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Abruzzo, chi festeggia e chi rosica per la vittoria di Marsilio

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Dalle parole del Papa su Kiev e dai risultati in Abruzzo con Marsilio, non è tempo di bandiere bianche, nè in Ucraina nè in Italia. I Graffi di Damato

Non è tempo di bandiere bianche, neppure confezionate nelle vignette e altrove con l’abito del Papa. L’Ucraina si tiene stretta la sua, di bandiera bicolore,  e continua a resistere all’aggressione della Russia di Putin contando sull’Occidente, soprattutto sull’Europa. Dove il presidente Zelensky ha peraltro prenotato un posto che difficilmente saprà compromesso con gli equilibri destinati a formarsi nel nuovo Parlamento di Strasburgo, da eleggere il 9 giugno. Poi si vedrà se Trump vincerà la sua partita in autunno negli Stati Uniti e riuscirà a mettersi di traverso in Ucraina e altrove.

Oltre a rivendicare la titolarità e bellezza della loro bandiera bicolore, mentre il Papa cercava di ridurre gli esplosivi anticipi di una intervista risoltasi in un affare solo per il Cremlino, gli ucraini hanno ricordato al Pontefice -come titola La Stampa– che “nessuno chiese di trattare con Hitler”, come lui invece ha chiesto di fare  ora con Putin. Di cui pure sembrava due anni fa che egli  avesse disapprovato l’invasione benedetta invece dal Patriarca di Mosca per “denazificare” il paese limitrofo e moralizzarne i costumi insozzati dal solito Occidente sporcaccione.

IN ABRUZZO LA ‘RIABILITAZIONE’ DI MARSILIO E I FESTEGGIAMENTI DI GIORGIA MELONI

In Italia, più modestamente considerando che non siamo ancora ad una guerra, con i risultati delle elezioni regionali abruzzesi, vinte dal centrodestra, è tornata a festeggiare la premier Giorgia Meloni. E sono tornati a fuggire -sia pure nella vignetta di Emilio Giannelli sulla prima pagina del Corriere della Sera– sotto la poggia e sembra ombrelli la segretaria del Pd Elly Schelin e l’ex premier grillino Giuseppe Conte lamentando che sia “cessato il vento”. Cioè lo spiffero da loro scambiato per vento in Sardegna il mese scorso con la vittoria regionale  stentata sul centrodestra..

I ROSICAMENTI DI REPUBBLICA E DEL DOMANI

Il governatore uscente dell’Abruzzo Marco Marsilio è stato confermato con circa nove punti di distacco dal concorrente Luciano D’Amico sostenuto da uno schieramento tanto variopinto e pasticciato quanto ambizioso. Marsilio è stato così riabilitato dalla rappresentazione, fattane dagli avversari  nella campagna elettorale, di un oriundo abruzzese abusivamente impegnato a governare la sua ex regione da Roma. Immagino quanto debba essere costato ad un giornale come Repubblica, che sogna e lavora notte e giorno per la liberazione dell’Italia da un fascismo più o meno subdolo della Meloni, quel titolo su tutta la prima pagina con la “Destra avanti” in Abruzzo.

Nel giornale che ha preso il posto di Repubblica nel cuore, nella mente e nel portafogli di Carlo De Benedetti-  avveniristicamente chiamato Domani e alle prese in questi giorni con fastidiosi guai giudiziari da dossieraggio e simili-  hanno cercato di consolarsi subito scoprendo e titolando che l’Abruzzo “non è la tappa decisiva” del percorso elettorale che  sfocerà il 9 giugno nel voto europeo. e proseguirà l’anno prossimo ad altri livelli regionali. C’è tempo per lasciare sperare lor signori, ma vederli nel frattempo soffrire e rosicare.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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