri” – hanno preferito gridare ancora più festosamente o rumorosamente la vittoria di Conte su Grillo nel MoVimento 5 Stelle come “unico titolare dell’iniziativa politica”, hanno spiegato i solerti sostenitori dell’ex presidente del Consiglio. Del quale hanno esaltato il compito propostosi di contrastare la riforma della prescrizione targata Cartabia-Draghi e fatta presuntivamente ingoiare dai ministri pentastellati da Grillo prima che da garante, fondatore e quant’altro accettasse di occuparsi in futuro solo “dei principi e dei valori dell’azione politica”.

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Così dice il testo del nuovo statuto messo a punto dai sette saggi nominati dallo stesso Grillo, che tuttavia si è riservato, come ha annunciato Vito Crimi ai parlamentari pentastellati, di avere con Conte un incontro per definire “gli ultimi dettagli”. Fra i quali, come dice un vecchio proverbio, si nasconde sempre il diavolo. E si sa quanto quest’ultimo sia metaforicamente di casa nelle ville di Grillo scomponendogli all’occorrenza i capelli già indiavolati di loro in occasione delle incursioni video nelle vicende politiche e da qualche tempo anche giudiziarie di turno sulle prime pagine dei giornali.

Proprio a proposito di queste vicende, non so se definire più infelici o perfidi lo spazio e il titolo, sempre in prima pagina, di una intervista del notissimo capo della Procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, al Fatto Quotidiano sugli effetti della riforma -o “schiforma”, come la chiamano da quelle parti – della prescrizione impostata dal governo. “Processi al macero, anche su stupri e omicidi colposi”, ha denunciato Gratteri pur sapendo – credo – che questi sono reati sensibili, diciamo così, per la famiglia Grillo, tra il padre “pregiudicato” – direbbe Travaglio – per un brutto e mortale incidente stradale di tanti anni fa e il figlio Ciro per una notte da “coglione” – parola dello stesso comico – trascorsa con amici nell’estate di due anni fa nella sua casa di Arzachena. Il 5 novembre forse sapremo, con calma, se il giovanotto e gli amici di sospetto stupro saranno rinviati a giudizio.

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In attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria di Grillo junior, Il Fatto Quotidiano – sempre lui – ha rifilato oggi ai lettori come “cattiveria” di giornata quattro righe, diciamo così, micidiali a proposito dell’ultima seduta del Consiglio dei Ministri: quella nella quale Draghi, forte anche di una telefonata ricevuta o fatta a Beppe Grillo, è riuscito a fare approvare all’unanimità le proposte di modifica alla prescrizione di Bonafede, il ministro pentastellato della Giustizia nei due governi di Conte, che consente ai processi dopo la sentenza di primo grado di durare all’infinito, anziché dai due ai tre anni o dai 12 ai 18 mesi proposti adesso dal governo in carica per i passaggi, rispettivamente, in appello e in Cassazione. “Ormai – dice la “cattiveria” del giornale di Travaglio ispirandosi alla notte brava di Arzachena – mancava poco che Draghi si facesse una foto col pisello di fuori sui ministri M5S che dormivano”. E che Conte si è proposto di svegliare, e magari anche di far dimettere per un Draghificio tutto da scrivere, dopo il Conticidio già uscito.

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