Si definisce il “braccio armato” del Guardasigilli Nordio. Toga prestata alla politica, già deputata di FI, oggi Giusi Bartolozzi è al centro della bufera sul caso Almasri
A febbraio dell’anno scorso fu al centro di un braccio di ferro tra il sottosegretario Mantovano e il ministro Nordio, che riuscì a imporre il suo nome come capo di gabinetto, promuovendola dal ruolo di vice.
Ora di Giusi Bartolozzi si parla su tutti i giornali in relazione all’affaire Almasri: dopo le rivelazioni del quotidiano Domani e di Matteo Renzi, sono in molti a chiedersi se la “zarina” di via Arenula fosse già al corrente della vicenda prima di quanto dichiarato dal ministro Carlo Nordio durante la sua informativa al Parlamento.
Sulla vicenda indaga intanto il tribunale dei ministri, mentre le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni di entrambi.
CHI È GIUSI BARTOLOZZI
Cinquantacinquenne, originaria di Gela, in Sicilia, si laurea in Giurisprudenza alla Luiss di Roma. Avvocato dal 1996, entra in magistratura 3 anni più tardi.
Muove i primi passi da giudice civile e penale nella sua città nativa, quindi si sposta a Palermo. Dal 2013 passa alla Corte d’appello di Roma. L’aggancio con la politica lo favorisce suo marito, Gaetano Armao, giurista vicepresidente ai tempi di Nello Musumeci alla presidenza della Regione siciliana.
DEPUTATA CON FORZA ITALIA
Nel 2017 incontra Berlusconi, che la candida a Montecitorio nel collegio plurinominale Sicilia 1 alle nazionali del 2018 come capolista al fianco del coordinatore di Forza Italia nella regione Gianfranco Micciché.
Conquistato il seggio in Parlamento, diventa segretaria della Commissione Giustizia e presidente di quella su mafia e appalti, oltre a svolgere ruoli di responsabilità nei comitati sui livelli essenziali delle prestazioni e sulle politiche migratorie.
IL GRUPPO MISTO, POI LA CHIAMATA AL MINISTERO
Nel frattempo, a un anno e mezzo dalla sua elezione, entra in rotta con Forza Italia per questioni legate agli emendamenti alle leggi Cartabia, e confluisce nel Gruppo Misto. Parallelamente lascia la Commissione Giustizia ed entra in quella relativa agli Affari Costituzionali.
Non si ricandida alle elezioni del 2022, ma lo stesso anno arriva la chiamata del ministro Nordio.
LA “ZARINA” DI VIA ARENULA
Dal suo arrivo al ministero nel 2022 come vice capo di gabinetto sono stati in molti ad abbandonare gli uffici di via Arenula: il primo a farle posto è stato Alberto Rizzo, di cui rilevò la poltrona. Poi è stata la volta del dg Vincenzo De Lisi, quindi della direttrice dell’ispettorato Rosaria Covelli e del capo del Dipartimento Affari Giustizia Luigi Birritteri.
La sua influenza sul Guardasigilli, cui è legata da un legame di amicizia, è ben nota nei corridoi ministeriali, al punto da valerle il soprannome di “zarina”.
Da ultimo, Palazzo Chigi aveva posto la sua supervisione l’Ufficio per il coordinamento degli affari internazionali, con cui Palazzo Chigi sperava di prevenire vicende simili alla scarcerazione di Almasri.