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Professionisti, ecco le novità sul bonus per gli iscritti agli Ordini

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Nel dl del Mef e del ministero Lavoro è sicura solo l’indennità di 600 euro relativa ad aprile per i professionisti. Intanto ieri si sono svolti via social gli Stati generali delle professioni

È pronto ed è al vaglio della Corte dei Conti il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze e del ministero del Lavoro sulle indennità per i professionisti iscritti agli Albi professionali. Il provvedimento, di cui dà notizia il Sole 24 Ore, stabilisce di confermare un bonus di 600 euro per aprile mentre per maggio occorre aspettare un successivo decreto.

Di questo e di altro si è parlato ieri durante gli Stati generali delle professioni che si sono svolti via social – dalle 10.30 alle 12,30 –  per discutere dei problemi attuali e futuri della categoria. Una manifestazione alla quale sono intervenuti anche Stefano Patuanelli, responsabile dello Sviluppo economico, e Nunzia Catalfo, responsabile del dicastero di Via Flavia.

IL DECRETO MEF-LAVORO

Come si diceva, il decreto — firmato ieri da Catalfo e dall’omologo all’Economia e alle Finanze, Roberto Gualtieri — chiude alcune porte ma ne lascia aperte altre. I professionisti delle Casse private riceveranno per il mese di aprile un bonus di 600 euro, sempre esentasse, che sarà versato in automatico a chi ha già ricevuto l’indennità relativa a marzo. Confermati dunque i requisiti – reddito fino a 35mila euro nel 2018 o fra i 35mila e i 50mila euro ma con cessazione, riduzione o sospensione dell’attività – così come l’incompatibilità per chi è titolare di pensione o di rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Il quotidiano confindustriale rileva due importanti novità: l’allargamento della platea dei beneficiari, rispetto a marzo, perché viene meno l’obbligo di essere iscritti a una sola cassa previdenziale; l’inclusione nella platea di chi si è iscritto tra fine 2009 e il 23 febbraio 2020 a patto di attestare un reddito complessivo per il 2018 sotto la soglia di 50 mila euro.

Però, dicevamo, rimane il nodo di maggio per cui si provvederà a fare chiarezza con un ulteriore decreto. Il decreto Rilancio è in fase di conversione in Parlamento e — vista la richiesta di far accedere ai contributi a fondo perduto anche gli iscritti agli Ordini — si preferisce aspettare. Occorre ricordare infatti che l’indennità di maggio esclude l’accesso al contributo e viceversa.

GLI STATI GENERALI DELLE PROFESSIONI

A lanciare gli Stati generali che si sono svolti ieri il Comitato unitario delle professioni (Cup), presieduto da Marina Calderone, e la Rete delle professioni tecniche (Rtp), presieduta da Armando Zambrano. Nella nota che annunciava la manifestazione si sottolineava come fosse “necessaria per far sentire al governo il malessere di una componente produttiva essenziale del Paese e, quindi, far correggere il decreto durante il passaggio parlamentare della conversione in legge. Quelle degli studi professionali – proseguiva il comunicato – sono state ritenute attività essenziali e in quanto tali escluse dall’elenco delle chiusure imposte per legge durante il periodo di ‘lockdown’ per prevenire e arginare i contagi da Covid-19”.

All’evento hanno partecipato anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che ha invitato i professionisti a Palazzo Chigi per confrontarsi sul rilancio del Paese, e il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, la quale ha annunciato anche per gli iscritti alle casse ordinistiche il rifinanziamento del bonus di 600 euro sia per aprile sia per maggio. Entrambi hanno poi sostenuto che il governo intende rafforzare le misure per tutelare i professionisti.

LE DIFFERENZE CON I PROFESSIONISTI INPS

A far “scatenare” le partite iva iscritte alle casse ordinistiche la disparità di trattamento con i colleghi iscritti all’Inps. Ricordiamo che con il decreto Cura Italia (articolo 27) gli iscritti agli Ordini e alle casse di previdenza private avevano beneficiato di un bonus di 600 euro, non soggetto a tassazione, grazie all’istituzione di un Fondo per il reddito di ultima istanza. Con il decreto Rilancio è stata confermata un’indennità (grazie al Fondo che è sato portato a 1.150 milioni) senza però stabilire il quantum per i mesi di aprile e maggio (articolo 78)  a differenza dei professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps per cui si è da subito stabilito un bonus di 600 euro relativo ad aprile e di 1.000 euro relativo a maggio (articolo 84).

Dunque i primi hanno dovuto attendere il decreto – arrivato presto – per cui c’era tempo fino a 60 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

L’altra grossa partita da cui sono rimasti esclusi, e che ha particolarmente influito sulla loro “ribellione”, è quella relativa ai contributi a fondo perduto (articolo 25) previsti dal decreto Rilancio per partite Iva e imprese che ad aprile abbiano avuto un calo del fatturato del 33% rispetto allo stesso mese del 2019. Per questi viene stabilito un indennizzo “non inferiore” a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per le persone giuridiche.

Ultima questione, che però è stata superata dal decreto, l’errore scovato all’articolo 86 del provvedimento con cui si stabilisce il “Divieto di cumulo tra indennità”. In pratica i bonus previsti agli articoli  84-85-78 e 98 non sono cumulabili tra loro e neppure con  quello ricevuto per il mese di marzo e previsto dal dl Cura Italia all’articolo 44.

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