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Perché le nuove licenze non risolvono il problema dei taxi. Parla Giuricin

Taxi

Che cosa ha deciso di fare sui taxi il governo con il provvedimento varato nel decreto di agosto

Gli amori, è vero, non finiscono mai. In Italia, però, neanche i problemi. Uno di quelli più duraturi, irrisolto ma non irrisolvibile, è quello dei taxi.

COSA C’E’ CHE NON VA (ANCORA) CON I TAXI

L’estate sta finendo, il flusso turistico delle città italiane è però ancora alto. E il servizio delle auto bianche continua a essere carente. Ripercorrendo brevemente la vicenda, come già scritto su questo giornale, “il problema dei taxi è molto semplice: non ci sono. Secondo il Codacons, “l’offerta di auto bianche [è] decisamente insufficiente al punto che in alcune città, nelle ore notturne, il 42% delle chiamate degli utenti ai servizi taxi locali rimane senza risposta”.

Ogni anno, soprattutto in periodo estivo, il refrain di lamentele si intensifica. Mentre la politica rinuncia a ogni vano tentativo di liberalizzazione del settore. Una mossa che viene invocata continuamente da uno degli esperti del settore come Andrea Giuricin, ceo di TRA Consulting. Serve aumentare di almeno il 20% le licenze, dice il Codacons. Serve tutelare l’interesse dei cittadini, grida ogni giorno su X (ex Twitter, ndr) Giuricin.

Che confermando l’impressione poco positiva sulla mossa del governo, dice a Policy Maker: “Non è una riforma perché non cambia radicalmente il settore. Sicuramente l’aumento delle licenze non è negativo ma rimane solo un passo. I problemi rimangono”. Anche perché – spiega – “i comuni anche prima della mossa del governo potevano già aumentare il numero delle licenze, del 20-30-40%. Ma nessuno lo ha mai fatto”. E “vedremo se davvero arriveranno queste nuove licenze”.

LE LAMENTELE CONTINUANO

Basta scorrere le bacheche social per capire che il problema è ben saldo sul tavolo. E che neanche dopo l’approvazione delle norme di parziale estensione delle licenze può cambiare qualcosa.

Nessuna riforma dei #taxi anche con questo Governo. D’altronde non ce l’aveva fatta #Draghi a scalfire questa lobby…”, commenta Giuricin in un post del giornalista di Rai Radio 1 (Giancarlo Loquenzi, conduttore di Zapping) sulla mancanza di auto bianche. 

Una situazione, quella dei taxi, imbalsamata da anni tanto quanto quella delle concessioni balneari. “Avere concorrenza tramite gara o tramite l’introduzione di nuovi servizi di mobilità serve ad abbattere i privilegi. Eppure queste categorie sono in grado di bloccare qualsiasi riforma”, commenta ancora Giuricin qualche giorno fa sulle due questioni.

LA RIFORMA DEL GOVERNO SUI TAXI NON BASTA

Insomma, l’aria non è cambiata. Né sembra poter essere stravolta in positivo dall’intervento del governo di un mese fa. Secondo il quale, decreto alla mano, “nel settore taxi, in deroga al divieto di cumulo delle licenze, i comuni potranno rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive temporanee per l’esercizio del servizio per fronteggiare uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a flussi di presenze turistiche superiori alla media stagionale. Il numero delle licenze è determinato in proporzione alle esigenze dell’utenza e in ragione del carattere temporaneo o stagionale della esigenza”.

Come si legge ancora, “la durata, in ogni caso, non può superare i 12 mesi, prorogabili per ulteriori 12 mesi. Le licenze possono essere rilasciate esclusivamente in favore dei soggetti già titolari di licenze per l’esercizio del servizio di taxi, i quali possono valorizzarle mediante l’affidamento, anche a titolo oneroso, a terzi, purché in possesso dei requisiti prescritti, oppure con la gestione in proprio”.

E ancora: “Si prevede poi che i comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitane e sede di aeroporto internazionale possano incrementare il numero delle licenze, in misura non superiore al 20% delle licenze già rilasciate, tramite un concorso straordinario che prevede, quale condizione obbligatoria per il rilascio della licenza, l’utilizzo di veicoli a basse emissioni. Si attribuiscono una serie di incentivi ai fini dell’acquisto di veicoli a basse emissioni da adibire al servizio taxi”.

COSA HA DETTO URSO AL QUESTION TIME SUI TAXI

Intervenendo al Question Time alla Camera, l’altro ieri, il ministro Urso ha ricordato le misure approvate e aggiunto che “i Comuni hanno un solo obbligo: comunicare all’Autorità dei Trasporti, che deve rispondere entro 15 giorni. Oggi possono direttamente fare concorsi per il rilascio di queste licenze”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy”. Ma “il Governo potrebbe valutare di cambiare questo vincolo, andando incontro alle richieste dei Comuni”.

Ma, come notato anche dal Sole 24 Ore, la riforma risolve poco o niente. Perché prevede ciò che è già concesso agli enti locali, sottolinea il quotidiano di Confindustria: “E cioè la possibilità da parte dei Comuni e degli enti locali di rilasciare licenze in più a nuovi conducenti. Che forse però per effetto della moral suasion del decreto darà impulso e sostegno ai sindaci per aprire i bandi”.

I tassisti hanno già espresso critiche alla misura, anche se questa rimane debole e non risolutiva. Intanto, le critiche e gli screzi a Roberto Mantovani (meglio noto come Roberto Red Sox) continuano. E il problema non svanisce.

 

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