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Perché nel centrodestra si parla (di nuovo) di partito unico

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Le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, il sogno di Berlusconi, gli scenari in Forza Italia e in tutto il centrodestra dopo il lungo ricovero del Cav, la stroncatura di Meloni. Il partito unico di destra si farà?

Non porta molto bene parlare di partito unico nei giorni della tragicomica fine del progetto del Terzo Polo (o una donna leader rivitalizzerà l’alleanza?), con le capoccione mediatiche messe in piazza tra Carlo Calenda – leader di Azione – e Matteo Renzi, segretario di Italia Viva.

Ma sono giorni caldi un po’ per tutti i partiti del panorama politico italiano. Con il M5S pressoché immobile sia nei sondaggi che nella proposta politica, il Pd alla prova della definizione della nuova traiettoria identitaria (sul termovalorizzatore romano, sulla guerra russa in Ucraina, sulle alleanze). E, guardando alla maggioranza, per Forza Italia dopo i giorni di apnea per le condizioni di Silvio Berlusconi.

E allora, proprio tra le forze attualmente al governo, se Lega e FdI appaiono in salute (il Carroccio si è rinvigorito dopo l’ottimo risultato delle regionali e il suo leader Salvini almeno in lunghe fasi ha optato per una strategia low-profile), sono proprio gli scossoni possibili in Forza Italia che hanno contribuito a riportare in primo piano il tema del partito unico.

LE PAROLE DI GUIDO CROSETTO

Parlando con il Corriere della Sera, il numero uno della Difesa Guido Crosetto, amico stretto della premier Meloni e co-fondatore di Fratelli d’Italia, ha detto che “è proprio questa maggioranza tutta intera che potrebbe diventare un grande partito conservatore”.

Come dovrebbe configurarsi? Un partito che rispecchi il partito conservatore britannico oppure sulla falsa riga del partito repubblicano americano (che però con Trump è stato stravolto in tutto e per tutto), dettaglia Il Giornale. Per rafforzare il sistema bipolare ma anche le relazioni interne tra FdI, FI e Lega.

“Con Salvini ho un rapporto straordinario, umano e politico. La collaborazione tra Difesa e Mit non è mai stata così positiva”, aveva aggiunto Crosetto a Monica Guerzoni.

Specificando poi che Fratelli D’Italia dovrebbe guardare e rappresentare il centro politico. “Dimostrandosi sempre più aperto e inclusivo”.

IL SOGNO DEL PARTITO UNICO

Il sogno del partito unico, conservatore, appartiene in primis allo stesso Silvio Berlusconi. L’estate 2021 era stata particolarmente calda da questo punto di vista. Mentre Matteo Salvini parlava di federazione di destra, Forza Italia si riuniva via zoom per discutere proprio di partito unico conservatore da mettere in piedi.

Antonio Tajani, oggi vicepremier e ministro degli Esteri, diceva di sognare “di dare vita a una grande forza del centrodestra, un grande partito conservatore liberale riformista e garantista, sul modello del partito repubblicano statunitense, in vista delle politiche del 2023”.

L’idea riprese vita a gennaio scorso, quando Berlusconi rilanciò il progetto per proteggersi dalle mire proprio dell’oggi morente Terzo Polo. Anche allora da Fratelli d’Italia respingevano le intenzioni del Cav, allora con Giovanni Donzelli come oggi con Giovanbattista Fazzolari. Allora come oggi FdI rimane il primo partito a destra, guida il Governo ed è un fattore nella conformazione della coalizione. In più, l’altro limite che spesso viene fatto notare, è che un partito unico conservatore all’americana avrebbe a che fare con il carattere proporzionalità della politica italiana.

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, invece, spalleggiava Berlusconi. “Una idea che io coltivavo già anni fa, nonostante leader e partiti recalcitranti al progetto, tra cui la stessa Forza Italia”. E ragionava: “Sarebbe bello che, oltre a una vera autonomia per le Regioni, come quella dei Lander tedeschi, oltre al semi-presidenzialismo a doppio turno, come avviene in Francia, anche i partiti politici facessero una passo avanti”.

CHI NON VUOLE IL PARTITO UNICO

“Sono sempre stata convinta che la pluralità anche all’interno del centrodestra è un arricchimento più che un problema. Il punto è la volontà di camminare insieme e quella volontà oggi la vedo. In quella volontà ci sono sfumature diverse e questo è più facile farlo oggi con i partiti. Poi quello che può succedere domani nessun è in grado di dirlo”, ha detto Giorgia Meloni sulla questione.

Per Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all’Attuazione del programma ed esponente di Fratelli d’Italia, “il partito unico non c’è, non è in campo. Abbiamo già un grande partito conservatore: Fdi”. Inoltre, ha aggiunto, “la grande intuizione è stata quella di non fare asse con i partiti antieuropeisti, ma di guidare i conservatori e oggi possiamo davvero fare una rivoluzione in Europa: un patto con il Ppe, che spezzi la dannosa alleanza Ppe-Pse. Perché noi siamo europeisti, crediamo nell’identità e fratellanza di tutti i popoli europei. Il sostegno all’Ucraina lo dimostra”.

Proprio ieri il Cav. è uscito dalla terapia intensiva e prosegue nel migliore dei modi l’uscita dalla fase critica del suo ricovero. Sono stati dodici giorni molto lunghi che hanno sollevato tante ipotesi e scenari sul futuro politico dell’ex premier e del suo partito. Che da molti viene ancora identificato come, appunto, di Berlusconi. E di nessun altro. E che nell’ultima supermedia dei sondaggi è cresciuto dello 0,4%. Di chi sarà la cura del partito unico, se ci sarà, allora?

 

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