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A che punto è la notte del Pnrr

Governo Pnrr

Perché sul Pnrr le ‘ore’ per il Governo non passano mai

Per il Governo Meloni il fattore tempo è una variabile estremamente flessibile. Era il 29 aprile quando, a margine dell’Ecofin di Stoccolma, il ministro dell’Economia Giorgetti affermò perentorio che per il pagamento della terza rata del Pnrr “è questione di ore”. Di ore nel frattempo ne sono trascorse 1.488, 62 giorni, oltre due mesi.

Lo scorso 20 giugno, in Aula alla Camera, il ministro Fitto si affidava a una riflessione un po’ più ampia: “Il confronto con Bruxelles si concluderà nelle prossime ore mi auguro positivamente. Non c’è nessuna possibilità di ritardi”.
Sempre di ‘ore’ si parla.

Eppure tra un continuo tira e molla il tempo scorre avvolto da una nube grigia. La lettura dei giornali non aiuta. Per il Corriere della Sera sulla terza rata ‘l’intesa è vicina’, attribuendo la posizione al Governo, mentre per La Stampa la terza rata ‘diventa un miraggio’.

Nel frattempo l’attenzione si inizia a spostare sulla quarta tranche senza aver ancora intascato i 19 miliardi di euro previsti per gli obiettivi relativi al 31 dicembre 2022.

Ma anche sulla quarta rata le cose non vanno meglio: ‘da oggi – scrive il Sole24ore – il programma originale del Pnrr comincia a essere ufficialmente non rispettato’. Come mai? Perché alla data odierna, fine del primo semestre 2023, ‘i target non sono stati completati. In fuorigioco sono finite le stazioni di rifornimento a idrogeno per il trasporto stradale, l’aggiudicazione degli appalti pubblici per l’installazione di 2.500 stazioni di ricarica veloci e ultra-veloci per i veicoli elettrici in autostrada e almeno 4mila in zone urbane e l’aggiudicazione del 100% dei lavori per gli asili nido’.

Il rischio è che, come scrive Repubblica, se non si trova un accordo con Bruxelles entro luglio i 16 miliardi della quarta rata potrebbero arrivare addirittura nel 2024.

Ieri intanto il ministro Fitto ha fatto il punto della situazione con il commissario all’Economia Gentiloni, anche con riferimento agli investimenti che dovrebbero confluire nel Repower-Eu, il fondo destinato a finanziare gli interventi di risparmio e sicurezza energetica che nascerà con la riprogrammazione degli interventi del Pnrr. Progetti che – sottolinea il Corriere della Sera – valgono ‘da un minimo di 10 a 20 miliardi di euro e che, dopo le verifiche con la Commissione Ue, saranno identificati entro agosto dal governo, con la revisione del Pnrr nazionale’.

Le trattative dunque continuano. ‘Questione di ore’ o, forse, anche di mesi.

 

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