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Romanzo Quirinale, chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica?

Cartabia Casellati

È la domanda che rimbomba per il Transatlantico e i Palazzi, ma che viene posta pure dalla gente comune: chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica?

Escluso il Mattarella-bis, bisogna capire su quale nome le forze politiche riusciranno a convergere. La situazione è alquanto strana, perché a eccezione di Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana, tutti gli altri partiti sostengono la medesima maggioranza di governo: questo però non vuol dire che si metteranno d’accordo in fretta sull’identità del prossimo inquilino del Quirinale. Lecito allora domandarsi chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica?

Mario Draghi – La sua disponibilità l’ha già data nella conferenza stampa di fine anno, quando forse un po’ incautamente s’è lasciato scappare di essere un “nonno al servizio delle Istituzioni”. E con ogni probabilità, anche umanamente, l’attuale presidente del Consiglio ambisce a scalare il Colle più alto della città di Roma: sarebbe il degno completamento di una carriera a dir poco eccezionale. Tra lui e il Quirinale, tuttavia, si frappone un ostacolo non di poco conto: se Draghi facesse i bagagli da Palazzo Chigi, la maggioranza di governo si sfarinerebbe e si rischierebbero elezioni anticipate nel pieno della quarta ondata, con oltre trecento morti al giorno e un PNRR ancora tutto da mettere a terra.

Silvio Berlusconi – Probabilmente il mai domo imprenditore crede davvero nella buona riuscita dell’operazione scoiattolo, sebbene sia improbabile che possa realmente finire, visti i suoi trascorsi giudiziari, a presiedere il CSM. In più, il Cav. non vuole certo fare la fine del solo avversario capace di batterlo per due volte: Romano Prodi, impallinato proprio mentre percorreva la via del Colle. Formalmente, gli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni appoggiano la candidatura di Berlusconi, ma un nome tanto divisivo potrebbe esser stato messo sul tavolo al solo scopo di spingere PD e M5S a trovare un’alternativa di compromesso, che piaccia anche alla destra. Con ogni probabilità nel vertice odierno almeno all’interno del centrodestra si chiarirà quanto sia seria la sua candidatura.

Maria Elisabetta Casellati – È stata la prima donna a essere eletta presidente del Senato, potrebbe diventare anche la prima donna al Quirinale, se non fosse che la sua ascesa potrebbe essere frenata dalle sue intemperanze (che hanno messo in fuga sette portavoce in nemmeno due anni) e trascorsi come la marcia sul Tribunale di Milano per difendere Berlusconi dai PM ai tempi di Ruby. Ma, soprattutto, come per ogni forzista, la sua candidatura “non esiste” finché Berlusconi non ritirerà la propria…

Giuliano Amato – Ogni sette anni, il “dottor Sottile” si riaffaccia sull’uscio del Quirinale. Due volte presidente del Consiglio, vari incarichi da ministro, attualmente vicepresidente della Corte costituzionale, responsabile del prelievo forzoso del 1992 per farci entrare nell’Euro, eppure apprezzato pure dal centrodestra, a iniziare da Silvio Berlusconi (“mi può capitare di guardarmi allo specchio e di vederci Giuliano Amato”, disse una volta il Cavaliere). Ha 83 anni e concluderà il mandato a 90, fattore, questo, che dovrà essere tenuto in considerazione.

Letizia Moratti – Sono ormai lontani i tempi in cui compariva nelle cronache quotidiane con lo pseudonimo “mamma di Batman”. Letizia Moratti ha saputo riabilitarsi agli occhi dell’elettorato correndo in soccorso a una giunta, quella di Attilio Fontana, che scricchiolava ed è pure riuscita a rimediare ai tanti errori del politico che ha sostituito: Gallera. L’attuale vicepresidente della Lombardia, è stata ministra dell’Istruzione nel secondo governo Berlusconi e sindaca di Milano dal 2006 al 2011.

Elisabetta Belloni – Avrebbe il merito non solo di rappresentare le quote rosa, ma anche di non essere legata a partiti politici. Più volte candidata come possibile inquilina della Farnesina, l’attuale direttrice generale del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, potrebbe trasferirsi al Quirinale.

Pierferdinando Casini – Difficile immaginare una figura più trasversale di lui, avendo appoggiato coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.  Tanto Silvio Berlusconi è divisivo, quanto Casini potrebbe essere il nome rilanciato dal PD per trovare un accordo.

Gianni Letta – Altro nome trasversale, soprattutto per via della parentela con l’attuale segretario del PD, Enrico. Fedelissimo di Berlusconi, felpato, è sempre riuscito a stare un passo indietro: che sia la buona volta che possa farne uno avanti a tutti?

Filippo Patroni Griffi – Quando si parla di personalità super partes, in genere si fa il nome del presidente del Consiglio di Stato, nonostante sia stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante il governo Letta ed ex ministro della Pubblica amministrazione nel governo Monti.

Marcello Pera – Presidente del Senato dal 2001 al 2006, a palazzo Madama dal 1996 al 2013 per Forza Italia, potrebbe essere il nome spendibile nel caso in cui l’operazione scoiattolo fallisse.

Paolo Gentiloni – Il nome più vociferato negli ambienti di via del Nazareno. Tuttavia, ammesso abbia i numeri (anche nel PD), chiamarlo al Colle significherebbe perderlo da Commissario europeo all’Economia in un frangente, come quello dell’attuazione del PNRR e dell’arrivo dei soldi da Bruxelles, in cui il Paese ha bisogno di persone autorevoli in Commissione.

Paola Severino – Il suo nome circola da parecchio, ma è davvero difficile che i berlusconiani dopo aver votato la legge che porta il suo nome e che escluse Berlusconi dal Parlamento, siano così taffazziani da regalarle pure un biglietto di sola andata per il Colle.

Daniele Franco – Uomo vicino a Draghi, ma non ingombrante come l’attuale presidente del Consiglio. Si è fatto il suo nome in autunno per avere soprattutto un garante da spendere nei confronti dell’Ue e degli investitori esteri, visto che il ministro dell’Economia, dal Quirinale, avrebbe quasi un mandato ad hoc: garantire la prosecuzione del PNRR. Non è davvero tra i candidati per il Colle, anzi, l’ipotesi si è sgonfiata piuttosto in fretta, ma Daniele Franco costituisce una interessante ipotesi di lavoro.

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