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Biden o Trump? Cosa potrebbe succedere negli Stati Uniti (e fuori). Parla il Prof. Teodori

Teodori Trump Biden

Mentre si contano le ultime schede per decretare il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti d’America, abbiamo chiesto all’ex Senatore Massimo Teodori, professore di Storia e istituzioni degli Stati Uniti, di aiutarci a capire i possibili scenari e le ripercussioni internazionali

Non è ancora certo l’esito delle elezioni americane. Per ufficializzare il nome del prossimo Presidente degli Stati Uniti bisognerà aspettare ancora il conteggio di 5 Stati: Georgia, North Carolina, Nevada, Alaska e Pennsylvania. Tra Biden e Trump ci sono pochissimi voti di differenza e questo dimostra che gli Stati Uniti sono un Paese diviso e che non sarà facile essere il presidente di tutti gli americani. Per capire cosa potrebbe succedere domani e nei prossimi giorni, Policy Maker ha intervistato il Senatore della Repubblica Massimo Teodori, professore di Storia e istituzioni degli Stati Uniti.

COSA HA IN MENTE TRUMP SE DOVESSE VINCERE BIDEN?

Il Professor Teodori ha spiegato innanzitutto cosa sta succedendo: “Al momento la certezza che abbiamo è che fra poche ore sapremo quali sono i risultati delle elezioni, ma abbiamo una grossa incognita, che riguarda le azioni di Trump per bloccare il voto per posta o per fare ricorso sul conteggio dei voti, il problema è che nessuno sa su quale fondamento giuridico si basano questi suoi tentativi annunciati”.

CHE RUOLO PUÒ AVERE LA CORTE SUPREMA?

“Sono già in atto tentativi da parte di Trump di bloccare il conteggio degli ultimi voti o di fare ricorsi attraverso le Corti statali e la Corte Suprema degli Stati Uniti, rinnovata con le ben tre nomine di Trump durante il suo mandato, ultima quella della tanto discussa Amy Coney Barrett. Bisogna però aspettare di capire come si muoverà la Corte, perché senza un fondamento giuridico che giustifichi le accuse di Trump il percorso può essere troppo complesso e non è detto che la Corte faccia azioni sulla base di richieste del Presidente in carica”.

COS’ALTRO PUÒ FARE TRUMP PER BLOCCARE LA SUA SCONFITTA?

“Trump ha in mano poteri federali. Alcuni gruppi armati hanno provato già a forzare l’ingresso di un seggio per entrare in un salone durante uno scrutinio in Pennsylvania, per poi essere fermati dalle forze dell’esercito. Il Presidente in carica potrà tentare di coinvolgere a suo favore l’FBI, la CIA e gli apparati di sicurezza, nonché la Guardia federale. Resta da valutare se questi corpi entreranno in azione anche senza prove concrete che supportino le accuse di brogli da parte di Trump. Al momento, infatti, non ci sono prove rese pubbliche su atti illegali compiuti durante il voto che possano mettere in difficoltà Biden. Trump ha annunciato l’opposizione al voto postale prima delle votazioni e questo ha fatto dividere i Repubblicani tra chi ha già preso le distanze da Trump e chi invece aspetta ancora di vedere cosa succede”.

COME IL MONDO GUARDA LE ELEZIONI AMERICANE

“Sembra evidente che l’Europa e il resto del ‘mondo occidentale’ guardino alle elezioni sperando nella vittoria di Biden. Non è un mistero che Trump non sia un grande sostenitore dell’Alleanza Atlantica e di quella con i Paesi Ue, i temi di sicurezza e commercio sono stati una questione problematica durante gli ultimi quattro anni. D’altro canto, una parte del mondo non nasconde una simpatia per Trump, un presidente sicuramente più nazionalista di Biden, che è invece considerato, soprattutto dai partner europei, aperto e impegnato nel curare le relazioni internazionali grazie alla sua esperienza”.

CAMBIERANNO I RAPPORTI CON LA CINA?

“Un discorso a parte si può fare per la Cina. Chiunque sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti, Pechino rimarrà il partner migliore o peggiore di Washington, a prescindere dal risultato delle elezioni. Questo perché ci saranno sicuramente campi e temi sui quali la collaborazione tra le due maggiori potenze mondiali sarà sincera e fondamentale anche per il resto del mondo, ma è altrettanto certo che proseguiranno gli scontri, caldi o freddi, sui moltissimi temi su cui Cina e Stati Uniti si sono combattuti negli ultimi anni e continuano a combattersi, dal commercio alla tecnologia”.

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