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Cosa anticipa Tabacci, gran tessitore, sul venturo governo Draghi

Tabacci

Per Tabacci il governo Draghi si farà quasi certamente e sarà un mix di tecnici e politici, sulla falsariga del governo Ciampi

C’è un uomo da tenere d’occhio in questo periodo, perché porta sulle sue gambe tutta l’esperienza della Prima Repubblica, che di simili rimpasti viveva quotidianamente. È il democristiano (oggi in Centro Democratico – Italiani in Europa) Bruno Tabacci, cui era già stato affidato nei giorni scorsi il compito di ricucire una maggioranza allargata a sostegno del Conte ter. Sempre Tabacci, ora, è al lavoro sulla compagine che dovrà sorreggere Mario Draghi.

COSA PREVEDE TABACCI

Il calendario delle consultazioni è partito, come di consueto, dai partiti più piccoli, tra questi proprio Centro Democratico – Italiani in Europa di Bruno Tabacci, con cui quasi certamente il presidente del Consiglio incaricato avrà scambiato confidenze proprio in tema di alleanze: se c’è qualcuno in grado di tirare i fili quello è Tabacci.

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Per questo la sua opinione in merito è molto importante per capire se la legislatura è finita anzitempo o meno. “Io penso – ha detto Tabacci uscendo dall’incontro con Draghi – che il tentativo di Draghi andrà in porto, sono convinto anche che la sua saggezza lo porterà a considerare un mix intelligente e attento a radicare il governo nella maggioranza parlamentare, che mi auguro sia ampia, tenendo conto delle forze parlamentari in campo, con innesti che si chiamano di natura ‘tecnica’, anche se la responsabilità è sempre di natura politica”. In questo modo si disarmerebbero i 5 Stelle che, tanto per bocca di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Vito Crimi continuano a chiedere un esecutivo “politico”.

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TABACCI MINISTRO DEL GOVERNO DRAGHI?

Particolarmente ottimista e sorridente, quasi radioso, il vecchio leone della politica ha aggiunto: “Le prossime ore dimostreranno che questo non è un semplice tentativo ma è la risposta di responsabilità che ci ha chiesto di assumere il presidente Mattarella”. E a chi gli ha chiesto se lui farà parte della squadra di governo, dato che è stato fatto spesso il suo nome come ministro per i Rapporti con il Parlamento: “Non posso rispondere neanche sotto tortura”.

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